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San Giovanni in Fiore: differenziata, Città pulita fa ricorso "ma è tuttappostu"

giovedì 20 ottobre 2016.
 

La cooperativa Città pulita ha presentato ricorso contro l’aggiudicazione della gara per la raccolta differenziata nel comune di San Giovanni in Fiore. Potrebbe non essere l’unica impugnazione, secondo le notizie in nostro possesso.

Intanto prosegue il silenzio da parte dell’Ufficio tecnico, del responsabile della procedura, della relativa commissione, del sindaco Giuseppe Belcastro, della giunta e del consiglio comunale. È un mutismo che appartiene a una cultura di governo, a un indirizzo politico molto datato e in primo luogo all’antropologia e identità di un gruppo fiero di individui, incapace di autonomia al cospetto dell’attuale governatore Mario Oliverio, in un tempo sovrano e totem, suo malgrado, per una parte della comunità.

Nessuno, dentro il palazzo municipale, ha ancora risposto alle questioni che nei giorni scorsi abbiamo portato all’attenzione pubblica, e cioè: può partire la raccolta differenziata, dal momento che Locride Ambiente, un’impresa dell’Ati che ha vinto, non può per statuto raccogliere i rifiuti al di là del proprio ambito territoriale? E ancora: come mai la commissione di gara ha superato alla svelta questo specifico rilievo, posto da principio dal concorrente Calabra Maceri, che ha perfino chiesto la verifica dei singoli statuti? A queste domande dovrebbe rispondere anche il notaio del Comune, il segretario comunale Mariuccia Greco, che peraltro abbiamo saputo essere in disaccordo, nelle ultime settimane, col sindaco Belcastro.

Giova ripetere che il Comune di San Giovanni in Fiore ha ritenuto di superare i nostri dettagliati rilievi col parere dello studio legale Morcavallo, di Cosenza, che in sostanza ha ricordato l’avvenuta partecipazione alla gara di più concorrenti, benché l’avviso di proroga dei termini non sia mai stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea, in violazione della normativa di settore e di un parere dirimente dell’Anticorruzione (di Cantone). Lo stesso studio ha inoltre insistito sulla mancanza di legittimazione a ricorrere di La Voce di Fiore. Mi tocca, allora, rammentare che La Voce di Fiore non ha mai inteso impugnare alcun provvedimento a riguardo, ma ha esercitato - e continua a esercitare - un ruolo di vigilanza nell’interesse pubblico, anche perché paghiamo, come tutti i cittadini, le tasse municipali.

Consentitemi un’annotazione aggiuntiva. Questa vicenda ha confermato la profonda allergia e intolleranza ai controlli esterni da parte della maggioranza di governo locale, la quale non accetta l’idea, civile e utile alla democrazia, che qualcuno possa entrare nel merito delle scelte e procedure amministrative.

La riferita decisione di Città pulita è dunque emblematica. Vuol dire che la cooperativa non ha avuto paura e ha dunque agito per la tutela dei lavoratori e della propria storia, a dispetto di un prolungato silenzio sindacale e dell’inqualificabile abbandono da parte di Assopec, l’associazione degli operatori commerciali e di qualche dominante fornitore della Provincia di Cosenza. Significa, ancora, che Città pulita ha vinto tutte le resistenze che possono esserci alle nostre latitudini, in cui il potere orienta e addirittura forgia la cultura, il pensiero, il giudizio collettivo. E per ultimo l’azione legale di Città pulita rappresenta il trionfo dell’autonomia, lo scatto di dignità di una classe operaia e operosa che non ha permesso all’ipocrisia politica e al menefreghismo imperante di cancellare anni di fatiche dedicate a un servizio pubblico essenziale.

Da un lato, dunque, la determinazione e concretezza di Città pulita. Dall’altro il tuttappostismo della maggioranza di governo locale, sempre appesa all’oracolo di Pallapalla, e l’allineamento malcelato di Assopec, che, va detto, non è colonizzata per intero.

Abbiamo raccontato ogni volta gli sviluppi del caso e invitato gli uffici a rivedere gli atti, poiché qui l’acqua esce da ogni parte. Abbiamo coinvolto diverse associazioni del luogo, le quali si sono fermate al primo ostacolo, quello della valutazione opportunistica rispetto alla richiesta di chiarimenti pubblici. Oggi, possiamo dirlo, molti veli sono calati grazie alla nostra insistenza quotidiana, alla volontà granitica di andare sino in fondo, di rileggere ogni pagina e momento di questa vicenda, che ha i contorni di una pirandelliana «recita a soggetto».

Abbiamo, infine, fotografato e contrastato la superficialità politica, nella fattispecie, del sindaco Belcastro, che non sapendo come rispondere alle osservazioni ha spesso ripiegato sulla separazione di legge tra indirizzo politico e competenza degli uffici, per poi utilizzare i media amici al fine di celebrare un successo immaginario, che è la sconfitta di una componente politica e sociale ben identificabili, avvezze a guardare dalla finestra e a difendere egoisticamente propri privilegi e rendite di posizione.

Emiliano Morrone

emilianomorrone(at)gmail.com

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