DOPO L’APPELLO DEL QUIRINALE
Sì al Colle, la Lega resta sola
Il governo prepara la risposta alle richieste del presidente Napolitano
di AMEDEO LA MATTINA (La Stampa, 20/8/2009)
ROMA Il governo si muove dopo il richiamo del capo dello Stato, che chiede di recuperare in fretta i ritardi per il centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia. Per la verità l’argomento era stato affrontato nell’ultimo Consiglio dei ministri prima della pausa estiva, il 31 luglio. La discussione fu animata: il sottosegretario Gianni Letta, sollecitato dal Quirinale, aveva posto il problema, dicendo che bisognava dare presto una risposta al presidente della Repubblica; il ministro dell’Economia Tremonti aveva tirato il freno. Alla fine era stato deciso che il premier Berlusconi e il ministro della Cultura Bondi avrebbero rivisto il programma originario considerato troppo costoso. A Palazzo Chigi spiegano che erano arrivate addirittura 357 richieste di finanziamento per realizzare opere pubbliche. Ma la crisi economica e il conseguente svuotamento delle casse dello Stato non consentono di far fronte a celebrazioni faraoniche. Il governo allora ha deciso di ridurre le spese: 11 opere pubbliche già avviate saranno completate, mentre il resto verrà concentrato su manifestazioni culturali e popolari. Berlusconi pensa anche di utilizzare la televisione per avere un grande impatto mediatico. Sono allo studio tre eventi nelle tre città che sono state le capitali italiane: Torino e Firenze e Roma.
Dunque, precisano fonti del governo, non ci sono ritardi ma solo una rimodulazione del programma per tirare i cordoni della borsa. Un piano alternativo che verrà trasmesso al presidente della Repubblica e poi approvato nel Consiglio dei ministri il 4 settembre. Insomma, c’è un percorso condiviso con il Quirinale, precisano a Palazzo Chigi. Per fugare ogni ombra di dubbio ieri il ministro Bondi ha parlato con Napolitano e gli ha spiegato come si sta muovendo il governo. Berlusconi intende onorare al meglio la ricorrenza dell’unità d’Italia, ma senza sprechi. Il premier non vuole grane e polemiche con il Colle. Soprattutto non intende sovrapporre la questione dell’unità d’Italia alla campagna d’agosto della Lega sull’Inno di Mameli, i dialetti e il tricolore. Al Colle su questi argomenti c’è ovviamente molta sensibilità e non dispiacerebbe che si abbassassero i toni antiunitari.
Non è un caso infatti che l’opposizione sfrutti questa occasione per dire ancora una volta che il capo dello Stato interpreta il sentimento nazionale e mette un freno al Carroccio. «Berlusconi - ha detto il vicecapogruppo del Pd al senato Luigi Zanda - non avrebbe dovuto permettere a Bossi e agli altri ministri leghisti di aggredire i valori dell’unità d’Italia». «La polemica sulla celebrazione dell’Unità d’Italia: i ministri leghisti dovrebbero dimettersi», ha tagliato corto il presidente dei deputati Idv Donadi.
Dalla maggioranza si va da commenti freddi della Lega alla disponibilità del ministro per lo Sviluppo economico Claudio Scajola, che pensa di utilizzare i fondi regionali Fas. Diverso il tono del capogruppo della lega Roberto Cota. «In un momento come questo vanno evitate le celebrazioni enfatiche e le spese inutili. Altre sono le priorità e le esigenze della gente». Anche per il deputato del Pdl Osvaldo Napoli sono necessarie celebrazioni sobrie e senza ipocrisia: semmai sarebbe utile «riscoprire e rivalutare la festa del 4 novembre con la quale si ricorda la conclusione della Prima Guerra mondiale e dunque il compimento della stagione risorgimentale». Comunque, ha ricordato Gaetano Quagliariello «l’importanza dell’avvenimento dell’Unità d’Italia non si misura con i soldi spesi». Nella maggioranza è invece polemico con la Lega il viceministro dello Sviluppo economico Adolfo Urso, per il quale il Carroccio sbaglia e il presidente Napolitano ha «pienamente ragione»: «Le spese inutili semmai sono quelle che servirebbero per insegnare i dialetti nelle scuole o quelle impiegate per realizzare i referendum in una data diversa della elezioni europee».