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Guerra, e ancora guerra.....

ISRAELE E LA "SHOAH" DEI PALESTINESI. BOMBARDAMENTI SU GAZA. Il viceministro israeliano della Difesa, Matan Vilnai, ha minacciato "una shoah"!!! - a cura di pfls

Il presidente palestinese Mahmud Abbas ha espresso preoccupazione per quello che ha definito ’’il pericolo di una escalation israeliana’’
mercoledì 27 febbraio 2008 di Maria Paola Falchinelli
[...] «Shoah», in ebraico, non significa necessaria­mente olocausto: indica anche rovina, distru­zione, catastrofe. Ed è probabilmente a questo che ha voluto fare riferimento Vilnay. Ma quel­la parola, difficilmente pronunciata senza rife­rimenti diretti al genocidio nazista, ha fatto il gi­ro dei media arabi. Gli stessi che da mercoledì mostrano le foto degli otto bambini palestine­si uccisi negli ultimi due giorni dai soldati i­sraeliani (insieme ad altre 23 persone). Vilnay ha cercato (...)

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> ISRAELE E LA "SHOAH" DEI PALESTINESI. BOMBARDAMENTI SU GAZA. ..... Israele continua l’attacco dopo l’Onu, stop da Washington

domenica 2 marzo 2008


-  Gaza, Israele continua l’attacco dopo l’Onu, stop da Washington
-  Hamas e Fatah si riavvicinano *

Dopo due giorni di cannoneggiamenti e civili uccisi, domenica arriva lo stop anche da Washington all’invasione di gaza da parte dell’esercito israeliano. «La violenza deve cessare e i negoziati devono riprendere», ha dichiarato alla fine il portavoce della Casa Bianca, Gordon Johndroe, preoccupato per lo stop ai negoziati di pace tra Abu Mazen e Ehud Olmert imbastiti a Annapolis sotto l’egida dell’amministrazione Bush.

Gli attacchi israeliani contro la Striscia di Gaza che in 48 ore hanno causato quasi 100 morti e centinaia di feriti, in maggioranza civili, non sono certo un aiuto alla pace. I negoziati tra il presidente Abu Mazen e Tel Aviv sono «morti sotto le macerie», per usare l’espressione del capo negoziatore palestinese Saab Erekat. E Israele è più sola. L’Onu ha infine condannato il «suo sproporzionato uso della forza» - parole del segretario generale Ban Ki Moon al termine di una riunione straordinaria nella notte del Consiglio di Sicurezza - la Ue e la comunità internazionale prendono le distanze, unitamente alla continuazione dei lanci di qassam nel Neghev.

I lanci di razzi Qassam contro Sderot e le altre cittadine israeliane del deserto del Neghev continuano in ogni caso e domenica c’è stato un ferito. In più Hamas e Fatah si stanno riavvicinando. È l’attacco, la strage di civili e bambini, che sta riportando la pace tra le due fazioni contrapposte del popolo palestinese. Il presidente Abu Mazen, con un gesto che negli ochi dei palestinesi ricorda molto il defunto Yasser Arafat, ha donato il sangue per i feriti di Gaza: un gesto di forte natura simbolica.

E il portavoce di Hamas, Taher al-Nunu ha dichiarato che ora, di fronte a questa carneficina e alle manifestazioni di solidarietà scoppiate spontanee anche in Cisgiordania, è indispensabile «formare di un governo di unità nazionale di emergenza per porre fine alle divisioni tra Gaza e la Cisgiordania» Finora tutti gli appelli di Hamas erano caduti nel vuoto, dopo il sanguinoso colpo di mano con cui lo scorso giugno l’organizzazione estromise Fatah, il partito di Abu Mazen, e assunse il controllo dalla Striscia di Gaza.

Tra i morti dell’attacco - compiuto con cannoneggiamenti della città palestinese di Jebalya, con raid di caccia e bombardamenti a Beit Hanoun ieri e rastrellamenti con carri armati e truppe di terra che hanno catturato anche numerosi prigionieri a Erez, domenica- ci sono molti bambini. Due finora i soldati israeliani uccisi dal fuoco dei miliziani palestinesi, sabato. Mentre si registra un palestinese ucciso a Hebron in Cisgiordania durante le manifestazioni di protesta domenicali. Si chiamava Mahmoud Musalameh, e aveva appena 14 anni.

Karen Abu Zayd, Commissario generale dell’Unrwa, l’Agenzia dell’Onu per i rifugiati palestinesi ha detto di essere «disgustato dalle violenze che hanno colpito Gaza, dove il bilancio delle vittime civili, soprattutto dei bambini, non cessa di crescere ad ogni ora». Drammatica la situazione degli ospedali della Striscia di Gaza intasati dai feriti e a corto di medicinali e di sangue.

Domenica il presidente israeliano Shimon Peres intervenendo all’ apertura di una campagna per la raccolta di fondi a favore di bambini disabili, Peres, a proposito delle operazioni militari israeliane in corso nel nord della striscia di Gaza, ha detto: «Israele non odia i palestinesi e non intende colpire la popolazione innocente, ma gli abitanti di Gaza, con Hamas in testa, devono capire che la migliore protezione per i loro figli è la fine assoluta del fuoco di razzi su Israele».

Il quotidiano Haaretz riporta una richiesta di chiarimento avanzata dal ministro della Difesa israeliano, Ehud Barak, al collega titolare della Giustizia, Daniel Friedmann, per un parere giuridico sulla legittimità di attaccare case e postazioni civili nella Striscia di Gaza per stanare i lanciatori di razzi.

In attesa di questo valido chiarimento legale, Turchia e Mauritania condannano l’operato di Israele mentre in Libano e in Giordania migliaia di persone hanno iscenato manifestazioni di protesta.

* l’Unità, Pubblicato il: 02.03.08, Modificato il: 02.03.08 alle ore 19.39


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