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"FORZA ITALIA"!!! LA LUNGA MARCIA DI GIANFRANCO FINI, PER LA RINASCITA DEL POPOLO D’ITALIA, DEL "POPOLO DELLA LIBERTA’" ...

FIERA DI ROMA, CONGRESSO PDL: DISCORSO DI FINI. LA PLATEA IN PIEDI, CON BERLUSCONI, APPLAUDE. Nella giornata di ieri è stato invece il discorso di Berlusconi, zeppo dei suoi cavalli di battaglia, a segnare il congresso.

Il Pdl non esisterebbe «senza la lucida follia che a volte sembra guidare il presidente del Consiglio» che «ha creduto nel Pdl quando era difficile crederci».
sabato 28 marzo 2009 di Federico La Sala
[...] Al congresso è arrivato anche un messaggio del presidente Napolitano, in cui ringrazia «per il messaggio che mi è stato indirizzato nel giorno della nascita del nuovo partito del Popolo della libertà». «Ho colto nel messaggio - scrive il Capo dello Stato - insieme con accenti di cordiale riconoscimento ed omaggio, riferimenti puntuali agli indirizzi che ho perseguito e perseguo nell’esercizio delle funzioni che la Costituzione assegna al presidente della Repubblica, come imparziale (...)

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> FIERA DI ROMA, GONGRESSO PDL: DISCORSO DI FINI. ---- Berlusconi, il vecchio... E ieri questa vecchiaia politica e culturale si è vista tutta (di Roberto Cotroneo).

sabato 28 marzo 2009

Undicietrenta

Berlusconi, il vecchio

di Roberto Cotroneo (l’Unità, 28.03.2008)

Però qualche domanda bisognerebbe farsela. Perché dopo l’intervento di ieri di Berlusconi al congresso della Pdl ci sono alcune cose che stridono tra loro. Ogni volta che definiamo Silvio Berlusconi un uomo dell’antipolitica, un disco rotto che ripete sempre le stesse cose, uno che si occupa soltanto dei suoi affari e lo fa con assoluta determinazione, un narcisista che fa gaffe su gaffe, che ricorre alla chirurgia estetica in modo evidente e grottesco, che non ha niente in cui una persona con un minimo di buon senso possa riconoscersi, e parlo anche di persone di destra; ogni volta dicevo che si incomincia questo discorso c’è un politico, un sociologo, un analista politico di fine lettura, un giornalista attento ai fenomeni di massa che ti rimprovera: nessuno di voi ha capito Berlusconi, perché Berlusconi è uno che intercetta l’elettorato, perché Berlusconi è una sorta di rabdomante, uno che trova l’acqua nei deserti, perché Berlusconi è uno che vince sempre, e se vince un motivo ci sarà. E soprattutto: perché Berlusconi è la modernità, è uno che ha trasformato in vecchio tutto quello che c’era prima; non solo ha spazzato le ceneri del vecchio centro destra, ma ha messo in una vetrinetta antica l’intera sinistra.

Va bene. Non si è capito nulla, e forse le cose stanno proprio così, ma il Berlusconi di ieri non è uno che intercetta, ma è uno che è rimasto uguale al paese del 1994, è uno che torna ancora a dire che questa sinistra non cambierà, è uno che - in un mondo profondamente cambiato da allora - usa gli stessi stilemi, gli stessi luoghi comuni e agita gli stessi fantasmi di quando scese in campo, di quando entrò in politica. E allora? Se vince con questo armamentario, se le armi sono sempre le stesse non vuol dire che lui è moderno, che lui è il futuro, e non lo abbiamo capito.

Ma vuol dire che probabilmente esiste un elettorato di centro destra, quel 51 per cento a cui aspira Berlusconi, che è ancora più vecchio del suo leader, che è più ignorante, che pensa ancora alla sinistra come a qualcosa di cattivo. Forse non è Berlusconi l’elemento modernità, ma Berlusconi è soltanto un po’ meno vecchio dei suoi elettori, che sono culturalmente e socialmente decrepiti. Invecchiati con le sue televisioni. Intercettati da sua Emittenza, come veniva chiamato un tempo, nel modo più prevedibile possibile. Altro che modernità. Forse per disinnescare Berlusconi bisognerebbe fare in questo modo. Continuare a far passare un messaggio, vero, non di propaganda: Berlusconi è vecchio, e sono vecchi tutti quelli che stanno accanto a lui. Non è il nuovo, è il vecchio. E ieri questa vecchiaia politica e culturale si è vista tutta.


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