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Solo Dio è sapiente (Socrate): De pace fidei (Cusano)

"CONOSCI TE STESSO". "ECCE HOMO. Come si diventa ciò che si è". Una bella e limpida discussione tra U. Galimberti ed E. Scalfari, ma ancora in un orizzonte "pre-copernicano" e "pre-fachinelliano".

Segnalazione, con "risposta", del prof. Federico La Sala
venerdì 2 febbraio 2007 di Maria Paola Falchinelli
[...] scrive opportunamente Scalfari dall’alto della sua biografia: “Si può, sia pure con qualche fatica, oggettivare l’io, la nostra mente a capacità riflessive e può pensare il proprio pensiero e le forme della propria soggettività. Ma il “sé”, cioè l’essenza, la cosa in sé del mio essere, non è pensabile. La mia incostanza impulsiva, le mie crisi neuronali, i miei sentimenti nascenti nel fondo dell’inconscio, non sono pensabili se non nel momento in cui emergono ed (...)

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> "CONOSCI TE STESSO". --- ANTROPOLOGIA FILOSOFIA E PSICOANALISI: "LA MATURITA’ E’ TUTTO"("King Lear", V. 2).

venerdì 24 febbraio 2023

ANTROPOLOGIA FILOSOFIA E PSICOANALISI: "LA MATURITA’ E’ TUTTO"("King Lear", V. 2) ... MA E’ ANCORA DIFFICILE DA RAGGIUNGERE.
-  Un omaggio a William Shakespeare...

      • LE "TRE METAMORFOSI" DELLO ZARATHUSTRA DI NIETZSCHE E IL "SAPERE AUDE!" DELL’ILLUMINISMO DI KANT.

PSICOLOGIA E FILOSOFIA. Carl Gustav Jung ha fatto un brillantissimo lavoro su «Lo Zarathustra di Nietzsche. Seminario 1934-39» , ma alla fine la sua stessa ombra gli ha impedito di giungere a fondo e a capo dell’enigma di Edipo, della domanda (la "question") di Amleto, della "visione e l’enigma di Zarathustra e, infine, di accogliere il bambino nato dalla metamorfosi del cammello e del leone (cfr. Federico La Sala, "La mente accogliente. Tracce per una svolta antropologica", Antonio Pellicani Editore, Roma 1991 ).

"CONOSCI TE STESSO" (DELFI): "ECCE HOMO. Come si diviene ciò che si è" (Nietzsche, 1888). Il problema è antico, e il cammino di ogni essereumano è ancora lungo. Per lo più siamo fermi (come umanità) in una fase dello sviluppo segnato dalla minore età, di "giovani" che non hanno imparato a pensare con la propria testa e a camminare con i propri piedi; di esseri umani che vivono ancora come cammelli che viaggiono in un deserto con le loro tavole del "tu devi"; e di molti altri che hanno saputo liberarsi dei pesi, ma vanno in giro in una foresta solo a ruggire come leoni con la potenza del loro "io voglio", ma Nessuno ancora è giunto a venir fuori dal proprio "stato di minorità", a diventare maggiorenne, e a saper dire, con semplicità, "io sono colui che sono": "Ecce Homo" ("Ecco un Essere Umano"). Forse è bene rimettersi in cammino con Dante e Virgilio e uscire dall’orizzonte della caduta e della tragedia.

Federico La Sala


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