Lettera aperta a Napolitano e Bersani: PD sull’Aventino, nuovo governo e scioglimento delle Camere
di Luca Ciarrocca (direttore e fondatore di Wall Street Italia) *
(WSI) - Gentile signor Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, onorevole segretario del Partito Democratico Pierluigi Bersani,
Vi scrivo non per simpatia, ma perche’ rappresentate formalmente la piu’ alta carica dello Stato e la piu’ grande forza politica di opposizione all’attuale maggioranza di governo. Spieghero’ i concetti essenziali che stanno a cuore a me e a una buona parte dei 300.000 lettori di Wall Street Italia, tutti comunque con ruoli chiave nell’economia, produzione, finanza e nelle professioni italiane, cittadini attenti, assai disincantati e soprattutto allarmati per l’emergenza in cui e’ piombato il paese.
Alla luce del terribile clima politico/sociale, con il dibattito pubblico dominato dagli scandali sessuali del premier Silvio Berlusconi, dai suoi violenti attacchi ai poteri dello stato e dalla sua caparbia volonta’ di resistere nonostante lo stallo e lo sfacelo generali, in molti di noi si e’ fatta avanti l’idea che la colpa principale dell’attuale situazione in Italia non sia solo del presidente del consiglio, che pure e’ l’attore protagonista di questa indecente telenovela a luci rosse che ha superato ogni limiti tollerabile; l’idea e’ che quanto sta accadendo alla nostra nazione sia a questo punto colpa anche del Partito Democratico e in ultima istanza del Quirinale. Una colpa quasi ai limiti del reato: inazione, omissione, incapacita’ di vigilanza democratica di fronte a uno scenario non degno nemmeno del Botswana o della Tanzania.
Siete voi, signor Presidente della Repubblica e onorevole segretario del PD, che rappresentate l’Italia e la maggiore porzione dell’elettorato in Parlamento, a dover dichiarare formalmente e in modo definitivo che Silvio Berlusconi deve farsi da parte perché i suoi comportamenti violano la dignità e onorabilita’ della Presidenza del Consiglio e in sede internazionale hanno fatto diventare il nostro paese lo zimbello del mondo intero (l’articolo 54 della Costituzione impone al titolare di Palazzo Chigi di comportarsi "con decoro", come qualsiasi altro dipendente pubblico che sarebbe stato gia’ licenziato per giusta causa da mesi). Non c’è concittadino oppure azienda italiana in viaggio o in attivita’ in qualsiasi angolo del pianeta, che non siano ormai esposti ad ironie e sarcasmi inerenti le assurde vicende del Cavaliere, per non parlare dei suoi abusi di potere e del populismo da caudillo latino-americano. Sopratutto, in questo scenario, il paese e’ fermo, anzi va indietro.
Ora, caro signor Presidente della Repubblica e caro onorevole Bersani, forse voi non viaggiate cosi’ spesso fuori d’Italia perche’ troppo occupati con le la politica romana a livello istituzionale e di partito, ma lasciate umilmente dire a me che vivo all’estero da 22 anni tra New York, Roma e Singapore, che il senso di incredulita’ per il baratro in cui e’ caduta l’Italia non lo si ritrova purtroppo più soltanto nelle nazioni del primo mondo, la verita’ e’ che ovunque si va ci si sente chiedere dieci volte a settimana perché un paese di cosi’ antica civiltà e "culla del diritto" continui a sopportare una simile assenza di reattivita’ politica; perche’ l’Italia come paese preferisce tenersi al vertice come guida e rappresentante della nazione un premier squalificato o meglio (ormai e’ chiaro) un uomo malato non in grado di lavorare per il bene collettivo (avrebbe bisogno di un lungo periodo di rehab in una clinica specializzata in "dipendenze" come La Betty Ford Clinic in California).
Ma sull’altro fronte - è la risposta dei sostenitori di Berlusconi, e sono ancora una bella fetta nonostante tutto (e noi a Wall Street Italia, che parla a tutti, lo sappiamo) - dall’altra parte del fango c’è il vuoto assoluto. Cioe’ ci siete voi, il Partito Democratico e il Quirinale. Pare ovvio che il PD, continuando ad agire come sta agendo, non sara’ mai in grado di essere votato dalla maggioranza sana e "ancora" non contaminata di questo paese, pur essendo tale maggioranza sulla carta intorno al 60% dell’elettorato.
Dall’osservatorio privilegiato di Wall Street Italia a New York e Roma rileviamo in giro cosa pensa la vasta comunita’ di business e dei consumatori, clienti, cittadini, cioe’ la grande classe moderna e avanzata composta da chi vive in termini piu’ competitivi e - diciamolo - piu’ intelligenti rispetto alla mediocrita’ espresa dai politici nostri rappresentanti. Noi conosciamo questa classe di intelligenti (non di intellettuali, per carita’) sono le categorie che si preparano da sola al futuro, senza assolutamente il supporto del proprio paese e anzi ostacolati dal proprio paese, li leggiamo a migliaia mese dopo mese i commenti e le email che arrivano al nostro sito: mediamente il PD e’ percepito come inabile nell’affermare un’alternanza concreta al berlusconismo, milioni di cittadini senza tessera eppure pronti a partecipare alla vita pubblica tramite voto non ci credono affatto, non vedono ne’ programmi, ne’ strategie, ne’ le persone adatte.
