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ITALIA. Memoria della Liberazione e della Legge dei nostri Padri e delle Madri Costituenti....

PACIFICAZIONE, COSTITUZIONE E NUOVO GOVERNO: RESTITUIRE LA PAROLA "ITALIA" AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, GIORGIO NAPOLITANO, E ALL’INTERO PARLAMENTO. Forza! VIVA, VIVA L’ITALIA - a cura di Federico La Sala

lunedì 16 giugno 2008 di Maria Paola Falchinelli
[...] 25 aprile 2008. ITALIA: LA PAROLA RUBATA. Una sollecitazione (del 2004 e del 2003) ad uscire dal sonnambulismo, oggi e finalmente
La Costituzione - le "regole del gioco" e il dialogo, quello vero ...
ALL’ITALIA NEL MONDO. IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA OFFESO E RIDOTTO AL SILENZIO. A TUTTI I CITTADINI E A TUTTE LE CITTADINE TOLTA "LA PAROLA": ITALIA. CHE SCEMPIO!!! IL LENTO E SOTTILE "AVVELENAMENTO DEI POZZI" DELLA DEMOCRAZIA E IL SONNO DI TUTTE LE SUE ISTITUZIONI CULTURALI, (...)

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> PACIFICAZIONE, COSTITUZIONE E NUOVO GOVERNO: RESTITUIRE LA PAROLA "ITALIA" ----- Un predecessore giudica il discorso di Fini. «Bene ha fatto Fini a chiedere la pacificazione. Ma il suo partito è stato dalla parte degli oppressori». Il richiamo del neo presidente della Camera, Gianfranco Fini, leader di An, ai «valori condivisi del 25 aprile», ha suscitato l’apprezzamento di un suo illustre predecessore, Pietro Ingrao, padre nobile della sinistra storica italiana. Ingrao, tuttavia, ha voluto ricordare a Fini - che non ha mai citato il nazifascismo, riferendosi genericamente a tutti i totalitarismi - che «cosa è stata la Resistenza, la guerra di Liberazione».

giovedì 1 maggio 2008


-  Un predecessore giudica il discorso di Fini.
-  Ingrao: "Bene chiedere pacificazione ma la Resistenza non si cancella"
-  Cofferati: mi ha fatto piacere il riferimento a 25 aprile e 1° maggio

di Alberto Custodero (la Repubblica, 01.05.08)

ROMA - «Bene ha fatto Fini a chiedere la pacificazione. Ma il suo partito è stato dalla parte degli oppressori». Il richiamo del neo presidente della Camera, Gianfranco Fini, leader di An, ai «valori condivisi del 25 aprile», ha suscitato l’apprezzamento di un suo illustre predecessore, Pietro Ingrao, padre nobile della sinistra storica italiana. Ingrao, tuttavia, ha voluto ricordare a Fini - che non ha mai citato il nazifascismo, riferendosi genericamente a tutti i totalitarismi - che «cosa è stata la Resistenza, la guerra di Liberazione».

Con il leader di An che da anni tenta di scrollarsi di dosso la scomoda e pesante eredità del fascismo (arrivando a dire in Israele che «fu parte del male assoluto»), Ingrao, partigiano durante l’Occupazione, ha aperto ieri, forse per la prima volta, un dialogo sulla Resistenza. «Anch’io - ha dichiarato Ingrao - vorrei la pacificazione. Ma per averla, dobbiamo ricordare quale tragedia umana ha attraversato il secolo scorso. Ricordare dunque. Ma anche insegnare a scuola. I miei nipoti devono sapere cosa fu quel tempo, le atrocità e le speranze degli italiani che si batterono per la libertà. Indicherei un libro da leggere: le lettere dei condannati a morte della Resistenza. Giovani che i nazisti decisero di uccidere. Prima di morire scrissero i loro ultimi pensieri. E ognuno di essi si concludeva con una speranza: "verrà un giorno...". È infatti venuto il giorno della libertà. E verrà quello della pacificazione».

Commenti positivi, con opportuni distinguo, al discorso di Fini sono arrivati anche dal presidente dell’Anpi Tino Casali. «Le parole di Fini sono scontate - ha detto il presidente dei partigiani - non mi hanno sorpreso. I valori dell’antifascismo e della Resistenza che ancora oggi qualcuno vuole mettere in sordina, come democrazia, libertà e giustizia, vanno ricordati non solo durante i discorsi ufficiali. Ma tutti i giorni. Se ieri, all’indomani delle elezioni, un tassista che ha votato Forza Italia mi ha detto che bisogna tornare a gridare il motto fascista "boia chi molla", significa che la democrazia va ancora difesa ogni giorno, per dare un contributo essenziale al progresso civile e sociale di cui il Paese in questo momento ha un gran bisogno».

Soddisfatto per il riferimento di Fini al Primo Maggio (festa dei lavoratori che fu soppressa durante il ventennio), l’ex leader storico della Cgil, oggi sindaco di Bologna, Sergio Cofferati. «Sono contento - ha detto - che abbia pronunciato queste parole. Mi fa piacere che ci sia un riconoscimento così esplicito dei valori che ho sempre sentito miei e che so di milioni di persone». Per l’ex presidente del Senato, Franco Marini, ex segretario della Cisl, «il discorso di Fini è stato ampio, dai toni assolutamente rassicuranti. Quindi voluto. Come ex sindacalista, mi ha fatto particolarmente piacere». Più critico un altro ex leader della Cisl, Pierre Carniti che, dopo aver giudicato il discorso di Fini nel suo complesso «equilibrato», ha sottolineato il silenzio sul Fascismo. «Visto che Fini ha espresso implicitamente un giudizio negativo sui "totalitarismi" - ha chiosato Carniti - forse era il caso di dire che gli italiani nel Ventesimo secolo hanno sperimentato il fascismo. E quindi dobbiamo essere grati a tutti quelli che hanno combattuto per la Liberazione».


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