di Francesco Scarcelli, già su "Il Quindicinale" di maggio 2011
Uno spettro si aggira per l’Italia. E’ uno spettro che da’ gli incubi al presidente del consiglio. Un fantasma che ha i capelli rossi della Bocassini, le gambe dei manifestanti della CGIL, il reddito dei disoccupati napoletani o dei cassintegrati di Torino.
Uno spettro che recita a memoria gli articoli de La Repubblica e di Famiglia Cristiana. Uno spettro che scuote il palazzo così tanto da far traballare giarrettiere ed escort. Tuona a Napoli dove il giudice cacciato dalle procure calabresi sfida il sistema dei portatori di pacchetti di voti.
Tuona a Milano dove la gente decide di coprire con una valanga di voti quel vergognoso manifesto. La nuova e fresca passione di una politica-altra che parte dal basso e percorre l’Italia intera da Milano a Napoli e a prescindere dall’esito dei ballottaggi manifesta che Berlusconi ha perso.
Oh quante son lontane le luci di San Siro da questa Calabria martoriata da una politica pesante dove l’alternativa a Loiero è Scopelliti. Cristo sembra essersi fermato ancora ad Eboli, tanto che ad esmpio, l’alternativa per i crotonesi si chiama Dorina Bianchi.
Ah quanto son lontane le luci di San Siro da San Giovanni in Fiore dove gruppi di disoccupati per poter campare, son costretti a legarsi politicamente ad una oligarchia regionale e tenere in ostaggio elettoralmente una intera città. Sono lontane le luci di San Siro da una sinistra sangiovannese che dovrebbe spalancare le porte e le finestre di quella gloriosa sezione che fu sede di una storica FGCI e che dovrebbe ritrovare orgoglio, identità e passione.
Sono lontane le luci di San Siro da i nostri politicanti che passano miseramente da sinistra a destra solo per brama di potere. Gente che ha “mangiato” con la sinistra, sale furbescamente sul carro del vincitore, alla faccia degli onesti militanti della destra sangiovannese che quando un tempo combattevano Mario Oliverio, si dovevano scontrare contro gli assessori di Barile che difendevano Oliverio allora come oggi difendono Barile. Vaccai è stato accusato di essere stato un elettore di destra ma almeno non gli si può rinfacciare di essere passato a sinistra per bramosia di potere.
La stessa cosa non si potrà dire per gli ex di sinistra passati oggi a destra che ricordano i molti ex comunisti come Bondi e Ferrara o l’ex radicale Capezzone che oggi sfilano in pompa “magna” alla corte del berlusca. Buon ballottaggio a tutti...e forse dopo questa campagna elettorale ....luci a San Siro non ne accenderanno più.
WHY NOT : CALABRIA E NON SOLO!!!
Caro F. S.
Uno spettro si aggira per l’Italia ....
"Ora più che mai il vento cambia davvero" (Pisapia) a Milano, a Napoli, a Cagliari, in Calabria, e a San Giovanni in Fiore anche!!!
Una linea sinuosa - una "S", una ’serpentina’ - attraversa tutta l’Italia (e anche l’Europa). E questa linea non è più quella dei berluscones, ma quella della rete di legalità e della "democrazia reale" (Spagna). Simbolicamente, quella di De MagistriS
Non disperare!
VIVA L’ITALIA, VIVA LA CALABRIA, VIVA SAN GIOVANNI IN FIORE!!!
