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LA DECADENZA DELL’ITALIA. Perché, e quando, la democrazia si è trasformata, nel nostro paese, in «una partitocrazia decadente, inefficiente e corrotta»?

L’ITALIA SENZA PIU’ ITALIA: "IL PAESE REALE. Dall’assassinio di Moro all’Italia di oggi". Il saggio di Guido Crainz recensito da Nello Ajello - a c. di Federico La Sala

"ITALIA DECADENCE". Anziché che una Terza Repubblica, come si sente dire, ciò che ci aspetta è un Secondo Dopoguerra? Nell’attesa, sarà bene ricordare che non sempre i miracoli si ripetono.
mercoledì 24 ottobre 2012 di Federico La Sala
[...] l’intera ricerca di Crainz allarmante è, e tale resta. Essa dimostra, inoltre, che i primi sintomi delle odierne traversie vanno collocati indietro nel tempo. Si manifestarono cioè fin dall’epoca del “miracolo italiano”, un “tumultuoso processo” al quale la politica si limitò ad assistere compiaciuta. Quella “belle époque inattesa” (così la vide Italo Calvino), diffuse una frenesia della crescita cui non si accompagnarono né meditati quesiti sulla (...)

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> L’ITALIA SENZA PIU’ ITALIA ---- Berlusconi scappa. L’ultima barzelletta.

giovedì 25 ottobre 2012

Berlusconi scappa. L’ultima barzelletta

di Antonio Padellaro (il Fatto, 25.10.2012)

Silvio Berlusconi ha tanti difetti, ma non è certo stupido. Da quando, proprio un anno fa, venne cacciato da Palazzo Chigi a furor di popolo e di spread, ha cercato in tutti i modi di rianimare un partito morto. Ha perfino messo in giro la voce di una sua ricandidatura a premier sperando in un sussulto dei sondaggi, ma la picchiata del Pdl non si è fermata.

Ora, mettetevi nei panni di colui che per quasi vent’anni si è sentito (ed è stato) il padrone dell’Italia, per tre volte presidente del Consiglio, ma in grado di gestire un potere assoluto anche dall’opposizione grazie a una sinistra compiacente, signore incontrastato delle tv, servito e riverito come neppure il duce ai suoi tempi, uno che ha fatto votare al Parlamento qualunque cosa (perfino Ruby nipote di Mubarak), un tipo che ha trasformato le istituzioni in un’orgia non soltanto metaforica.

Ecco, mettetelo davanti alla prospettiva di guidare ancora un’armata politica di sbandati rissosi e popolata dai Fiorito e dalle combriccole dedite al furto di pubblico denaro. Perché mai questo anziano viveur dovrebbe desiderare di trascorrere le giornate con Cicchitto e la Santanchè mentre il suo impero si sbriciola e i processi incalzano?

Insomma, ridotto com’è non gli restava altro che scappare velocemente dalle macerie del Pdl raccontandoci l’ultima barzelletta del passo indietro “per amore dell’Italia”. Quanto alle primarie, difficile pensare che non si risolvano in un regolamento di conti tra clan e fazioni accelerando la dissoluzione di un partito personale inventato sul predellino di un’auto e cementato dall’odio.


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