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Italia

MAFIA E "PROFESSIONISTI DELL’ANTIMAFIA". Leonardo Sciascia, un quaquaraquà?! Sì, non rinnego nulla. Sono stato io - a dirlo, Francesco Petruzzella.

domenica 7 gennaio 2007 di Maria Paola Falchinelli
Dopo 20 anni si rivela l’autore dell’accusa: Francesco Petruzzella,
allora studente, esce allo scoperto e assicura di non essere pentito
"Sono stato io a chiamare
Sciascia un quaquaraquà"
di ATTILIO BOLZONI *
ERA iscritto a Giurisprudenza e faceva pratica con le parti civili al maxi processo. È stato uno dei fondatori del Coordinamento antimafia, nel 1987 aveva ventiquattro anni. "Sono stato io a scrivere quel comunicato su Sciascia e non lo rinnego, quella vicenda non si può capire se (...)

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> MAFIA E "PROFESSIONISTI DELL’ANTIMAFIA". --- Napolitano, omaggio a Sciascia... L`ultima tappa della tre-giorni di Giorgio Napolitano in Sicilia è stata breve, ma di grande significato.

lunedì 25 maggio 2009

Napolitano, omaggio a Sciascia

L`ultima tappa della tre-giorni di Giorgio Napolitano in Sicilia è stata breve, ma di grande significato: il presidente della Repubblica è andato a Racalmuto a rendere omaggio alla memoria di Leonardo Sciascia, scomparso venti anni fa all`età di 68 ami e da allora oggetto di una sorta di oscuramento. Napolitano, che lo ha conosciuto e lo ha stimato, non trova giusto questo oblio e l`ha detto con il gesto simbolico della visita a questa cittadina molto nota e molto fuori mano, e con parole inequivocabili, Il presidente ha deposto un cuscino di fiori sulla tomba laica dello scrittore volterriano, una lapide bianca senza croce sulla quale sono incisi il nome e il celebre epitaffio dettato dallo stesso Sciascia: «Ce ne ricorderemo di questo pianeta».

Poi ha visitato la Fondazione creata per ricevere l`eredità della sua cultura e per trasmettere il suo messaggio civile di disincanto, di impegno civile e di elogio della ragione come urica bussola a cui l`uomo deve affidarsi. Ad accompagnare Napolitano alla Fondazione, oltre agli amministratori locali, c`erano il presidente della Regione Raffaele Lombardo e il ministro della Giustizia Angelino Alfano, la figlia di Sciascia, vecchi amici dello scrittore.

Spirito illuminista e anti-dogmatico, Sciascia aveva avuto sempre rapporti difficili con il Pci. Fin dai primi racconti non aveva risparmiato strali al culto nostrano dello stalinismo. Ma poi, negli Anni Settanta, con Enrico Berlinguer segretario, aveva fatto un`apertura di credito e accettato una candidatura al consiglio comunale di Palermo, come indipendente. Però i rapporti si erano presto guastati ed erano finiti con uno strappo irreparabile, anche per i rapporti personali con il segretario del Pci, e con il passaggio nelle liste del Partito Radicale.

Uno strappo che in qualche modo Napolitano - il quale aveva conosciuto Sciascia a Montecitorio negli Anni Ottanta quando entrambi erano parlamentari - ha voluto archiviare rivalutando a tutto tondo il valore non solo letterario, ma anche civile dell`autore del «Giorno della civetta»: «Mi ha portato qui - ha detto Napolitano - il ricordo personale di Leonardo, che ho grandemente amato come scrittore europeo non meno che italiano. L`ho sempre ascoltato con attenzione e grande rispetto, come grande coscienza e voce civile dell`Italia».

Il capo dello Stato ha elogiato la Fondazione e ha incoraggiato i dirigenti a diffondere da questa cattedra «una testimonianza viva di quella Sicilia della ragione e della cultura che noi possiamo ben identificare con il nome di Sciascia».

* Il Mattino, 25 maggio 2009, pag. 6.


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