LA COSTITUZIONE, LE REGOLE DEL GIOCO, E IL MENTITORE ISTITUZIONALE ... ITALIA. UN CITTADINO SI APPROPRIA (1994) DEL NOME DI TUTTO IL POPOLO, NE FA LA BANDIERA DEL PROPRIO PARTITO PERSONALE E REALIZZA LA PIU’ GRANDE BOLLA SPECULATIVA DELLA STORIA POLITICA ITALIANA.

UNITA’ D’ITALIA: CENTOCINQUANTANERIO?! IL PRESIDENTE NAPOLITANO, DAL GOVERNO DEL CAVALIERE DI "FORZA ITALIA", ASPETTA (ANCORA!?!) UNA RISPOSTA!?! Una nota di Federico Geremicca - a cura di Federico La Sala

Il sonno della ragione costituzionale (1994-2009) genera mostri
mercoledì 19 agosto 2009.
 

[...] Qualche settimana fa Giorgio Napolitano prese carta e penna e scrisse una lettera al governo per conoscere gli intendimenti e gli impegni dell’esecutivo per la celebrazione del centocinquantenario: è passato del tempo, e attende ancora una risposta. La lettera era riservata, naturalmente, ma il tenore è facile da immaginare, essendo invece nota un’altra missiva che il Presidente inviò negli stessi giorni al Comitato di Torino per le celebrazioni (era il tempo della polemica sollevata da Galli Della Loggia intorno al centocinquantenario dimenticato). Rallegrandosi per il lavoro di quel comitato, Giorgio Napolitano esprimeva rammarico «per altre iniziative delle istituzioni regionali, locali e soprattutto nazionali che, purtroppo, non si riesce ancora a veder definite». Il tempo è passato, siamo ancora a quello [...]

TRE PRESIDENTI DELLA REPUBBLICA: OSCAR LUIGI SCALFARO, CARLO AZEGLIO CIAMPI, GIORGIO NAPOLITANO, CHE NON SANNO PIU’ CHE SIGNIFICA, GRIDARE COME PERTINI, "FORZA ITALIA"!!!

PARLARE AD AGOSTO (2009) DELL’UNITA’ D’ITALIA, SOTTO L’OMBRELLONE DEL CAVALIERE DI "FORZA ITALIA"!!!

-  L’ITALIA E LA VERGOGNA: L’OCCUPAZIONE POLITICA DELLA LINGUA ITALIANA. Una riflessione di Gianrico Carofiglio


-  IL RICHIAMO DEL COLLE

-  Napolitano: "Aspetto risposte sull’Unità d’Italia dal governo"

Il Presidente della Repubblica si dice preoccupato dai ritardi: «Se ho scritto una lettera è per avere chiarimenti»

di FEDERICO GEREMICCA *

ROMA Di certo avrebbe preferito trascorrere le sue brevissime vacanze leggendo altro - almeno sui quotidiani - piuttosto che lo stillicidio di polemiche distillate dall’estate leghista. I dialetti nelle scuole, i test agli insegnanti, le bandiere regionali affianco al tricolore, la zuffa intorno all’inno di Mameli... Nulla, insomma, che possa aver fatto particolarmente piacere a Giorgio Napolitano, nella sua doppia veste di simbolo e garante dell’unità nazionale e di meridionale e meridionalista convinto. Chi gli sta vicino o fa la spola tra i «palazzi» e la tenuta presidenziale di Castel Porziano giura che il Capo dello Stato si sia a ragion veduta astenuto dall’intervenire. «Non è questione che si possa affrontare con una battuta. Ci sto riflettendo... Del resto - dice il Presidente - il rovescio della medaglia in questione è la situazione del Mezzogiorno e lo stato di estremo disagio in cui versano le nostre regioni meridionali». Di questo parlerà certamente presto, magari anche prima della visita in Basilicata, prevista per i primi giorni di ottobre.

Ma che naturalmente non prenda parte alla discussione in corso non significa che il Presidente la sottovaluti. Fedele allo stile sobrio che ne sta caratterizzando il mandato, si è affidato ai due tradizionali capisaldi della sua azione. Da una parte, una sollecitazione discreta al governo affinché intervenisse, perché considerava impossibile che si tacesse di fronte a certe polemiche. Dall’altra, un’attenzione particolare alle cose concrete, ai fatti, alle azioni con le quali dimostrare - governo, Parlamento e forze politiche - che l’unità del Paese e i suoi simboli sono considerati tutt’oggi un valore da preservare. E c’è appunto una cosa concreta alla quale il Capo dello Stato dedica da settimane la sua attenzione: il programma per le celebrazioni del centocinquantesimo anniversario dell’unità d’Italia.