La grande maggioranza silenziosa civile e non schierata, quel 60-70% di italiani che costituisce il Grande Centro, pensa che allo stato attuale il PD sia "not fit" (inadatto) in termini di alternativa concreta di potere al governo di centro destra, non perche’ voi del PD siete "comunisti", come sostiene abilmente lo stesso Berlusconi influenzando (con successo) la fascia bassa e piu’ becera del suo elettorato, ma per un motivo molto piu’ grave: perche’ il PD e’ di fatto complice e comprimario dell’andazzo politico. Vi dico la verita’: qualcuno dice anche senza mezzi termini, corresponsabili, collusi.
Valutate queste parole non come un’accusa o una provocazione, ma come un atto di "reporting" oggettivo, una descrizione di quel che pensano milioni di cittadini molto in gamba e molto stufi, la parte migliore della societa’, uomini e donne che non hanno rinunciato al carattere e all’indipendenza di giudizio.
Se volessimo essere onesti dovremmo dire che l’Italia vive ormai in un clima di assoluta emergenza democratica, un’atmosfera definibile da pre-golpe. Sappiamo fino alla noia i motivi, ma nessuno fa nulla, tutti coloro che potrebbero lasciano che al peggio non ci sia fine. Il fatto grave pero’ e’ che voi - il maggior partito di opposizione e l’istituzione piu’ importante del paese, continuate a chiacchierare e sembra siate dedicate in via esclusiva a prudenti calcoli di retro-bottega, al mantenimento delle posizioni, al bilanciamento attento delle rendite acquisite. La verita’ e’ che non si vede mai la passione e la vera indignazione civile che dovrebbero ispirare, motivare e smuovere dall’apatia la gente, sembra non capiate proprio quel che i cittadini veramente vogliono.
Ci consenta caro Presidente Napolitano, lei che e’ rappresenta il massimo organo istituzionale della Repubblica Italiana, eletto al Quirinale come autorevole esponente del Partito Democratico, ci consenta di consigliarle umilmente di andare al di la’ del mostrarsi "turbato" o "preoccupato" tramite le sue "note" fatte pervenire ai quirinalisti: per favore faccia di piu’, e’ suo dovere civico, non si senta ostaggio di una presunta neutralita’ derivante dalla sua carica. E’ dal basso, dal popolo, che sale la richiesta: smettete una volta per tutte di seguire questa linea politica vecchia, anzi stantia.
Presidente Napolitano, lei potrebbe fare come Pertini! Potrebbe e non lo fa. Perche’? Potrebbe fare come Cossiga! Potrebbe convocare Berlusconi tutte le sere alle 19:00 al Colle, e strapazzarlo, ci perdoni il termine ma lei che e’ di Napoli capira’. Potrebbe inviare frequenti messaggi alle Camere, potrebbe riunire tutte le settimane a colloquio i presidenti di Camera e Senato, potrebbe ricorrere all’articolo 88 della Costituzione, cioe’ sciogliere le Camere. Insomma in pochi giorni, se lei volesse, potrebbe far precipitare la situazione politica, nel senso di imporre al paese uno shock che rimetterebbe (forse) in circolo il dna della decenza e del civismo.
Soprattutto voi parlamentari del PD, caro onorevole Bersani, dovreste trovare il coraggio di "radicalizzare" il vostro messaggio e la vostra azione politica. Al momento siete annacquati, fiacchi, confusi, divisi e in litigio tra di voi; agli occhi del comune cittadino avete perso la credibilita’ e agli ochi dei vostri militanti... non ci importa niente, perche’ il problema e; collettivo. Ed e’ proprio per questo, per l’immobilismo paralizzante del PD, che il premier sta ancora li’, inchiodato alla poltrona di Palazzo Chigi e barricato nei suoi Palazzi, suscitando l’incredulita’ dei governi ex amici di tutta l’Europa e di quei pochi sherpa che ancora ci seguono a Washington (non vi dico cosa dice in privato di Silvio Berlusconi il segretario di Stato Usa Hillary Clinton).
I nostri alleati e partner commerciali non credono ai propri occhi osservando la situazione italiana avvitarsi su se’ stessa e il nostro bel paese, una volta ricco, elegante, paicevole, degradato a sub-democrazia populista dove domina l’arrembaggio piratesco di bande e criminali. Non sono i magistrati a dover detronizzare il presidente del consiglio, siete voi del PD ad avere questo compito, politicamente. E state attenti che se continua cosi’ ad un certo punto potrebbe verificarsi anche in Italia quel che accade in questi giorni in Egitto.
