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Guerra, e ancora guerra.....

ISRAELE E LA "SHOAH" DEI PALESTINESI. BOMBARDAMENTI SU GAZA. Il viceministro israeliano della Difesa, Matan Vilnai, ha minacciato "una shoah"!!! - a cura di pfls

Il presidente palestinese Mahmud Abbas ha espresso preoccupazione per quello che ha definito ’’il pericolo di una escalation israeliana’’
mercoledì 27 febbraio 2008 di Maria Paola Falchinelli
[...] «Shoah», in ebraico, non significa necessaria­mente olocausto: indica anche rovina, distru­zione, catastrofe. Ed è probabilmente a questo che ha voluto fare riferimento Vilnay. Ma quel­la parola, difficilmente pronunciata senza rife­rimenti diretti al genocidio nazista, ha fatto il gi­ro dei media arabi. Gli stessi che da mercoledì mostrano le foto degli otto bambini palestine­si uccisi negli ultimi due giorni dai soldati i­sraeliani (insieme ad altre 23 persone). Vilnay ha cercato (...)

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> ISRAELE E LA "SHOAH" DEI PALESTINESI. BOMBARDAMENTI SU GAZA. ---- Israele: "Pronti a invasione di terra".

domenica 2 marzo 2008


-  MEDIO ORIENTE

Israele: "Pronti a invasione di terra"

Ieri a Gaza i raid e le incursioni hanno provocato sessanta morti

GERUSALEMME. Il ministro della Difesa israeliano, Ehud Barak, ha affermato oggi che i comandi dello Stato ebraico sono pronti a lanciare un’ampia offensiva di terra nella Striscia di Gaza. «Non siamo contenti di questo ma non abbiamo paura», ha dichiarato il ministro ai microfoni di Radio Israele. «Ci sono molte valutazioni da fare sui tempi». Secondo Barak, l’ipotesi di una vasta offensiva di terra a Gaza è «reale e concreta».

Strage di civili, 60 morti

Solo ieri, i raid e le incursioni di Tsahal nella Striscia hanno causato la morte di oltre 60 palestinesi. Questa notte è stato bombardato e distrutto il palazzo che ospita l’ufficio di Ismail Haniyeh: il «premier» di Hamas, il movimento al potere a Gaza definito «terroristico» da Israele e Stati Uniti. I vertici dello Stato ebraico presentano l’offensiva a Gaza come una risposta al continuo lancio di missili palestinesi contro obiettivi in territorio israeliano. Questa notte, nel corso di una riunione d’emergenza del Consiglio di sicurezza, il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon ha sottolineato come ieri sul territorio israeliano siano caduti 26 razzi lanciati dalla Striscia di Gaza.

Ban Ki-moon: «sproporzionato» l’uso della forza da parte di Israele

Il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, ha definito «eccessivo» e «sproporzionato» l’uso della forza da parte di Israele nella Striscia di Gaza. Il numero uno del Palazzo di Vetro - si legge sul sito online del quotidiano Haaretz - è intervenuto nella notte a una riunione d’emergenza del Consiglio di sicurezza dell’Onu dedicata al recente aggravarsi del conflitto a Gaza. Gli Stati Uniti, in una comunicazione della Casa Bianca, hanno espresso rammarico sugli scontri nella Striscia. «C’è una distinzione chiara - ha affermato il portavoce della Casa Bianca Gordon Johndroe - tra attacchi terroristici con razzi che mirano a civili ed azioni di autodifesa». «Gli Stati Uniti sono profondamente preoccupati per la situazione umanitaria a Gaza e nel sud di Israele».

Si incrinano così i colloqui di pace tra Israele e i palestinesi

«Il processo di pace è stato distrutto dall’aggressione e dai crimini compiuti» ha detto Saeb Erakat, uno dei massimi negoziatori palestinesi, «i negoziati sono sepolti sotto le macerie delle case distrutte a Gaza». Il movimento di resistenza islamico Hamas, che a giugno dell’anno scorso assunse il controllo della Striscia con un colpo di mano contro il presidente moderato Abu Mazen, ha denunciato «il silenzio» della comunità internazionale, compreso il mondo arabo. «Il fatto che a Gaza ci siano delle vittime civili non ci rende felici» ha affermato il ministro israeliano della Difesa, Ehud Barak, in una nota, «la responsabilità è di Hamas e di coloro che sparano razzi contro Israele: saranno loro a pagare». Lo stesso presidente Abu Mazen -ha riferito Radio Israele- ha sollecitato il Consiglio di Sicurezza dell’Onu a convocarsi per denunciare le operazioni israeliane. Hazem Abu Shanab, esponente di Fatah a Gaza, il partito laico che fa capo ad Abu Mazen, ha definito le incursioni israeliane «un vero massacro».

Attesa per la missione di Condoleezza Rice

L’ex primo ministro palestinese e capo negoziatore Ahmed Qureia, ha denunciato il tentativo di Israele di fare naufragare i colloqui di pace rilanciati nella conferenza di Annapolis dello scorso novembre dal premier israeliano Ehud Olmert e dal presidente Abu Mazen. L’acuirsi della tensione rischia di compromettere la missione del segretario di Stato americano, Condoleezza Rice, attesa per l’inizio della settimana prossima in Israele e nei Territori. Ed è forse anche l’obiettivo di Hamas, come ha denunciato Olmert. L’offensiva è iniziata poco dopo la mezzanotte di venerdì, quando carri armati con la copertura di elicotteri hanno mosso verso il campo profughi di Jalabiya e nella vicina Tufah, nel nord della Striscia di Gaza. Molti fotoreporter si sono trovati nel pieno della battaglia a Jabaliya e un fotografo palestinese è rimasto ferito dalle schegge di un proietto israeliano. Il leader supremo di Hamas, Khaled Meshaal, dalla suo esilio a Damasco, ha accusato Israele di «strumentalizzare l’Olocausto» al fine di giustificare ogni sua azione, compresi gli attacchi contro la Striscia di Gaza. «Israele sta esasperando l’Olocausto... Israele lo usa come scudo per fare ciò che vuole», ha detto Meshaal in una conferenza stampa. È nella Striscia di Gaza, ha aggiunto, che si sta consumando «un vero Olocausto».

* La Stampa, 2/3/2008 (7:19)


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