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Filosofia e Filologia

CULTURA E GIOCHI DI POTERE IN ITALIA: UN "INFINITO" FANGO?!! Ma in che lingua traduciamo?!! Giovanni Semerano ha fatto la sua proposta: perché non approfondirla anche se dovesse far vacillare apparati culturali e soprattutto autorità e poteri consolidati da quegli apparati? Un’ennesima sollecitazione di Umberto Galimberti - a cura di pfls

sabato 31 marzo 2007 di Maria Paola Falchinelli
[...] In uno dei suoi ultimi lavori, L’infinito: un equivoco millenario, Giovanni Semerano, che rifiuta l’origine indiana delle lingue europee, dimostra che la parola di Anassimandro "apeiron", che è poi la prima parola della filosofia greca, che come tutti sanno è nata in Asia Minore, non vuol dire "infinito" o "indeterminato", come vuole Aristotele e dopo di lui l’intera storia della filosofia, ma semplicemente "terra", "polvere", "fango", dall’accadico "eperu", vicino al semitico "apar", (...)

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> CULTURA E GIOCHI DI POTERE IN ITALIA: UN "INFINITO" FANGO?!! Ma in che lingua traduciamo?!! Giovanni Semerano ha fatto la sua proposta: perché non approfondirla anche se dovesse far vacillare apparati culturali e soprattutto autorità e poteri consolidati da quegli apparati? Un’ennesima sollecitazione di Umberto Galimberti - a cura di pfls

martedì 2 dicembre 2008
Infinito = fango, terra è impossibile. L’aggettivo Apeiron compare in passi dell’Odissea dove si parla di isole e navi. Appare perciò molto improbabile che le navi corrano veloci nel vento su un mare di terra e fango, o che le isole siano in mezzo a un mare di terra o fango. Inoltre, Semerano fa riferimento all’attico (dialetto di Atene) peras (termine); ma in dialetto ionico la parola è peiras (termine): Anassimandro è di Mileto; cioè della Ionia: dunque scrive in ionico. Si tenga presente che il termine Apeiron va tradotto come indeterminato, cioè privo di determinazioni specifiche, ma nello stesso tempo ricco di tutte le determinazioni, senza chiudersi in una sola di esse. Propriamente, Infinito in greco si dice atelès, cioè senza telos, senza fine, senza contorno, senza perfezione, che è un termine negativo, per la sua connotazione. Se l’idea di sopperire a una mancanza ha spinto Semerano a pensare che Apeiron derivi dall’accadico Eperu: "terra", c’è un errore di prospettiva: l’idea che la terra sia a fondamento di tutto è l’idea del mito (che deriva sì, quello, dalla cultura semitica): è il mito di Gaia di cui parla il poeta Esiodo, un’idea tradizionale che i filosofi ionici contestano, quando vedono nell’acqua (Talete), nell’aria (Anassimene), nel fuoco (Eraclito) o nell’Indeterminato (Anassimandro) il principio di tutto. Qui non si tratta di paradigmi culturali da mettere in crisi. Si tratta di ignoranza dei più banali metodi linguistici da parte di chi si fregia di grandi titoli accademici e ottiene riconoscimenti in un contesto culturale malandato come quello italico.

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