In realta’, facendo un passo indietro, e’ successo quanto segue: a causa di una linea politica del PD da anni compromissoria, di difesa e mai di attacco, senza visione, fantasia e programmi, senza nerbo e senza spina dorsale (il neologismo "inciucista" e’ brutto ma rende l’idea) nell’ultimo ventennio la piu’ grande forza di opposizione ha consentito che l’Italia si trasformasse in una tele-democrazia di fatto, a livello nazionale, con il contentino del controllo di poteri e amministrazioni locali in alcune regioni e province. Il che ora sta pure venendo meno, se guardiamo ai risultati delle ultime elezioni regionali.
Mentre a livello locale perfino gli operai votano ormai Lega, e una fascia sempre piu’ ampia si riavvicina alla Fiom per contrastare la "marchionnizzazione" delle aziende in stile Fiat (in realta’ si tratta solo di gestire aziende come si fa in India, Cina o a Detroit) a livello nazionale continua a far danni collatarali devastanti il grave "peccato originale" commesso dal PD, e cioe’ l’aver consentito a Berlusconi di manipolare a suo piacimento (per l’assenza di leggi ad hoc che lo impedissero) la coscienza politica e soprattutto culturale del paese, grazie a 25 anni di lavaggio del cervello tramite Tv, dosi massicce di Grande Fratello e programmi di intrattenimento qualunquistico e idiota. E da 3 anni poi il controllo diretto molto marcato dell’informazione a livello dei telegiornali ha fatto il resto.
Insomma le escort di Arcore, il Bunga Bunga e l’ambaradam semi-porno di infimo livello che da mesi annientano il paese e lo distraggano dai veri problemi, hanno il copyright © Fininvest.
Da quasi due generazioni l’Italia e’ "drogata", in preda all’inebetimento collettivo propinato dalle Tv berlusconiane. Sindrome che ovviamente ha fatto scivolare gli elettori/consumatori molto piu’ a destra di prima, in quanto la tele-democrazia lanciata e gestita da Papi (lui ormai parla solo tramite messaggi video e telefonate ritrasmesse in tv: finira’ come Osama bin Laden...) ha portato al consumo individualistico fine a se’ stesso, allo spregio e all’infrazione plateale delle leggi, alla sine-cura dello Stato, all’ignoranza di massa, alla volgarita’ (bestemmie e turpiloquio in Tv e su tutti i giornali) infine alla marginalizzazione e all’insulto degli onesti e di quelli che pagano le tasse.
E’ anche per colpa del vuoto pneumatico creato dal PD (poiche’ agli occhi dei cittadini non risulta un’alternativa credibile al governo PdL/Lega) che l’Italia e’ ultima in Europa in tutte le classifiche economiche che contano (meno il debito pubblico dove invece siamo incontrastati al primo posto). In teoria Berlusconi avrebbe potuto essere il Ronald Reagan italiano, cioe’ un campione di liberismo, benessere in economia e crescita. Invece, niente: ovviamente ha fatto solo i fatti suoi pensando ad arricchirsi e a consolidare la sua posizione nella lista dei miliardari di Forbes, a comprare ville all’estero evadendo le leggi, a difendersi da legittimi processi in tribunale dove non compare mai perche’ sbeffeggia la legge, che per la prima volta in 150 anni di storia d’Italia non e’ piu’ uguale per tutti.
Per la corresponsabilita’ e acquiescenza del PD sono anni che il paese arretra e si africanizza dal punto di vista sociale, culturale ed economico. I giovani tra i 15 e i 24 anni sono disoccupati tre volte di piu’ rispetto alla media europea: quasi il 30% non ha lavoro. E’ una dramma sociale immenso ma - sempre per colpa ovviamente del PdL ma anche del PD - al di la’ del caso Ruby, del Lodo Alfano, dello scudo fiscale, delle leggi ad personam e di come imbavagliare la magistratura, mai che se ne parlasse (come se in Italia esistesse solo la Fiat). Niente, il nulla assoluto, in Parlamento, sui media.
Con Berlusconi al governo, e il PD all’opposizione, il debito pubblico dell’Italia ha toccato un nuovo massimo storico e si avvicina a grandi passi alla quota da allarme rosso dei 2 trilioni di euro, il 118% del Pil quest’anno e una stima del 124,7% per il 2015. Un baratro che evoca i default di Grecia e Irlanda solo che stavolta si tratta del piu’ alto debito pubblico tra i 27 paesi Ue. Circa il Pil Italia, registra una crescita deprimente da prefisso telefonico, peggior paese in assoluto del gruppo G8 (ma ne facciamo ancora parte?) e anche qui ben distanziati dai partner europei. In termini di competitività internazionale, non parliamone neppure, siamo al 48esimo posto su 139 paesi (ci precedono nazioni con cui c’e’ da vergognarsi a paragonarsi, come le isole Barbados, 43esime, o Porto Rico 41esimo). Sono evidenti le conseguenze della nostra pessima performance economica a livello globale: nessuna azienda estera da anni vuole investire piu’ nella penisola. Infine, un italiano su quattro e’ povero, statisticamente e in termini di stili di vita. Tanto come modello "inconscio" il povero puo’ sempre aspirare a diventare ricco come il signore di Arcore con la sua corte di escort.
