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Per il dialogo, vero!

“Giustizia e Libertà” - e Verità! ONORE A ORIANA FALLACI ... ma non all’Imam Khomeini e nemmeno a Papa Benedetto XVI !!!

lunedì 18 settembre 2006 di Federico La Sala
[...] come al ’papa’ della religione islamica - così al papa della "libera" Chiesa cattolico-romana, la questione che pone il suo gesto di donna all’uno e di donna laica-cristiana all’altro è l’affermazione e la richiesta del riconoscimento della propria libertà e, tout court, all’uno e all’altro - sul piano umano e culturale, politico, giuridico e teologico - il diritto alla sovranità e al sacerdozio della donna - in tutti e due i campi - islamico e cattolico-romano!!! Opposti (...)

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> “Giustizia e Libertà” - e Verità! ONORE A ORIANA FALLACI ... FIRENZE. Persone in coda davanti alle principali librerie di Firenze, già prima dell’apertura, per acquistare ’Un cappello pieno di ciliege’, il romanzo postumo di Oriana Fallaci pubblicato da Rizzoli e messo in vendita da oggi.

mercoledì 30 luglio 2008

Ansa» 2008-07-30 13:46

FALLACI, CODE A FIRENZE PER ROMANZO POSTUMO

FIRENZE - Persone in coda davanti alle principali librerie di Firenze, già prima dell’apertura, per acquistare ’Un cappello pieno di ciliege’, il romanzo postumo di Oriana Fallaci pubblicato da Rizzoli e messo in vendita da oggi. Vetrine e scaffali interamente dedicati alla scrittrice e giornalista fiorentina sono stati allestiti nelle librerie del centro, come Edison, Feltrinelli e Melbookstore, dove il nuovo romanzo di Oriana Fallaci viene esposto a fianco dei suoi precedenti successi editoriali.

Soddisfatti i direttori delle librerie che nelle prime ore della mattinata hanno venduto subito decine e decine di copie del romanzo a dimostrazione dell’interesse già manifestato nei giorni scorsi con numerose richieste di informazioni sul giorno di pubblicazione dell’opera.

(di Elisabetta Stefanelli)

Una cassapanca, tramandata dall’ava Ildebranda, con dentro gli ultimi cimeli di una famiglia, fu distrutta da un bombardamento su Firenze in una notte del 1944. Conteneva oggetti salvati per caso dal tempo e dalla storia: "un liuto privo di corde, una pipa d’argilla, una moneta da quattro soldi emessa dallo Stato pontificio, un vetusto orologio che stava nella mia casa di campagna e che ogni quarto d’ora suonava i rintocchi della campana di Westminster". Oriana Fallaci bambina era riuscita a vedere e toccare quelle poche cose e ne aveva serbato memoria, una memoria che, insieme alle voci della madre e del padre nei loro racconti delle storie di famiglia, si è trasformata in un atto d’amore.

L’atto d’amore è il romanzo a cui la grande scrittrice e giornalista ha dedicato le forze degli ultimi anni, a partire da quell’11 settembre che le aveva lasciato dentro l’idea della morte e forse per questo la necessità di ricostruire, indietro nel tempo, la storia della sua famiglia, come racconta in La Rabbia e l’Orgoglio. Fino a quando poi non aveva scoperto di essere malata. Da qui nasce ’Un cappello pieno di ciliege’, il volume monumentale affidato alle mani del nipote Edoardo dopo la sua scomparsa, che esce oggi nelle librerie italiane per i tipi di Rizzoli. E’ una saga familiare di quasi novecento pagine e di grande fascino, che parte nel 1773 "quando Pietro Leopoldo d’Asburgo-Lorena era granduca di Toscana e sua sorella Maria Antonietta regina di Francia", per rimettere insieme un affollato albero genealogico, avanti e indietro nel tempo, con qualche minima digressione nell’oggi, e qualche salto indietro al 1348 dove si perdono le tracce della famiglia. "E tutti quei nonni, nonne, bisnonni, bisnonne, trisnonni, trisnonne, arcavoli e arcavole, insomma tutti quei miei genitori, diventano miei figli. Perché stavolta ero io a partorire loro, a dargli anzi ridargli la vita che essi avevano dato a me", racconta Oriana. Un romanzo che in tutta la sua complessità e intensa bellezza, nella sua carica di forte emozione, come confessa la stessa Fallaci nel prologo, è il frutto di anni di ricerche, di viaggi, di notti negli archivi nella rincorsa della memoria e nella consapevolezza della fine, una fine, anzi una "non nascita", rischiata ogni volta che quegli antenati pensavano di prendere strade diverse, di innamorarsi di altri e di non permettere il corso dei cromosomi che portarono fino a lei.

E’ una storia dell’Italia rivoluzionaria di Napoleone, Mazzini, Garibaldi, Vittorio Emanuele II, di uomini come Carlo dagli occhi chiari che fugge alla famiglia dalle abitudini penitenziali per andare a piantare viti nella Virginia di Thomas Jefferson. Ci sono uomini e donne fortemente religosi, ma anche quella che forse è stata la tenutaria di un bordello, intellettuali e contadini, ci sono donne di carattere come "la leggendaria arcavola senese che aveva avuto il coraggio di aggredire Napoleone", e rivoluzionari. Ma poi "la ricerca si mutò in una saga da scrivere, una fiaba da ricostruire con la fantasia. Sì fu a quel punto - scrive ancora Oriana Fallaci - che la realtà prese a scivolare nell’immaginazione e il vero si unì all’inevitabile poi all’inventato: l’uno complemento dell’altro, in una simbiosi tanto spontanea quanto inscindibile". Finisce come finì nella realtà, con la morte. Non la sua, quella di Oriana, ma quella di un’antenata, Anastasia Ferrier, "leggenda vissuta senza un certificato di nascita, non esiste nemmeno un certificato di morte".


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