ombre sull’indagine che il 27 novembre ha fatto arrestare il papà dei ragazzini
Ciccio e Tore per un po’ vivi nella cisterna
Poi la morte, forse per il freddo e la fame
Prime analisi sui resti.
Applausi all’uscita delle bare.
La madre: «Sono certa che sono loro» *
GRAVINA IN PUGLIA (Bari) - I fratellini Pappalardi hanno fatto una «fine orribile». Una sensazione, quella espressa dal procuratore della Repubblica di Bari, Emilio Marzano, che di ora in ora trova sempre più conferme. Per gli inquirenti Ciccio e Tore, scomparsi il 5 giugno del 2006 da Gravina in Puglia, non sarebbero morti subito dopo la caduta. Per un po’ sono rimasti vivi nella cisterna in cui sono stati trovati i loro resti. Poi sarebbe sopraggiunta la morte, lenta, atroce. Un’agonia causata dalla fame dal freddo. I loro corpi sono mummificati, sulle loro teste (ridotti a scheletri e ricoperti da muffe) non sono state trovate «grosse lesività evidenti». Impossibile al momento dire se i due ragazzini abbiano fratture agli arti inferiori (compatibili cioè con la caduta) perchè non sono stati spogliati.
OMBRE SULLE INDAGINI - Quello che sconvolge in queste ore tutta Gravina, e non solo, è la consapevolezza che "morte lenta" significa che Ciccio e Tore avrebbero potuto essere salvati se fossero stati cercati nella cisterna. In attesa che i medici legali dicano la loro, quel che è certo è che Ciccio e Tore, cercati anche in Romania, erano in realtà in un pozzo a poca distanza dalla loro casa. Particolare questo che getta ombre sull’indagine della polizia e della procura di Bari che il 27 novembre scorso ha fatto arrestare per omicidio e occultamento di cadavere Filippo Pappalardi, il papà dei due fratellini. Contro l’autotrasportatore di 41 anni non ci sono prove schiaccianti ma una serie di indizi: un telefonino lasciato spento mentre, la sera della scomparsa, dice di essere stato alla ricerca dei suoi figli; un baby-testimone che l’accusa di averlo visto portare via in auto i bambini; alcune frasi pronunciate in dialetto gravinese strettissimo, intercettate dalla polizia in casa e in auto, e interpretate come a carico dell’indagato. Gli inquirenti non escludono l’ipotesi di una caduta accidentale ma nello stesso tempo nessuno, dal procuratore Marzano al questore Speranza, fa un passo indietro sull’impianto accusatorio.
«SONO LORO» - «Per quanto riguarda i due corpicini, dobbiamo confermare ragionevolmente che si tratta di Ciccio e Tore» aveva detto Marzano nelle primissime ore di martedì pomeriggio uscendo dalla casa padronale abbandonata di Gravina in Puglia, nella cui cisterna sono stati trovati due cadaveri, confermando così definitivamente che i resti umani scoperti casualmente dentro una cisterna appartengono ai due fratellini scomparsi nel giugno 2006.
APPLAUSO AI FERETRI - Un lungo applauso dai balconi di Via della Consolazione ha salutato le due bare all’uscita dal cortile del vecchio complesso di stabili dove, lunedì pomeriggio sono stati rinvenuti i corpi mummificati di Francesco e Salvatore Pappalardi, scomparsi venti mesi fa. Da tutti i balconi della piccola via nel centro di Gravina i residenti non hanno retto alla commozione e alle lacrime, è seguito uno scrosciante applauso. I resti di Francesco e Salvatore verranno portati al Policlinico, dove mercoledì mattina, nell’Istituto di medicina legale dell’Università di Bari, la signora Rosa Carlucci, madre dei due fratellini, dovrà fare il riconoscimento ufficiale dei resti.
LENTA AGONIA- Già da alcune ore giravano voci dagli ambienti investigativi in cui si cominciava a delineare l’ipotesi che i due fratellini potessero aver avuto una morte lenta e atroce. Da alcuni dati emergerebbe infatti che, per qualche tempo, i bambini possano essere rimasti vivi nella cisterna. I corpi non sono stati trovati in corrispondenza dell’imboccatura del pozzo. Non sono quindi rimasti fermi dopo essere precipitati giù - gettati o caduti - per i 22 metri del cunicolo che dal terrazzo porta alla cisterna sotto l’edificio. I cadaveri dei due fratellini sono stati trovati rannicchiati, in posizione fetale: Ciccio con le mani tra gambe, Tore con il pollice in bocca, lontani diversi metri uno dall’altro, senza scarpe, con i pantaloni leggermente abbassati, un giubbotto sfilato. È la fotografia scattata dai tecnici dell’ERT nel pozzo dell’orrore. Sarà l’autopsia a stabilire ora e cause della morte.
SOGNO PREMONITORE - Mercoledì mattina la madre di Francesco e Salvatore Pappalardi, Rosa Carlucci, dovrà ufficialmente riconoscere i corpi dei due bambini. «Un anno fa - ha raccontato la donna - avevo fatto un sogno premonitore, dove Salvatore, il più grande era caduto in fondo ad un pozzo, ma non pensavo mai che potesse essere tanto vicino». «Ho appreso la notizia dalla stampa - dice poi Rosa Carlucci -, nessuno si è preoccupato di avvisarmi. Ora ho perso tutte le mie speranze. La mia vita finisce qui».
LA CISTERNA - Il luogo nel quale sono stati trovati i resti dei ragazzini è una cisterna per l’acqua, oggi completamente asciutta, alla quale si accedeva solo attraverso un cunicolo della larghezza di un metro per un metro e della lunghezza di 20-25 metri: l’imboccatura del cunicolo è sul terrazzo, nella parte più alta della casa. La cisterna vera e propria si trova a pochi metri sotto il livello stradale ed è una vasca dalle dimensioni parecchio maggiori di quelle del cunicolo di accesso.
CASE FANTASMA - La casa nella quale si trova la cisterna fa parte di un gruppo di abitazioni abbandonate, in via Giovanni Consolazione, a poca distanza dalla pineta comunale e dalla stazione ferroviaria di Gravina in Puglia, nell’area retrostante il municipio. Dista 400-500 metri da piazza Quattro Fontane, dove i due fratellini furono avvistati per l’ultima volta.
MICHELE MIGLIORA - Nel frattempo, non destano preoccupazioni le condizioni di Michele, il ragazzo di 12 anni la cui caduta nella stessa cisterna e le successive operazioni di salvataggio (■ Guarda la fotogallery ) hanno consentito il ritrovamento dei corpi dei due fratellini Pappalardi. Anche se i medici hanno ritenuto opportuno il trasferimento di Michele dal reparto di terapia intensiva di Ortopedia al reparto di rianimazione del policlinico di Bari, «le sue condizioni migliorano» ha detto il direttore sanitario del policlinico, Vitangelo Dattoli.