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Memoria della Legge dei nostri Padri e delle nostre Madri Costituenti .....

ITALIA. OLTRAGGIO AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, GIORGIO NAPOLITANO. Il senatore Francesco Storace indagato dalla Procura di Roma. Il Ministro della Giustizia ha concesso l’autorizzazione a procedere - a cura di pfls

giovedì 18 ottobre 2007 di Maria Paola Falchinelli
[...] l’ex ministro della Salute ha detto: Il presidente della Repubblica "è indegno di una carica usurpata a maggioranza. Napolitano non ha titoli per distribuire patenti etiche per la disdicevole storia personale e per l’evidente faziosità istituzionale" [...]

Dopo la polemica sui senatori a vita aveva definito l’inquilino del Quirinale "indegno"
Aperto un fascicolo per "oltraggio al decoro o al prestigio del presidente della Repubblica"
La (...)

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> ITALIA. OLTRAGGIO AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, GIORGIO NAPOLITANO. Il senatore Francesco Storace indagato dalla Procura di Roma. Il Ministro della Giustizia ha concesso l’autorizzazione a procedere - OFFESE A CIAMPI: L’ex presidente della Repubblica da molti mesi non va più in Aula per le votazioni.

venerdì 19 ottobre 2007


-  Al centro della scelta le crescenti polemiche verso i senatori a vita, accusati di sostenere il governo

-  L’ex presidente della Repubblica da molti mesi non va più in Aula per le votazioni

di Marco Galluzzo (Corriere della Sera, 18 ottobre )

ROMA - Ciò che faccio lo faccio per senso dello Stato, ama dire Ciampi. E non è un modo per rivendicare o difendersi, ma una linea di condotta, un metodo, che ha più volte esplicitato, con le parole come con le decisioni, nella sua lunga esperienza istituzionale: alla Banca d’Italia come al governo, al Quirinale come nelle scelte che ha sin qui compiuto da senatore a vita. Carlo Azeglio Ciampi da molti mesi non va più in Aula al Senato, preferisce stare nel suo studio, rispondere ai tanti impegni istituzionali che ancora lo coinvolgono come presidente emerito della Repubblica. Esiste anche un mestiere di ex presidente, che lo porta in giro per l’Italia, a visitare comuni e province, di centrodestra (che lo accolgono, a suo dire, con enorme entusiasmo) come di centrosinistra, partecipare a iniziative politiche e sociali, dare un contributo di esperienza, di rappresentanza.

Un mestiere che Ciampi ha amato e ama ancora più di ogni altro, poiché consente il contatto con gli italiani, la conferma di un rapporto di sintonia che durante il suo mandato (tradotto in indici di gradimento) è stato fra i più alti della storia della Repubblica. Quel mestiere, e i valori che lo sostengono, hanno allontanato negli ultimi mesi il Presidente dal Senato. Diradato le sue apparizioni in Aula, sino ad annullarle. Fatto maturare la convinzione che l’imbarbarimento attuale dello scontro politico poco si concilia con il patrimonio di immagine accumulato negli anni.

Sembra che anche queste riflessioni, che Ciampi non ha nascosto ad altri senatori, abbiano prodotto l’assenza di qualche settimana fa, in occasione del voto sul viceministro Visco. In quel caso mancava un altro presidente emerito della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, impegnato ad un cerimonia religiosa in ricordo di San Francesco e del suo testamento.

Quel giorno in Senato la maggioranza si salvò per un solo voto. E in molti si interrogarono sulla scelta di Scalfaro come di Ciampi. A sinistra con preoccupazione, a destra sperando che le assenze fossero l’inizio di un distacco progressivo dalle sorti del governo. Sia la preoccupazione che la speranza non fanno probabilmente il conto con la storia dei due uomini, che non può essere legata al contingente, alla contabilità continua della possibile crisi.

Ma certamente esiste un imbarazzo che cresce. E che non è legato alle sole accuse, talvolta sopra le righe, talvolta smodate, di coloro che criticano l’appoggio dei senatori a vita al governo. In Ciampi esiste la consapevolezza che esiste anche una soglia oltre la quale il senso dello Stato può essere dirottato sulla salvaguardia di altri valori, importanti come o forse più della stabilità, della tenuta di un governo. Soprattutto se questa esige un sacrificio che rischia di mettere a repentaglio l’immagine dei senatori a vita (di nomina come di diritto), se non quella dello stesso Quirinale (che di riflesso vive anche delle scelte di chi ne è stato inquilino per 7 anni). Non è il rischio di passare per un uomo di parte che potrebbe tenere, anche in futuro, l’ex presidente lontano dal Senato. Ma le riflessioni e le amarezze, di cui qui si dà conto, avranno un ruolo decisivo nella scelta.


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