Le linee guida di cui si dovrebbe discutere sia al governo che in Parlamento - le idee e le leggi e gli stimoli pensati per un’Italia seria che lavora, produce, esporta, studia, ricerca; in una parola l’Italia che progetta il proprio futuro cercando di migliorarlo - caro Presidente della Repubblica Napolitano e caro onorevole Bersani - putroppo tutte le strategie possibili e immaginabili cadono miseramente e ormai squallidamente di fronte alla seguente banale constatazione: il 70% degli italiani (parliamo della vasta classe media, quelli che un tempo venivano definiti "piccolo-borghesi") si forma un’opinione su quale partito votare alle elezioni da cio’ che vede in TV e quel che e’ peggio, dicono le statistiche, nell’ultima settimana che precede il voto elettorale.
E’ il punto cruciale della mia critica, Presidente Napolitano, onorevole Bersani: la tele-democrazia in cui siamo costretti a vivere da anni - quella alla quale gli intelligenti si ribellano mentre gli incolti ci sguazzano - e a maggior ragione dai tempi del breve governo presieduto da Massimo D’Alema in poi, ecco, questa situazione il PD nella realta’ l’ha alimentata e fatta prosperare al di la’ di ogni concepibile ragionevolezza, per un paese europeo della nostra stazza e tradizioni. E sarebbe masochismo se non fosse infatti complicita’.
Cio’ ha cresciuto il mostro di un populismo sempre piu’ autocratico che comincia a essere pericoloso come e peggio di una dittatura. Perche’ prima il mostro si e’ sviluppato in modo soft, inconscio, nella sotto-cultura e psicologia apatica e "apolitica" della gente, in quello stile di vita di cui il premier stesso e’ la metafora quintessenziale e aspirazione per il popolino addomesticato, ma poi ha cominciato a mostrare il suo lato incarognito, avido e di lotta senza quartiere per la difesa del potere acquisito contro tutti gli altri poteri dello stato, uno contro tutti, esattamente la fase in cui e’ impegnato Berlusconi in queste settimane. "E’ la guerra finale, se perdo, perdo tutto. Tutt’al piu’ ho le mie ville", ha detto il presidente del consiglio qualche giorno fa.
Questa atmosfera politica - che forse voi del PD che siete "casta" non riconoscete nemmeno piu’ come allarmante - richiederebbe in verita’ un’opposizione d’acciao, durissima, spietata, intransingente, intelligente, avvezza al marketing politico piu’ sofisticato, realizzata tramite un testa-a-testa e un muro-contro-muro senza fine contro l’attuale potere esecutivo. Bisogna proporsi come alternativa vera, pesante e motivata a questa destra che ha portato l’Italia "al disfacimento" (parole dell’ex capo di Berlusconi Licio Gelli, fondatore della Loggia massonica P2 di cui il premier ha fatto parte per anni). Invece lei, caro onorevole Bersani, nelle sue uscite pubbliche, scusi, sembra davvero l’imitazione che Crozza fa di Pierluigi Bersani... col suo accento emiliano "ma dai, ragassi"... L’inadeguatezza fatta persona, di fronte alla evidente perversa ferocia del Drago/caudillo.
Per inciso, un’opposizione nuova dovrebbe partire anche dalle scelte piu’ semplici. Finitela per esempio di usare tra di voi il patetico appellativo "compagni" che da’ i brividi a chiunque dal Grande Centro (anche gli elettori di Casini e Fini, yes) potrebbe in teoria votare PD se il PD avesse una linea e una visione politica moderna, pro-mercato, che guarda al futuro e non al passato, se avesse i programmi concreti per un governo alternativo ai conservatori e ai gruppi anti-progressisti, una linea politica e una strategia come quello che nel 2008 ha portato Barack Obama alla presidenza degli Stati Uniti (a proposito, onorevole Bersani, immagini se Obama chiamasse "compagni" gli elettori del Partito Democratico americano!).
Quindi se il PD vuole sopravvivere, deve fare davvero opposizione, un’opposizione cattiva, convinta, nel paese e in Parlamento, buttando al macero l’attuale tattica (strategia sarebbe troppo) inconcludente, timorosa, indecisa a tutto. E non si tratta di fare dell’anti-berlusconismo la linea politica principale: si tratta invece di cominciare ad eliminare una ad una tutte le macroscopiche patologie che hanno fatto scivolare l’Italia al livello di un paese sudamericano (senza offesa per Cile, Argentina e Venezuela).
