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WEB E GLANOST, TRASPARENZA. "CIVILIZZAZIONE VIDEO-CRISTIANA" E COERENZA EVANGELICA. «E’ meglio essere cristiano senza dirlo, che proclamarlo senza esserlo» (Ignazio di Antiochia, "Lettera agli Efesini").

WIKILEAKS E I VALORI NON NEGOZIABILI DELLE GERARCHIE FALSE E BUGIARDE. "Il potere messo a nudo": una riflessione di Joaquín Navarro-Valls, ex direttore della sala stampa della Santa Sede - a c. di Federico La Sala

Il fenomeno WikiLeaks, in fin dei conti, non è una violenta patologia del mondo della comunicazione, ma l’impossibilità della vecchia politica di essere adeguata ad una realtà in cui tutto può essere fatto circolare, tutto può essere rivelato
sabato 11 dicembre 2010 di Federico La Sala
[...] L’unico
rimedio che resta alle autorità per resistere al global gossip è praticare l’autorevolezza personale e
responsabile nell’esercizio del potere. Perché in futuro sarà impossibile essere pervertiti e apparire puri o essere guerrafondai e apparire pacifisti. L’era di Internet non fa più sconti a nessuno. Non
tanto perché l’apparire conti più di essere, quanto piuttosto perché essere è diventato inseparabile
dall’apparire stesso. Può sembrare buono solo chi lo è realmente e (...)

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> WIKILEAKS E I VALORI NON NEGOZIABILI DELLE GERARCHIE ---- Gli ultimi dispacci diramati in ordine di tempo da Wikileaks si concentrano sulla Santa Sede. E il giudizio che emerge dai rapporti dei diplomatici americani non è dei più teneri. (di Marco Ansaldo - "In molti chiedono la destituzione di Bertone" ).

sabato 11 dicembre 2010

"In molti chiedono la destituzione di Bertone"

-  «Il Papa irrita i politici e i giornalisti». «Più voci chiedono la destituzione di Bertone». «Il Vaticano è una città che non comunica».
-  Gli ultimi dispacci diramati in ordine di tempo da Wikileaks si concentrano sulla Santa Sede. E il giudizio che emerge dai rapporti dei diplomatici americani non è dei più teneri.

-  di Marco Ansaldo la repubblica” dell’11 dicembre 2010

A diffonderli è Julieta Valls Noyes, a capo delle relazioni con il Vaticano per l’ambasciata degli Stati Uniti presso la Santa Sede. Alcuni dei suoi cablo riguardano il cardinale Tarcisio Bertone, che la diplomatica giudica come «uno yes man» (un uomo che dice sempre sì), che non ha alcuna esperienza diplomatica («parla solo italiano»). «Bertone ha uno stile pastorale - dicono i dispacci Usa - che lo porta spesso fuori da Roma, in giro per il mondo, o a occuparsi dei problemi spirituali più che della politica estera e della gestione». E addirittura si legge: «Non sono poche le voci che chiedono la destituzione del cardinale Bertone».

Le carte del Dipartimento di Stato filtrate da Wikileaks che si riferiscono al Vaticano raccontano l ’incontro fra due Imperi, e svelano in realtà lo scontro culturale fra un Paese moderno, democratico e dinamico e un sistema di potere monarchico, millenario ed ermetico. Gli americani comprendono l ’importanza di tenere il Vaticano come alleato, e lamentano di non avere influenza su una Curia che i suoi diplomatici giudicano come «italiano-centrica, criptica e antiquata».

Un cablo confidenziale del febbraio 2009 qualifica il Vaticano come «not spin city» («una città che non comunica»), critica «la debolezza della leadership nella Cupola», e dice con allarme che il nucleo intimo del Papa «ha pochi consiglieri che parlano inglese», concludendo che la Curia «non sfrutta (se non le ignora completamente) le comunicazioni del XXI secolo». L’ambasciata annota inoltre «l’assenza di voci dissidenti».

In un altro cablogramma datato 27 gennaio 2009 (numero 189059), qualificato come segreto, e scritto dopo la crisi causata dal perdono del Pontefice ai lefebrviani, e intitolato "L’Unità della Chiesa", al punto 1-Relazioni fra cattolici ed ebrei, Valls scrive: «Il Vaticano è un compagno formidabile che ha bisogno di lezioni in relazioni pubbliche».

I dispacci toccano con abbondanza anche l’anno in corso, dando una visione dettagliata delle difficoltà vissute dalla Santa Sede nel 2010. E si diffondono nello spiegare i dettagli riguardanti il caso della pedofilia, il ritorno dei lefebrviani, i problemi del dialogo con gli ebrei e gli anglicani. Ma soprattutto descrive «i disastri della comunicazione». «Nel Vaticano il Papa è il responsabile ultimo delle decisioni importanti», si legge, «ma dovrebbe delegare a coloro che sanno di più oppure sono informati sulle materie specifiche».


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