Ansa» 2008-05-16 18:50
7/A TAPPA: BOSISIO E VISCONTI RIDONO
(dell’inviato Adolfo Fantaccini)
PESCOCOSTANZO (L’AQUILA) - E’ bastata una tappa con una salita dura, ma non durissima, di media difficoltà, che presentava un dislivello di 626 metri, una pendenza media del 6,3 per cento e una massima di 11, per accendere il 91/mo Giro d’Italia. Niente a che vedere con il Gavia, il Pordoi, il Plan de Corones, o con l’Alpe di Pampeago, per carità, ma un primo assaggio di quello che accadrà nella terza e ultima settimana si è avuto oggi sulle montagne del Parco nazionale dell’Abruzzo, a un tiro di schioppo dalle piste di Roccaraso. Nella settima tappa i "ragazzi di vecchia e nuova generazione", come li ha definiti il presidente della Federciclismo, Renato Di Rocco, si sono dati battaglia, regalando una spruzzata di sana e attesa bagarre negli ultimi km. Danilo Di Luca aveva dato appuntamento ai suoi fan in questa tappa interamente abruzzese, ma la maglia rosa del 2007 non è stato l’unico fra i big a tirare fuori la sciabola: anche Riccò e Piepoli hanno dovuto scoprire le proprie carte, assieme ad Alberto Contador.
Il vincitore del Tour de France, rispondendo con agilità allo scatto di Di Luca, ha dimostrato di possedere la giusta carica agonistica e una forma tutt’altro che approssimativa. Lo spagnolo sarà un osso duro, durissimo, per tutti, da qui a Milano. Nella tappa vinta da Gabriele Bosisio, che è stato bravo e fortunato (a rendergli meno complicata l’affermazione una foratura che ha azzerato le ambizioni di Emanuele Sella della Cs Group-Navigare, quando mancavano solo 8 km alla fine), il palermitano Giovanni Visconti è riuscito a conservare la maglia rosa, facendo lievitare addirittura il proprio vantaggio sul tedesco Matthias Russ: i due adesso non sono più separati dai ’migliori piazzamenti’ conquistati nelle tappe precedenti, cioé da zero secondi, ma da 9". Visconti, se per il secondo giorno consecutivo dormirà con la maglia più ambita sul comodino, deve ringraziare il suo capitano Paolo Bettini.
Il campione del mondo, che gareggia per la Quick Step, è stato un mostro di generosità e ha dato una straordiria dimostrazione di umiltà, spirito di sacrificio, esaltando il gioco di squadra e trainando il ’picciotto’ in rosa sulle ultime rampe che conducevano all’arrivo. E lo ha fatto proprio nel momento in cui Visconti stava per entrare in crisi, perdendo terreno dal gruppo degli inseguitori. Senza Bettini, è inutile negarlo, Visconti, con ogni probabilità, avrebbe perso la leadership 24 ore dopo averla conquistata sul traguardo pugliese di Peschici. Il vero deluso, dopo questo primo assaggio di ’vero’ ciclismo, è Danilo Di Luca, nato a Spoltore (Pescara), vale a dire a una quarantina di km da dove si è conclusa la tappa odierna. Il leader della Lpr aveva dato appuntamento sulle strade di casa e, quando ha visto che la vittoria stava per sfuggirgli, visto il vantaggio dei fuggitivi e la successiva fuga di Leonardo Piepoli, è scattato con rabbia, ha pedalato quasi con disperazione, ma è stato ’agganciato’ tempestivamente da Contador e Riccò.
Di Luca è un po’ rimasto sulle gambe, dimostrando di non essere ancora al top, poi ha visto sfumare la vittoria. E’ apparso in buona forma, invece, lo stesso pugliese Piepoli della Saunier Duval: difficile stabilire se il ’Trullo volante’ volesse testare la gamba, oppure verificare la condizione di alcuni big. Sicuramente lo strappo di Piepoli, che all’arrivo si è detto soddisfatto del suo settimo posto, ha costretto Contador (uno dei più temuti, se non il più temuto) a svelarsi e a svelare che basta poco per scoprire i bluff. La sua condizione? Non induce certo al pessimismo.