Parliamoci chiaro: secondo voi, signor Presidente della Repubblica Napolitano e onorevole segretario del PD Bersani, sarebbe consentito a Sarkozy o ad Obama di governare in Francia o in America controllando l’80% delle TV nazionali, sapendo che il 70% dei cittadini si forma un’opinione politica proprio dalle TV? E perche’ da noi invece e’ consentito? La domanda e’ cosi’ banale che sembra stupida, ma tant’e. In una vera democrazia occidentale, in un paese civile, serio, europeo (mi viene in mente chissa’ perche’ quello slogan vuoto di progettualita’ e visione sul "rimboccarsi le maniche", onorevole Bersani, con la sua gigantografia in camicia) in una nazione che dovrebbe ritrovare l’orgoglio dei suoi 150 anni di storia, quanto sta accadendo non sarebbe ne’ accettabile e nemmeno pensabile, politicamente!
E’ una questione di civilta’, pesi e contrappesi, un’idea della societa’. Che noi italiani abbiamo completamente perso. Sarebbe quasi meglio avere a che fare con una pura dittatura militare o una sorta di commissario straordinario (situazione in cui chi si oppone passa in clandestinita’ oppure si distanzia non interloquendo mai col nemico) rispetto a questo ibrido e indegno commercio con il quale la classe dirigente del PD ha voluto convivere per un ventennio senza mai porsi problemi e senza mai reagire, forse perche’ ne siete parte integrante e ne traete ampi benefici.
Nel corso degli anni il Parlamento ha continuato a sfornare leggi ad uso e consumo non del paese, ma del ricco miliardario proprietario di TV. Il quale ha acquisito un potere mediatico e di manipolazione tale da poter distorcere la legislazione a suo favore. E ritorniamo al Quirinale. Lo sappiamo bene, ma non si puo’ non sottolienarlo di piu’, che il tutto e’ avvenuto senza mai un cenno di genuino soprassalto o di indignazione da parte sua, signor Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: la verita’ e’ che sotto la sua gestione del Colle tutto, e di piu’, e’ stato consentito a Silvio Berlusconi. Lei ha veramente tollerato troppo, con la scusa e l’alibi dell’imparzialita’ del voler essere super partes. Forse perche’ psicologicamente doveva emanciparsi dell’essere stato un vero comunista doc.
Voi del PD, onorevole Bersani, continuate a brillare per la vostra colpevole negligenza, un mancato guadagno in termini di capitale politico, una dispersione immensa di valori e voti, sempre nell’illusione popolare dell’apparente legalità democratica e della tenuta delle istitituzioni. E’ uno scandalo permanente di cui nessuno si scandalizza piu’, nel generale menefreghsimo in cui galleggia il paese. Ancor piu’ grave e’ che pure voi del Partito Democratico siete ormai totalmente assuefatti (l’intera dirigenza del partito avrebbe bisogno di un periodo di rehab negli Stati Uniti nella clinica Betty Ford, come il premier).
Egregio Presidente della Repubblica Napolitano e gentile onorevole Bersani, la sola strada percorribile per il futuro di un’Italia che cerca il riscatto e pensa ai propri figli non e’ quella della solita strategia politica che sa tanto di armamentario "storico" vecchio, obsoleto, jurassico per gli iscritti al PD e figuriamoci per tutti gli altri (cito testualmente da una sua lettera, onorevole Bersani, di qualche mese fa: "Dobbiamo servire il Paese raffigurandoci come un partito fondato sul lavoro, il partito della Costituzione, il partito di una nuova unità della nazione" - ma certo: lo diamo per scontato, no?); la sola strada percorribile e’ invece - mai stancarsi di ripetere il concetto - fare una vera opposizione, una durissima opposizione, un’opposzione radicale a questo esecutivo, in Parlamento e nel paese.
Voi dovete salire sull’Aventino, caro Bersani. Senza alcun riferimento all’episodio storico che non si concluse bene, e’ la metafora che qui conta: dovete uscire dal Parlamento in blocco, tutti, non rientrare piu’, bloccare i lavori di Camera e Senato, creare un terremoto istituzionale, tracciare questa linea nella sabbia, passata la quale e’ guerra. Immagino sia dura per voi dare le dimissioni, visto che sembrate tutti pensare mediocremente alla pensione e ai privilegi da parlamentari, vero?
Se io fossi il capo del PD, proporrei dimissioni in massa. E chi non ci sta, cambi partito, se ne vada. Dovete puntare ad un atto veramente rivoluzionario, nei limiti consentiti dalle leggi di un paese democratico, un’azione politica estremamente forte, dirompente. A quel punto il Quirinale dovrebbe finalmente prendere atto della degenerazione del quadro politico, facendo scattare al momento opportuno la previsione dell’articolo 88 della Costituzione, e quindi lo scioglimento anticipato delle Camere.
