La Cassazione contro la Sacra Rota
"Matrimonio valido se dura per anni"
Lo scorso anno anche Ratzinger aveva chiesto più rigore al tribunale ecclesiastico
di Elisa Vinci (la Repubblica, 21.01.2011)
ROMA - Rapido, poco costoso. Il divorzio all’italiana sempre più spesso si chiama annullamento. Dopo il monito del Papa, la Cassazione dice stop al disinvolto aumento dei riconoscimenti delle sentenze della Sacra Rota. «I tribunali laici non possono convalidare in automatico la nullità di unioni concordatarie fondate su decenni di convivenza», afferma la Corte. E gli avvocati matrimonialisti denunciano: «Cancellare le nozze è spesso una scappatoia per risparmiare tempo e denaro». Chi ottiene l’annullamento infatti non paga più, senza divorzio non c’è mantenimento. Maria Lorenza "ripudiata" dopo vent’anni dal consorte con il pretesto di avergli taciuto il rifiuto a diventare madre, aveva chiesto alla Cassazione se la delibazione trascritta dalla Corte d’appello di Venezia quattro anni fa, non fosse in contrasto con gli articoli del codice civile e della Costituzione sul matrimonio e la famiglia. Gli ermellini hanno raccolto le sue obiezioni, spiegando che «dopo un’unione tanto lunga», insomma dopo vent’anni, l’unica via percorribile resta quella della separazione civile.
Una «sentenza storica». «Basta con le disinvolte ed incontrollate scappatoie», afferma il presidente dell’Associazione avvocati matrimonialisti italiani, Gian Ettore Gassani. I numeri parlano chiaro, un matrimonio fallito su 5 finisce davanti alla Sacra Rota: 8.400 richieste solo nel 2009, quasi seimila le nullità. «È condivisibile l’orientamento della Suprema Corte - dicono i matrimonialisti - La ratio di tale decisione deriva dalla necessità di evitare che il ricorso alla giustizia ecclesiastica possa tradursi in una disinvolta ed incontrollata scorciatoia finalizzata all’ottenimento della libertà in tempi rapidissimi che nulla ha a che vedere con le reali cause che possano determinarne l’annullamento». Sono nove i casi di nullità previsti in Vaticano. Tra gli altri: matrimonio combinato, l’incapacità psicologica di vivere la donazione reciproca, non accettazione della sessualità aperta alla procreazione
Già nel 2008 e ancora l’anno scorso Papa Benedetto XVI aveva invitato il tribunale ecclesiastico a un maggiore rigore. Adesso la Cassazione invita apertamente i giudici italiani a stanare i furbi, soprattutto dopo unioni lunghe una vita. La Corte infatti sottolinea: «La prolungata convivenza è considerata espressiva di una volontà di accettazione del rapporto che ne è seguito ed è incompatibile con il successivo esercizio della facoltà di rimetterlo in discussione, altrimenti riconosciuto dalla legge». A chiedere la nullità delle nozze celebrate nel giugno 1972 era stato il marito. Raccogliendo il reclamo di Maria Lorenza, la prima sezione civile - sentenza 1343 - spiega che dopo tanti anni di matrimonio «è contrario ai principi di ordine pubblico rimetterlo in discussione adducendo vizi del consenso». Per sciogliere le nozze bisogna intraprendere la strada della separazione civile, senza cercare la scorciatoia della nullità, che mette al riparo dal dover pagare l’assegno alla ex moglie ma viola i principi del nostro ordinamento.