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PER UNA SVOLTA UMANA E CULTURALE: SVEGLIARSI, SUBITO !!! PRODI DIFENDE LA FINANZIARIA E LANCIA L’ALLARME : Il Paese è impazzito, non pensa più al futuro!

martedì 14 novembre 2006 di Federico La Sala

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> PER UNA SVOLTA UMANA E CULTURALE: SVEGLIARSI, SUBITO !!! L’ALLARME DI PRODI: "Il Paese è impazzito, non pensa più al futuro".

sabato 11 novembre 2006

Prodi: «Questo Paese è impazzito. La Finanziaria è per il domani»*

«Qui ormai siamo in un paese impazzito, che non pensa più al domani». Il Presidente del Consiglio risponde con grinta e senza usare mezzi termini ai giornalisti che lo incalzano sui temi "scottanti" del Paese a margine dell’inaugurazione del raddoppio della tratta ferroviaria Bologna-Crevalcore, nel luogo in cui il 7 gennaio 2005 ci fu l’incidente ferroviario che provocò 19 morti. Parla della manovra, delle difficoltà all’interno della maggioranza, delle critiche ai tagli alla ricerca arrivate dai Nobel, della necessità di "larghe intese" per riformare il Paese e persino delle polemiche annunciate circa una presunta commemorazione "sotto tono" per i militari italiani morti a Nassiryia il 12 novembre del 2003. Insomma una sorta di "sfogo" in cui Prodi difende la manovra e sottolinea soprattutto la necessità di riformare e ricostruire il Paese.

Finanziaria

Ma andiamo con ordine. Prima di tutto la Manovra. «Io ho fatto una finanziaria che pensa allo sviluppo domani e dopodomani, nei prossimi anni a ricostruire il paese - spiega Romano Prodi - Nessuno vuole che si taglino le spese che lo interessano. Poi - ha aggiunto riferendosi alle critiche sul capitolo fiscale - si dice: "Troppe tasse". Ma la quantità di imposte è minima. Siamo intorno ai 3 miliardi di euro su una Finanziaria di 40-41 miliardi, vedremo il definitivo. E si continua a lavorare commentando fatti inesistenti».

Insomma, spiega il premier, è normale che «con una Finanziaria come questa» si facciano «molti scontenti»: «È ora che i politici governino anche scontentando - sottolinea Prodi - per il bene di tutti. Lo ripeto scontentare, a volte, significa fare il bene di tutti». «Quindi io sono estremamente tranquillo - ha ribadito - quando abbiamo la Finanziaria definitiva la gente fa i conti e, soprattutto, quando ci saranno le conseguenze sullo sviluppo dell’economia, allora credo che la gente sarà contenta. È inutile fare politica vivendo sull’oggi».

Tfr e Ferrero

I giornalisti quindi incalzano il premier sulle difficoltà all’interno della maggioranza e in particolare sul "no" del ministro Ferrero (Rifondazione Comunista) alla riforma della cosiddetta "liquidazione". Insomma: il voto del ministro Ferrero contro il Tfr apre un caso politico per il governo e la maggioranza? «Per me no, non apre un caso politico - dice sicuro il presidente del Consiglio - il ministro ha chiaramente limitato il dissenso a questo». «Vedete - ha spiegato Prodi ai cronisti - al Consiglio dei ministri, come in tutti i paesi seri, si vota anche a maggioranza. Sul Tfr non c’era l’accordo da parte di Ferrero e ha semplicemente votato contro senza che questo costituisca nulla».

Montalcini

Sistemato il dissenso con Rifondazione i cronisti chiedono a Prodi cosa ne pensa dell’allarme di Rita Levi Montalcini sugli scarsi fondi per la ricerca. «Ho sentito le sue dichiarazioni, mi sembrano un giusto ammonimento, ma anche intempestive. Perché si sta lavorando, scavando ogni piccola fonte per poter avere soldi per la ricerca. Quindi non ritengo giustificato un grido di allarme definitivo. Lo prendo come un invito e un ammonimento».

Riforme e larghe intese

Concluso il capitolo Finanziaria tocca a quello delle "larghe intese". I giornalisti chiedono al premier se è d’accordo con il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, sulla necessità che le riforme costituzionali si facciano con le più larghe intese possibili: «Certo, come no! - dice sicuro Prodi - Ho sempre detto che la legge elettorale e le grandi riforme costituzionali si fanno non a colpi di maggioranza come ha fatto il precedente governo. Lo ripeto: è parte del nostro programma. Mi fa piacere che il presidente della Repubblica riconosca l’importanza di una decisione di questo tipo».

Prodi risponde anche a Fini che dice che su le riforme non c’è dialogo: «E allora non si fanno! Se non le vuol fare - dice con un sorriso - non si fanno. Ma non è questo il modo in cui si manda avanti il Paese».

Iraq

Infine il capitolo Iraq e la replica agli attacchi del centrodestra sulla commemorazione della strage di Nassiriya.: «Il presidente del Consiglio domani andrà a commemorare i caduti di Nassiriya personalmente, quindi io non applico nessun tono minore». «Lo faccio a Bologna - spiega Prodi - perché mi sembra doveroso rendere omaggio ai caduti di Nassiriya nella mia città». Domenica mattina, infatti il Professore si recherà al cippo che, nel parco della Montagnola di Bologna, ricorda la strage di Nassiriya: «Il simbolo - sottolinea Prodi - è molto più generale che non bolognese».

* www.unita.it, Pubblicato il: 11.11.06 Modificato il: 11.11.06 alle ore 13.41


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