E’ l’ora che il PD prenda le distanze da tutto quel che e’ accaduto fin qui, e’ fondamentale che smettiate di rimanere impelagati nel piccolo cabotaggio con l’occhio al breve termine e a posti e prebende e sindaci e governatori e al mercimonio del potere. E’ doveroso creare le pre-condizioni per un’avvitarsi a candela della crisi politica, emancipandosi finalmente dalla melassa sconveniente del Sex Scandal Berlusconi che domina su tutti i giornali del mondo. Abbiatene il coraggio. A nome del paese, del popolo italiano.
Se l’intera opposizione uscisse in questa legislatura dal Parlamento, se il PD si ritirasse sull’Aventino affinche’ l’abominevole tele-novela delle escort abbia termine e il plateale conflitto di interessi in stile Zimbawe finisca finalmente sotto gli occhi del mondo, se il PD e il Quirinale avessero la spina dorsale e la visione politica per cambiare dare una scossa all’Italia, allora qualcosa di cui storicamente si sente il bisogno potrebbe davvero accadere.
L’Italia fa parte dell’Unione Europea e il ritiro di una fetta pari al 40% dei parlamentari dal corpo legislativo della Repubblica Italiana sarebbe un evento cosi’ clamoroso e sconvolgente da attirare finalmente l’attenzione dell’Europa e dei nostri alleati: le enormi anomalie messe in atto dall’attuale potere esecutivo e dalla peggiore maggioranza di governo della storia italiana, diventerebbero di nuovo centrali. Si parlerebbe allora di politica vera e non solo del vecchio e ricco presidente del consiglio malato di sesso e delle sue follie. L’Aventino, ci pensi, onorevole Bersani, pensateci signor Presidente della Repubblica. L’Aventino invece delle orge di Arcore.
Lo scioglimento delle Camere potrebbe pero’ avvenire in un secondo momento. Ammesso e non concesso che con il ritiro del PD Berlusconi, pugile gran combattente ma ormai alle corde, getti la spugna, la domanda e’: che fare dopo? Ebbene, una strategia politica di puro buon senso suggerirebbe di costituire con l’avallo del Presidente della Repubblica un piano di emergenza, una sorta di Grande Coalizione Nazionale, che comprenda tutti i gruppi politici interessati al ripristino della grammatica democratica elementare, a partire dalla destra, cioe’ il nuovo partito di Fini, la Lega e quegli esponenti ancora sani nelle file del PdL al governo e al Parlamento.
Il primo passo obbligato che precede lo sciglimento delle Camere è il cambio della legge elettorale definita "porcata" dai suoi stessi autori, che consenta agli italiani di tornare ad esprimere le preferenze e impedisca a chi vince di avere una schiacciante maggioranza in Parlamento anche se rappresenta a stento un italiano su quattro (è il caso del Popolo della Libertà) e magari un uninominale con doppio turno di ballottaggio. Un governo a tempo per riportare a una corretta dialettica le regole del gioco per spersonalizzare la lotta politica, per ridare dignita’ e decoro al discorso pubblico e ovviamente affrontare le emergenze dell’economia (nel marasma attuale post-grande recessione del 2008-2009 il dramma della non crescita e’ stato totalmente ignorato se non fosse che Giulio Tremonti sta a guardia del bidone senza far altro che facendo due conti su quanto si incassa e quanto si spende).
Wall Street Italia che e’ molto tecnocratica propone una soluzione poco popolare nel paese (sia a destra che a sinistra) e cioe’ un esecutivo tecnico di emergenza nazionale, un "governo di guerra" per evitare la guerra civile di un’Italia lacerata che ormai urla senza dialogare, un esecutivo guidato da un tecnico o da politico moderato (i nomi veramente possibili sono pochi: tra i tecnici Mario Monti e il governatore della Banca d’Italia Mario Draghi, tra i politici Gianni Letta e Pierferdinando Casini) il tutto nel rispetto dell’ultimo responso delle urne. Il Presidente della Repubblica, come dice la Costituzione, tra le sue prerogative puo’ dare l’incarico ad un altro premier presentando un nuovo programma al Parlamento senza che si parli di golpe, come sostengono i fan piu’ faziosi del cavaliere. Dopo, si tornera’ a votare. Con una destra non più populista contro una sinistra riformista. Come avviene in tutti i paesi di democrazia avanzata.
grazie dell’attenzione
Luca Ciarrocca
Direttore
Wall Street Italia
http://www.wallstreetitalia.com/
http://www.wallstreetitalia.com/article.aspx?IdPage=1075169
Sul tema, nel sito, si cfr.:
MEMORIA E STORIA: LA SVOLTA DI SALERNO... E LA LOTTA PER LA LIBERTA’ E LA DEMOCRAZIA, OGGI!
