Editorialazzu cu lu bastune

Caso Lacava, "la macchina del fango": quando gli accusatori eravamo noi (del Pd)

mercoledì 16 novembre 2016.
 

«Ma che piccola storia ignobile mi tocca raccontare», cantava Guccini.

Tornato indietro nel tempo, ho trovato alcune immagini. Ne ho ricavato un video - incorporato sotto l’articolo - per la mia nuova trasmissione su YouTube, di proposito intitolata «La macchina del fango».

Il potere non sopporta i controlli, dimentica con facilità certe dichiarazioni e poi se la prende coi giornalisti. Dunque occorre rinfrescare la memoria.

Il 21 settembre 2012 a San Giovanni in Fiore si tenne un consiglio comunale sulla fiducia al presidente dell’assemblea, Luigi Astorino. Il Pd presentò una specifica mozione contraria. Astorino, pure medico in una rsa in causa col municipio, lasciò codesto lavoro per un fatto morale. Lo dimostrano le immagini che potrete vedere.

Nella circostanza Giuseppe Belcastro, allora in minoranza e oggi sindaco di San Giovanni in Fiore, significò a gran voce che se ci fossero state incompatibilità o anomalie nella sua parte politica, la maggioranza avrebbe fatto bene a rilevarle e sottoporle a discussione. Una dichiarazione saggia ma rivelatasi mera retorica, alla luce dei fatti avvenuti a parti invertite.

Il consigliere comunale Domenico Lacava, ai tempi all’opposizione e oggi successore di Astorino, sostenne con Belcastro e alleati la riferita mozione di sfiducia, sul presupposto che Astorino non potesse, assieme, presiedere il Consiglio e lavorare per una società in conflitto col municipio.

Non solo: Lacava rammentò che la notizia sulle due posizioni di Astorino era stata data dal sottoscritto. Seguì un elogio netto. «Quando - affermò riferendosi a me - ci va bene, lo facciamo passare per eroe di questa città; quando invece le cose non ci stanno bene perché evidentemente tocca tasti che non dovrebbe toccare perché ci toccano poi, Emiliano Morrone non si deve permettere assolutamente».

È chiaro e inequivocabile, insomma, che il Pd approfittò in campo politico di una notizia che riportai. È chiaro e inequivocabile che il Pd provò a far cadere Astorino, usando la mia - guardate il video - terzietà per sortire maggiore effetto.

Il dato incontestabile è che Astorino fece il riferito passo indietro e il sindaco Antonio Barile sottolineò il problema: «forma di incompatibilità morale del suo ruolo». Dunque, Astorino diede un esempio e Barile ne riconobbe l’opportunità.

Cambiata la maggioranza con le elezioni del 2015, il Pd ha ritenuto, per bocca del consigliere comunale Tonino Candalise, «una leggerezza» la tardiva comunicazione al municipio da parte di Lacava (datata 12 ottobre 2016), assunto a scuola dal primo luglio 2016. In conseguenza il Comune ha pagato tre indennità mensili piene a Lacava, invece che al 50%, come la legge prevede per chi abbia un lavoro remunerato.

Lacava sta restituendo quei soldi, ma confrontando il racconto che ne ha dato il ragioniere del Comune, Franco Scigliano, con la versione ufficiale fornita dallo stesso presidente del Consiglio, non si può chiudere il capitolo con somma facilità politica.

Perché Lacava ha impiegato più di tre mesi a fare quella comunicazione al municipio? Perché ancora non vuol chiarire questo specifico punto?

Ancora, Lacava (mi) ha pubblicamente negato quella sua comunicazione tardiva e le relative conseguenze, addirittura ribattendo di interessare la procura della Repubblica, probabilmente per mettermi a tacere.

Se questi elementi non sono sufficienti per pretendere le immediate dimissioni di Lacava, vuol dire che la morale può farla solo il Pd. Poi, quando i fatti diventano chiari perfino per i ciechi, lo stesso partito gioca la carta della «macchina del fango».

Emiliano Morrone

emilianomorrone(at)gmail.com

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