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MATERA 2019: DELLA TERRA, IL BRILLANTE COLORE!!! IN MEMORIA DI CARLO LEVI, DI ROCCO SCOTELLARO, E GIUSEPPE DI VITTORIO

LA LEZIONE DI CARLO LEVI - OGGI: LA "DITTA RENZI" (DI TORINO) AD ALIANO (MATERA). Un invito alla ri-lettura di "Cristo si è fermato ad Eboli" - di Federico La Sala

Carlo Levi: "1939 settembre-dicembre. Costretto a fuggire in Francia, è a La Baule, presso St. Nazaire in Bretagna. Qui scrive in compagnia di Vico e della Bibbia, Paura della libertà"
venerdì 1 aprile 2016
[...] egli ha ben compreso - come scrive all’editore Einaudi nel 1963 - non solo "la Lucania che è in ciascuno di noi", ma anche "tutte le Lucanie di ogni angolo della terra". Nato a Torino (29 novembre 1902) e morto a Roma (4 gennaio 1975), ora riposa nel cimitero di Aliano, nella sua Terra. A suo onore e memoria, possono valere (in un senso molto prossimo) le stesse parole del "Finnegans Wake" di Joyce[...]
STORIA D’ITALIA. INTELLETTUALI E SOCIETA’....
VICO, LA «SCUOLA» DEL GENOVESI, E (...)

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> LA LEZIONE DI CARLO LEVI - OGGI: LA "DITTA RENZI" (DI TORINO) AD ALIANO (MATERA). --- BASILICATA. L’enciclica del papa si è fermata ad Eboli (di M. Bolognetti)

martedì 20 ottobre 2015

IN ITALIA

Ambiente

L’enciclica del papa si è fermata ad Eboli

di MAURIZIO BOLOGNETTI*

Il cuore delle attività di coltivazione idrocarburi in Basilicata è rappresentato dal Cova (Centro olio Val d’Agri), un insediamento industriale classificato, in base alle direttive Seveso, a rischio incidente rilevante, che occupa una superficie di 180mila mq nell’area industriale di Viggiano, piccolo centro della provincia di Potenza.

Presso il Cova vengono trattati ogni giorno i circa 84mila barili di greggio che la Joint-Venture Eni-Shell estrae dai 27 pozzi attivi della concessione Val d’Agri.

L’impatto esercitato dal Cova sulle matrici ambientali e sulla salute umana è indubitabile se consideriamo che quotidianamente esso immette in atmosfera un micidiale cocktail di sostanze inquinanti, quali cov, cot, biossido d’azoto, biossido di zolfo, H2S, idrocarburi non metano, ecc.

E proprio perché l’impatto non può essere negato, suona come uno sberleffo la decisione di Eni di inserire nel “Local Report” 2014 - la pubblicazione con la quale il cane a sei zampe offre una sintesi delle attività svolte in Basilicata - alcune pagine dedicate ai corretti stili di vita.

L’immagine dello scarpone che prende a calci una sigaretta è fin troppo eloquente: per Eni ad inquinare le matrici ambientali della Val d’Agri sono i fumatori e non le tonnellate di veleni immesse ogni anno in atmosfera dal Centro olio.

Altrettanto eloquente la decisione della Conferenza episcopale di Basilicata, che ha organizzato il 17 ottobre, proprio a Viggiano, un convegno regionale intitolato “Quale futuro per la Basilicata: tra progresso sostenibile e responsabilità verso le nuove generazioni”.

Un convegno blindato, dove è previsto l’intervento di un paio di docenti universitari che vantano numerose collaborazioni con la Fondazione Eni Enrico Mattei e che non vede invece tra i relatori nessun medico dell’Isde (Associazione Medici per l’ambiente), nessun geologo che non sia devoto alla “teologia della trivellazione”, nessun “sovversivo”.

Va montando la sgradevole sensazione che l’enciclica Laudato Si’ di papa Francesco si sia fermata ad Eboli e che l’obiettivo di una parte della Conferenza episcopale lucana sia soprattutto quello di sterilizzare e depotenziare il dirompente messaggio del pontefice.

Non me ne vogliano i vescovi di Basilicata se oso citare un brano molto interessante dell’enciclica papale: «Non basta conciliare, in una via di mezzo, la cura della natura con la rendita finanziaria, o la conservazione dell’ambiente con il progresso. Su questo tema le vie di mezzo sono solo un piccolo ritardo nel disastro (...). Il discorso della crescita sostenibile diventa spesso un diversivo e un mezzo di giustificazione che assorbe valori del discorso ecologista all’interno della logica della finanza e della tecnocrazia, e la responsabilità sociale e ambientale delle imprese si riduce per lo più a una serie di azioni di marketing e di immagine». Azioni di marketing e di immagine come quelle contenute nel “Local report” Eni o in certa cinematografia lucana finanziata dalle compagnie petrolifere.

Dopo aver letto la Laudato si’, dico che nell’importante lavoro del papa trovo l’eco di quel “The Limits to Growth”(I limiti della crescita), un documento scritto nel 1972 da alcuni ricercatori del Mit di Boston su commissione del Club di Roma, che ha aperto la discussione sulle conseguenze teoriche e pratiche di un modello di sviluppo basato sul mito della crescita infinita. Io credo che il papa si interroghi e ci interroghi sul conflitto in atto tra tecnosfera ed ecosfera, che sta producendo un ecocidio planetario. Il pontefice ci sta indicando una rotta: occorre abbandonare il paradigma meccanicistariduzionista che ha dominato l’era dell’antropocene ed abbracciare un paradigma organico-olistico, consapevole dei “limiti dello sviluppo”.

Non può produrre vero progresso un sistema che avvelena sistematicamente tutte le matrici ambientali, che distrugge interi ecosistemi, che costringe centinaia di milioni di persone a vivere nella più nera miseria. Stiamo soffocando, stretti nella morsa rappresentata dalla tenaglia “capitalismo reale/democrazia reale”.

E ha ancora una volta ragione il papa quando scrive che «semplicemente si tratta di ridefinire il progresso » e che «uno sviluppo tecnologico ed economico che non lascia un mondo migliore e una qualità della vita integralmente superiore, non può considerarsi progresso».

Pensando al dibattito che non ci sarà a Viggiano, verrebbe voglia di citare il Vangelo di Marco e quella domanda: «Che giova infatti all’uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde la propria anima?». Già, a che giova?

* Segretario lucano dei Radicali, giornalista, autore di “Le mani nel petrolio”, Reality book (v. Adista Notizie n. 33/15)

* Adista-Segni Nuovi 24 OTTOBRE 2015 • N. 36


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