Federico La Sala
IO AMO L’ITALIA. ELEZIONI: CHE COSA SIGNIFICA VOTARE "PDL" ("Partito della Libertà") E BERLUSCONI ("Forza Italia")? Una nota di don Paolo Farinella, prete di Genova: Amo il mio Paese, pur sentendomi cittadino del mondo, e mi dispiace vederlo in mano ad un pirata senza alcuna etica e «dignitas» e quando giungeremo alla frutta, non vorrei essere accusato di avere taciuto per convenienza o per interesse. Almeno che resti una testimonianza
Agli abitanti nelle città di Milano, di Napoli, di Cagliari e di tutti gli altri Comuni, piccoli e grandi, chiamati alle urne
BALLOTTAGGIO DEL 29/30 MAGGIO 2011. AI CITTADINI CATTOLICI DI MILANO, NAPOLI E CAGLIARI. Come cattolici abbiamo la possibilità di riscattarci e di dare un segnale al Paese e ai politici. L’appello di don Paolo Farinella
VERSO IL BALLOTTAGGIO
Pisapia infiamma i 50mila del Duomo
"E’ arrivato il nostro tempo per Milano"
L’ultimo appello della campagna elettorale: "Basta cultura della paura, coltiverò la fiducia"
Affondo sulla sicurezza: "Le loro ricette hanno fallito. Litigano anche sullo show di Gigi D’Alessio"
di ALESSIA GALLIONE *
L’ultimo appello ai cinquantamila in piazza Duomo è insieme un invito e un incoraggiamento ai milanesi. A trasformare in realtà un’idea diversa di città. "Io ci credo - ha detto Giuliano Pisapia sotto la pioggia - È arrivato il nostro tempo. Abbiamo ripreso in mano il nostro destino. Non facciamocelo sfuggire. Andiamo tutti alle urne, andiamo a festeggiare la democrazia, facciamo vincere Milano". Un discorso in cui il candidato di centrosinistra ha voluto parlare già da "sindaco di tutti", nonostante abbia disegnato in modo chiaro le differenze con il centrodestra: "In questi anni, loro hanno seminato paura - ha spiegato - io coltiverò la fiducia. Loro non hanno avuto scrupolo nel discriminare alcuni cittadini per chiedere il voto di altri. Io non avrò scrupolo nel chiedervi di impegnarci per il bene di tutti. Hanno fatto una politica ridicola. Noi faremo una politica responsabile".
La grande festa in piazza Duomo
Sul palco dove si alternano musicisti e comici, l’avvocato lancia anche un messaggio a tutti i suoi: "Voi e io non cerchiamo rivincite politiche: vogliamo contribuire a costruire una città fatta da noi, per tutti noi. Una città accogliente, una città affettuosa". E agli altri dice: "Mi hanno accusato di non essere moderato, non capisco cosa voglia dire questa parola sulle loro labbra, questa parola che viene offesa e smentita ogni giorno da comportamenti indecenti". Sono le ultime parole - ricamate con una citazione di don Milani - prima del silenzio elettorale. In una giornata in cui si è consumato l’ultimo duello a distanza tra i due aspiranti inquilini di Palazzo Marino.
È l’avvocato il primo ad arrivare negli studi della Rai dove è stata registrata l’ultima tribuna politica. Spazi separati con Letizia Moratti. Nessun faccia a faccia, dopo quello a Sky. Dopo l’attacco a tradimento degli ultimi secondo sferrato dal sindaco uscente. "Perché la coltellata alla schiena che ho ricevuto - spiega ancora Pisapia - non mi permette di fidarmi come non può fidarsi la città. Non intendo cadere in un altro tranello". Poi, avanti con i punti del programma e i temi di un ballottaggio caricato dalle accuse e dalla propaganda del centrodestra. E la speranza di far tornare Milano "una città affettuosa verso gli altri e attrattiva".
Parla di Expo, Pisapia. Di cultura: "Vorrei che, oltre ai grandi eventi, ci fossero tanti luoghi di aggregazione e di cultura che siano aperti tutto l’anno". Dell’importanza di votare ai referendum del 12 e 13 giugno. E, da qui, anche "ascoltare i cittadini sul futuro di Ecopass". Di sicurezza: "La ricetta del centrodestra non ha funzionato". Del sogno che ha per la città: "Mi batterò perché nel 2015 si tenga a Milano l’idea della Conferenza mondiale dell’Onu sulle donne". Sul Pgt è deciso. Sostiene che Milano "non abbia bisogno di più grattacieli, meno verde e più case di lusso" e promette "modifiche sostanziali, anche totali", partendo da quel "Pgt alternativo, quello delle 4mila osservazioni scritte da associazioni e cittadini che non sono state esaminate, e questo è stato un atteggiamento antidemocratico".
Pisapia parla anche della coalizione di centrosinistra. E, per ribadire la certezza che ha nell’unione dei partiti che lo sostengono, chiama in causa anche il concerto di chiusura del centrodestra in piazza Duomo con il forfait di Gigi D’Alessio: "Forse è la prima volta a Milano - dice - che i partiti e le liste civiche non hanno mai litigato, a differenza della Lega e del Pdl che sono divisi su tutto e che hanno litigato anche sul concerto in piazza Duomo". L’avvocato ribadisce che i nomi della sua squadra arriveranno dopo il voto: "È il primo atto di un sindaco, ma vedrete: saranno assessori competenti, professionali e coerenti politicamente, di cui potete fidarvi". Sull’annuncio degli assessori fatto da Letizia Moratti, invece, si limita a un commento: "Non mi sembrano nomi di grande novità, è il vecchio che avanza". Con la sua avversaria è impietoso: "Questi sono i titoli di coda della Moratti come sindaco".
* la Repubblica, 27 maggio 2011