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STATO E CHIESA. COSTITUZIONE, MESSAGGIO EVANGELICO, .... E CONCORDATO (L’ART. 7 DELLA COSTITUZIONE, UN BUCO NERO CHE DISTRUGGE L’ITALIA E LA STESSA CHIESA CATTOLICA)!!!

NOZZE ANNULLABILI: COME "DIVORZIARE" CON L’AIUTO DELLA "SEGNATURA APOSTOLICA". SENTENZA DELLA CASSAZIONE. L’annullamento ecclesiale dei matrimoni durati molti anni non può essere convalidato. Una nota - a c. di Federico La Sala

La Cassazione: "stop alle scorciatoie". I giudici italiani non possono convalidare l’annullamento ecclesiale dei matrimoni concordatari nei quali la convivenza tra i coniugi si sia protratta per lunghi anni.
venerdì 21 gennaio 2011 di Federico La Sala
[...] una sentenza destinata a far discutere quella della Cassazione che ha accolto il ricorso di una moglie e invalidato la nullità di un matrimonio durato venti anni.
La Suprema Corte ha dato parere negativo al quesito di diritto posto da Maria Lorenza R., la moglie "ripudiata" dal marito dopo due decenni di convivenza con la scusa che la signora gli avrebbe taciuto la sua contrarietà a mettere al mondo figli. «Può essere riconosciuta nello Stato italiano - ha chiesto la signora alla (...)

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> NOZZE ANNULLABILI: COME "DIVORZIARE" CON L’AIUTO DELLA "SEGNATURA APOSTOLICA". --- LA CASSAZIONE CONTRO LA SACRA ROTA. . «Basta con le disinvolte ed incontrollate scappatoie», afferma il presidente dell’Associazione avvocati matrimonialisti italiani, Gian Ettore Gassani (di Elisa Vinci).

venerdì 21 gennaio 2011


-  La Cassazione contro la Sacra Rota
-  "Matrimonio valido se dura per anni"
-  Lo scorso anno anche Ratzinger aveva chiesto più rigore al tribunale ecclesiastico

di Elisa Vinci (la Repubblica, 21.01.2011)

ROMA - Rapido, poco costoso. Il divorzio all’italiana sempre più spesso si chiama annullamento. Dopo il monito del Papa, la Cassazione dice stop al disinvolto aumento dei riconoscimenti delle sentenze della Sacra Rota. «I tribunali laici non possono convalidare in automatico la nullità di unioni concordatarie fondate su decenni di convivenza», afferma la Corte. E gli avvocati matrimonialisti denunciano: «Cancellare le nozze è spesso una scappatoia per risparmiare tempo e denaro». Chi ottiene l’annullamento infatti non paga più, senza divorzio non c’è mantenimento. Maria Lorenza "ripudiata" dopo vent’anni dal consorte con il pretesto di avergli taciuto il rifiuto a diventare madre, aveva chiesto alla Cassazione se la delibazione trascritta dalla Corte d’appello di Venezia quattro anni fa, non fosse in contrasto con gli articoli del codice civile e della Costituzione sul matrimonio e la famiglia. Gli ermellini hanno raccolto le sue obiezioni, spiegando che «dopo un’unione tanto lunga», insomma dopo vent’anni, l’unica via percorribile resta quella della separazione civile.

Una «sentenza storica». «Basta con le disinvolte ed incontrollate scappatoie», afferma il presidente dell’Associazione avvocati matrimonialisti italiani, Gian Ettore Gassani. I numeri parlano chiaro, un matrimonio fallito su 5 finisce davanti alla Sacra Rota: 8.400 richieste solo nel 2009, quasi seimila le nullità. «È condivisibile l’orientamento della Suprema Corte - dicono i matrimonialisti - La ratio di tale decisione deriva dalla necessità di evitare che il ricorso alla giustizia ecclesiastica possa tradursi in una disinvolta ed incontrollata scorciatoia finalizzata all’ottenimento della libertà in tempi rapidissimi che nulla ha a che vedere con le reali cause che possano determinarne l’annullamento». Sono nove i casi di nullità previsti in Vaticano. Tra gli altri: matrimonio combinato, l’incapacità psicologica di vivere la donazione reciproca, non accettazione della sessualità aperta alla procreazione

Già nel 2008 e ancora l’anno scorso Papa Benedetto XVI aveva invitato il tribunale ecclesiastico a un maggiore rigore. Adesso la Cassazione invita apertamente i giudici italiani a stanare i furbi, soprattutto dopo unioni lunghe una vita. La Corte infatti sottolinea: «La prolungata convivenza è considerata espressiva di una volontà di accettazione del rapporto che ne è seguito ed è incompatibile con il successivo esercizio della facoltà di rimetterlo in discussione, altrimenti riconosciuto dalla legge». A chiedere la nullità delle nozze celebrate nel giugno 1972 era stato il marito. Raccogliendo il reclamo di Maria Lorenza, la prima sezione civile - sentenza 1343 - spiega che dopo tanti anni di matrimonio «è contrario ai principi di ordine pubblico rimetterlo in discussione adducendo vizi del consenso». Per sciogliere le nozze bisogna intraprendere la strada della separazione civile, senza cercare la scorciatoia della nullità, che mette al riparo dal dover pagare l’assegno alla ex moglie ma viola i principi del nostro ordinamento.


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