Il cardinale Walter Kasper: «Teologia e filosofia, un sapere per l’Europa presa nelle spire del nichilismo»

TROVA «CASA» ANCHE NEL NORDEST QUELLA VERITA’ CHE RENDE LIBERI - A Padova, la Facoltà teologica del Triveneto, Un articolo di Francesco Dal Mas- selezione a cura del prof. Federico La Sala

Scola: «Pastorale, dottrina sociale, ma anche dialogo ecumenico e interreligioso sono le priorità della nuova istituzione»
sabato 1 aprile 2006.
 

FEDE E RAGIONE

Il cardinale Walter Kasper:«Teologia e filosofia, un sapere per l’Europa presa nelle spire del nichilismo»

TROVA «CASA» NEL NORDEST QUELLA VERITA’ CHE RENDE LIBERI

Scola: «Pastorale, dottrina sociale, ma anche dialogo ecumenico e interreligioso sono le priorità della nuova istituzione»

Da Padova Francesco Dal Mas (Avvenire, 01.04.2006)

Il frutto maturo di una coscienza ecclesiale radicata nel popolo. Con questa convinzione - resa manifesta dal patriarca di Venezia Angelo Scola - è stata inaugurata ieri a Padova la Facoltà teologica del Triveneto. Che «si pone come il primo esempio in Italia - insieme alla Facoltà pugliese - di sistema accademico a rete. Una facoltà aperta: ai laici oltre che ai preti. E in grado di supportare nuove professioni: dalla bioetica all’umanizzazione dei servizi sanitari, ai beni culturali». Per questo Scola ha voluto insistere, davanti all’autorevole platea della cerimonia inaugurale, affermando che la facoltà è «uno strumento messo a disposizione delle comunità cristiane e della società civile di tutto il territorio».

La multisala Pio X ha ospitato per l’occasione il cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani, il patriarca Scola, gran cancelliere della facoltà, il vescovo di Padova Antonio Mattiazzo, vice gran cancelliere, il pro preside Andrea Toniolo, gran parte dei vescovi del Nordest, centinaia di allievi e docenti, nonché i rappresentanti delle istituzioni, in particolare quelle universitarie. Impegnativo il compito affidato da Kasper a questo come agli altri istituti universitari, italiani ed europei. «La teologia e la filosofia devono risvegliarsi e dimostrare - ha detto - che solo la verità della rivelazione ci farà liberi». Una sfida da portare avanti sotto il segno della speranza. Speranza da coltivare, ovviamente: come sta facendo la Chiesa italiana anche con il convegno ecclesiale di Verona.

«L’Europa può riacquistare la sua unità e la sua grandezza - ha insistito Kasper - soltanto se non si lascerà avvolgere dalle spire dello scetticismo e del nichilismo, o meglio se ritornerà a quella ricerca della verità e a quella vita secondo la verità, che una volta l’ha resa grande».

Motore di questa riscoperta devono essere università e facoltà come quella "battezzata" ieri a Padova. «Con tale conversione - sp iega infatti il porporato - le università come luoghi della ricerca della verità avranno il loro ruolo e la loro missione irrinunciabile e insostituibile per l’Europa e per il mondo». Non ancora soddisfatto della puntualizzazione, Kasper ribadisce: «Oggi la loro sfida storica, il loro banco di prova e la loro ragion d’essere consiste proprio nello schierarsi di nuovo di fronte alla questione della verità». Perché «nella verità la libertà, nella verità l’unità e nella verità la pace». Ecco, dunque, una prospettiva affinché gli studi di teologia e di filosofia non si ripieghino su loro stessi, come troppe volte - a sentire le relazioni di ieri - è accaduto.

Ecco, dunque, il patriarca Scola sottolineare puntualmente gli ambiti in cui la nuova facoltà deve muoversi. Anzitutto «l’attenzione alla dimensione pastorale della fede come espressione del fatto che la fede, per essere universalmente proponibile, non venga separata dall’esistenza umana e ridotta ad un sentimento e ad esperienza soggettivistica da una parte, o a sapere intellettualistico dall’altra». Subito dopo si pone - secondo la preoccupazione pastorale del patriarca e dei vescovi del Nordest - «tutto il ventaglio di temi della dottrina sociale della Chiesa: famiglia e vita, lavoro, economia, sviluppo, emarginazione, migrazioni, sussidiarietà, nuova laicità in un paese post secolare e pluralista». In sostanza «la nostra facoltà dovrà offrire il suo specifico contributo teso a favorire il passaggio dal modello di sviluppo» tipicamente nordestino a quello che il patriarca continua a proporre come «modello di civiltà». Terzo ambito di lavoro, ma di non minore importanza, è quello del dialogo ecumenico ed interreligioso. «È un’urgenza - rileva Scola - imposta sia dalla nostra storia, sia dalla crescente immigrazione».


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