Secondo il ministro degli esteri giapponese il consiglio di sicurezza ha raggiunto un accordo Ottimisti anche i rappresentanti di Usa, Gran Bretagna e Russia al Palazzo di Vetro
Sanzioni alla Corea, Tokyo annuncia intesa. "Domani all’Onu il voto della risoluzione"
Il pacchetto di misure sarebbe un duro colpo per il regime nordcoreano *
NEW YORK - Il voto del consiglio di sicurezza dell’Onu sulle sanzioni alla Corea del Nord slitterà quasi sicuramente a sabato, ma sarà probabilmente unanime nel condannare il nuovo test nucleare di Pyongyang, aprendo di fatto la porta all’adozione di dure sanzioni economiche.
Il presidente di turno del consiglio, il giapponese Kenzo Oshima, ha spiegato al termine di una riunione con i rappresentanti dei cinque membri permanenti (Usa, Cina, Russia, Francia e Gran Bretagna) che il pronunciamento, nonostante il desiderio di Washington di far passare la risoluzione per venerdì, slitterà di almeno un giorno per revisioni chieste dalla Russia e dalla Cina alla bozza in discussione. Revisione che sarebbero state portate a termine con successo.
Convinto che sia stata raggiunta un’intesa si è detto il ministro degli Esteri giapponese Taro Aso, precisando che la risoluzione di condanna dovrebbe fare riferimento al comma 41 dell’articolo 7 della Carta dell’Onu, che prevede l’adozione di sanzioni "non incluso il ricorso alla forza". Nei giorni scorsi il Giappone aveva auspicato che l’accenno all’articolo 7 fosse più generico e aprisse quindi la strada a un eventuale intervento armato. Più in sintonia con le posizioni cinesi, invece, il presidente americano George Bush aveva auspicato che fosse prima la diplomazia ad avere "pieno corso", nel tentativo di sfruttare interamente ogni possibilità di dialogo.
Nel loro complesso le sanzioni dovrebbero rappresentare un duro colpo per la Corea del Nord, che trae dal commercio con Cina, Russia e Asia sudorientale una parte importante delle sue scarse risorse economiche. Con la votazione prevista per domani all’Onu la palla dovrebbe tornare nel campo di Pyongyang, che ha già preannunciato ritorsioni dirette soprattutto contro il Giappone, mostratosi in prima fila nel premere per le sanzioni.
Prima che Aso annunciasse l’accordo, si erano detti ottimisti anche i rappresentanti delle altre potenze. L’ambasciatore statunitense presso il Palazzo di Vetro John Bolton, aveva chiarito: "Abbiamo fatto concreti progressi, non abbiamo ancora raggiunto un accordo. Ma molte delle più importanti differenze sono state risolte, con nostra grande soddisfazione".
Parlando del nuovo testo allo studio, la terza bozza del documento per le sanzioni, l’ambasciatore britannico all’Onu Emyr Jones Parry aveva chiarito che "si tratta di una sostanziale revisione che ha però incontrato una risposta molto solida. Spero che possa diventare la base per giungere alla unità del consiglio di sicurezza e ad una azione rapida".
Fiducioso sulla possibilità di trovare un’intesa pure il rappresentante russo Vitaly Chufrkin: "Vi sono stati diversi mutamenti, diversi miglioramenti - ha detto - Penso che l’unità del consiglio di sicurezza, a questo punto, abbia preso forma". (13 ottobre 2006)
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www.repubblica.it, 13.10.2006