Qualche settimana fa Giorgio Napolitano prese carta e penna e scrisse una lettera al governo per conoscere gli intendimenti e gli impegni dell’esecutivo per la celebrazione del centocinquantenario: è passato del tempo, e attende ancora una risposta. La lettera era riservata, naturalmente, ma il tenore è facile da immaginare, essendo invece nota un’altra missiva che il Presidente inviò negli stessi giorni al Comitato di Torino per le celebrazioni (era il tempo della polemica sollevata da Galli Della Loggia intorno al centocinquantenario dimenticato). Rallegrandosi per il lavoro di quel comitato, Giorgio Napolitano esprimeva rammarico «per altre iniziative delle istituzioni regionali, locali e soprattutto nazionali che, purtroppo, non si riesce ancora a veder definite». Il tempo è passato, siamo ancora a quello. Ora è previsto che nella prossima seduta di governo il ministro Bondi illustrerà il programma delle celebrazioni. «Magari interverrò allora - dice il Presidente - sulla base di quello che verrà o non verrà fuori».

L’attenzione era dunque già alta, e le forti e recenti polemiche non l’hanno certo abbassata. Saranno, magari, solo i soliti fuochi d’artificio estivi dei «lumbard», ma non si sa mai... Ed è per questo che il Presidente tiene a conoscere il programma di iniziative cui pensa il governo: un programma che, nelle aspettative del Capo dello Stato, dovrà rappresentare - per il suo spessore - la migliore risposta a certe recenti polemiche. Insomma, dire che il Capo dello Stato sia preoccupato, probabilmente è improprio: ma raccontarlo sereno forse sarebbe una bugia. «Se ho scritto una lettera è per avere una risposta - annota -. Ormai siamo a fine agosto, la scadenza comincia a non esser lontana e se in autunno non si stringe... A quel punto saremo arrivati alla fine del 2009, e quindi occorrerà fare tutto nel 2010 perché gli eventi possano regolarmente aver luogo l’anno dopo. I tempi sono molto stretti...». La conclusione? Semplice: il Presidente resta in attesa. «Attendo - dice - una risposta ormai improrogabile dal governo, affinché chiarisca i suoi intendimenti e i programmi in vista del nostro anniversario». Una risposta, certo, alle sue preoccupazioni intorno alle celebrazioni per il 150° dell’Unità d’Italia; ma anche una risposta ai timori di chi vede quell’unità attaccata e derisa ad ogni piè sospinto.

* La Stampa,19/8/2008


Sul tema, nel sito, si cfr.:

-  ITALIA: CEDUTA LA "PAROLA" (1994) E CANCELLATA LA DIFFERENZA TRA LA VERITA’ ("ITALIA") E LA MENZOGNA ("FORZA ITALIA"), NESSUN PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA HA OSATO GRIDARE PIU’, COME PERTINI: FORZA ITALIA!!!
-  L’ITALIA ADDORMENTATA CONSEGNA IL SUO ONORE E IL SUO POTERE A "FORZA ITALIA"(1994-2009). Un sistema privo di qualsiasi uscita di sicurezza, il complotto, e Berlusconi. Una nota di Raniero La Valle

-  L’ITALIA E LA VERGOGNA: L’OCCUPAZIONE POLITICA DELLA LINGUA ITALIANA. Una riflessione di Gianrico Carofiglio

-  TRE PRESIDENTI DELLA REPUBBLICA: OSCAR LUIGI SCALFARO, CARLO AZEGLIO CIAMPI, GIORGIO NAPOLITANO, CHE NON SANNO PIU’ CHE SIGNIFICA, GRIDARE COME PERTINI, "FORZA ITALIA"!!!

-  PARLARE AD AGOSTO (2009) DELL’UNITA’ D’ITALIA, SOTTO L’OMBRELLONE DEL CAVALIERE DI "FORZA ITALIA"!!!

PER LA RINASCITA DELLA "GIUSTIZIA". 1938-2008: UN APPELLO DEL PRESIDENTE DEL PARTITO DI TUTTI I PARTITI PER ACCELERARE I PREPARATIVI DELLA FESTA "NAZIONALE" DEL "POPOLO DELLA LIBERTA’". La parola d’ordine e l’inno "nazionale" è "naturalmente": "Forza Italia"!!!


Rispondere all'articolo

Forum