In visita ufficiale nella ’Città dei Mille’
Napolitano: ’’Uscire da spirale insostenibile di contrapposizioni’’
L’intervento a Bergamo: ’’Non è mio compito interferire nella dialettica politica’’. *
Bergamo, 2 feb. (Adnkronos) - "Il mio compito è rappresentare l’unità nazionale che si esprime nel complesso delle istituzioni, le istituzioni sono il mio solo punto di riferimento. Non è mio compito intervenire e interferire nella dialettica delle forze politiche e sociali". Lo ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano parlando nell’aula del Consiglio comunale di Bergamo all’inizio della sua visita ufficiale nella ’Città dei Mille’.
’’Per portare avanti riforme che sono all’ordine del giorno, e mi rivolgo a quanti sollecitano decisioni annunciate in nome del federalismo e ormai giunte a buon punto, per portare avanti l’attuazione di quel nuovo titolo V della Costituzione - ha proseguito il capo dello Stato - che fu condotto dieci anni fa all’approvazione del Parlamento e del Corpo elettorale da una maggioranza di centrosinistra ed è stato avviato a concrete applicazioni da una maggioranza di centrodestra, è stato decisivo e resta oggi decisivo un clima corretto e costruttivo di confronto in sede istituzionale’’, proprio per questo conclude, ’’si deve uscire da una spirale insostenibile di contrapposizioni, arroccamenti e prove di forza.
’’La mia generazione ha visto la guerra e l’Italia spaccata ma non ci scoraggiammo - ha aggiunto Napolitano rivolgendosi direttamente ai giovani per la celebrazione dei 150 anni dell’Unità d’Italia - e nonostante le divisioni politiche e ideologiche si riuscì a fare la Costituzione nel segno dell’Unità. A questo collaborarono forze politiche distanti che trovarono un punto di incontro’’. ’’A voi studenti chiedo di contribuire a costruire le condizioni per migliorare il Paese e per ricreare quel clima positivo che va proprio nell’interesse dei giovani e dell’Italia in un mondo sempre più competitivo’’, ha continuato il presidente della Repubblica.
Napolitano ha poi sottolineato che "il confronto politico e sociale nelle istituzioni locali è più pacato rispetto a quello che c’è nella Capitale dove ci sono più contrasti. Questo io lo vedo positivamente perché è indispensabile uno sforzo collettivo nell’interesse del Paese".
Il presidente della Repubblica ha lungamente ricordato il pensiero del ’padre’ del federalismo italiano Carlo Cattaneo ricordando che Cattaneo si dichiarava contrario ’’alla fusione e non all’unità’’ e riteneva che ’’una pluralità di centri viventi, stretti insieme dall’interesse comune, dalla fede data, dalla coscienza nazionale’’ fosse essenziale.
’’L’Unità della Nazione e dello Stato ha più che mai senso proprio in un mondo globalizzato e frammentato nel quale un’Italia divisa e una macro regione italiana sarebbe solo un irrilevante frammento’’, ha detto il capo dello Stato.
Napolitano ha poi sottolineato che ’’l’Unità nazionale nella sua ricchezza del pluralismo e delle sue autonomie e l’unità europea egualmente concepita, sono leve insostituibili per il ruolo dell’Italia intera nel nuovo contesto mondiale, sono leve irrinunciabili per mettere a frutto tutte le nostre potenzialità, soprattutto quelle oggi così frustrate e perfino poco ascoltate, delle nuove generazioni’’.
’’Le celebrazioni iniziate nel 2010 e in via di sviluppo nel 2011 vogliono essere e saranno, tale è il mio convincimento e il mio impegno, un modo di ritrovarci in quanto italiani nello spirito che ci condusse 150 anni fa a unirci come Nazione e come Stato. Saranno anche un’occasione per una riflessione comune sui travagli e sulle prove che abbiamo vissuto insieme - ha concluso il capo dello Stato - e sui problemi che abbiamo davanti’’.
* ADNKRONOS ultimo aggiornamento: 02 febbraio, ore 12:45: ultimo aggiornamento: 02 febbraio, ore 12:45.
LA CARTA D’IDENTITA’ DELLA REPUBBLICA ITALIANA, I "BIGOTTI PELOSI" E LA COPPOLA SULLA COSCIENZA
Caro Roberto ...
Ridi pure! Ma "Penzo" che lo "sbrodolio farneticante" sia solo nella tua coscienza - addormentata da tempo - e che non riesci nemmeno a capire chi sei e se hai ancora nella tua tasca - da cittadino - la carta di identità della Repubblica italiana .... o se - invece hai quella "del Botswana o della Tanzania".
I "bigotti pelosi" (che evidentemente sono i tuoi amici e conoscenti) non hanno mai osato svegliar-si e ascoltar-si!!! Non sanno niente del sonno della ragione costituzionale che genera mostri atei e devoti - e nemmeno di che cosa significa essere cittadini italiani e cittadine italiane!
Grazie per il tuo intervento - e per il contributo alla riflessione.
M. cordiali saluti,
Federico La Sala
IL SONNO DELLA RAGIONE COSTITUZIONALE GENERA MOSTRI, ATEI E DEVOTI. Nota sul tema:
di Nadia Urbinati (la Repubblica, 30.01.2011)
Non avremmo saputo esprimere meglio il disagio di vivere in queste terre in questi anni. Esso aumenterebbe se allargassimo lo sguardo critico al di là della maggioranza. La Repubblica, 30 gennaio 2011
L’Italia è un paese surreale, per raccontare il quale non ci sono più parole. Un paese rovesciato, dove tutto funziona esattamente all’opposto di come le cose funzionano in un paese democratico.
Non è necessario appellarsi agli ideali della democrazia. E’ sufficiente comparare il nostro paese con altri paesi reali per vedere la folle assurdità nella quale la nostra società è immersa.
In quale altro paese del mondo occidentale succede che un capo di governo sta aggrappato al suo ruolo per poter sfuggire alla giustizia?
In quale altro il presidente del Consiglio si fa latore di un messaggio distruttivo come quello di cercare di essere eletti per poter restare impuniti?
In quale altro paese democratico l’intero staff di legulei, avvocati e mediatori del presidente del Consiglio siedono in Parlamento, non per rappresentare gli italiani (un oggetto di nessun interesse) ma per prendersi cura quotidianamente degli interessi del loro cliente, il quale é anche il loro padrone?
In quale altro paese moderno un leader politico eletto, e che per questo dipende dalla legge come ciascuno di noi, si fa calunniatore della legge e dei suoi magistrati e tiene consiglio con i suoi uomini alla maniera di un Don Rodrigo per escogitare le bugie migliori per raggirare la legge?
Quale altro leader nel mondo occidentale usa le tribune internazionali per gettare discredito sulle istituzioni del suo paese, per stracciare le norme che non rispondono ai suoi immediati e più diretti interessi?
In quale altro paese i cittadini devono prendere continuamente le distanze dal governo che rappresenta la loro nazione ogni qualvolta si trovano a dover spiegare l’allucinante assurdità di un leader che usa il potere politico per coprire quel che fa in privato?
In generale succede proprio il contrario: chi ricopre incarichi pubblici é chiamato a rendere conto anche della vita privata se desta sospetti di illecito - del resto, la pratica del rendere conto serve proprio a fugare i dubbi, a ristabilire la legittimità.
Ma in Italia avviene il contrario: la legittimità è propagandata ma mai appoggiata su certezze.
Nell’era Berlusconi chi ha un incarico pubblico può meglio nascondere quel che fa senza lasciare ai cittadini la possibilità di sapere, di rendersi conto dei fatti, di fugare se necessario i dubbi, di giudicare con correttezza.
Dopo aver proclamato di voler andare dai giudici per chiarire ogni dubbio sulle accuse di prostituzione di minori e concussione, il premier ha clamorosamente rovesciato la sua strategia: non solo non vuole presentarsi ma ha messo in scena una straordinaria campagna contro le istituzioni. In questo modo rinsalda la sua legittimità a spese della legittimità dello Stato.
Nell’Italia di oggi tutto é rovesciato.
In quale altro paese succede che il leader del governo offende pubblicamente giornalisti e cittadine, mostrando disprezzo per una parte del paese senza subire alcuna effettiva conseguenza?
La tolleranza finora dimostrata nel nostro paese per questo leader é il segno di un’impotenza che preoccupa e non ci fa onore. Chi ci offende non può essere degno di governarci.
E che cosa dire del suo alleato più fedele, la Lega?
La Lega Nord nacque qualche decennio fa al grido "Roma ladrona" ma non si é fatta alcun scrupolo a servirsi di quella Roma per rafforzare il suo peso nelle regioni dove miete consensi e governare l’Italia unita allo scopo di disunirla.
In quale altro paese un movimento federalista e quasi secessionista vive all’ombra della politica nazionale e addirittura vuole imporre una legge istitutiva del federalismo che straccia l’autonomia dei comuni, asservisce i governi delle città al governo di Roma in una maniera che è degna di un centralismo napoleonico?
In quale altro paese, una minoranza ha così tanto potere da decide come l’identità politica della nazione debba essere?
C’è, in effetti, un accordo fondamentale e non solo strumentale fra la Lega e Berlusconi, poiché entrambi sono dispregiatori del bene generale, cioè dell’Italia e degli italiani come nazione, nel nome dei loro interessi parziali: quelli di un impero economico privato e quelli di un’area geografica.
Rovesciando tutte le norme, l’Italia é l’unica democrazia costituzionale nella quale la minoranza governa esplicitamente e nel disprezzo ostentato della legge e delle istituzioni.