CEI. CHIESA, STATO E QUESTIONE MORALE - E L’ETICA DEL VERO CRISTIANO.

I VESCOVI E LA RAPPRESENTAZIONE FALSA DELLA REALTA’. Il cardinale Bagnasco ha aperto il Consiglio Cei: "L’Italia è sgomenta". Una nota, con (a seguire) un chiarimento di Mons. Raffaele Nogaro - a cura di Federico La Sala

"La Chiesa non reca salvezza se rimane collegata agli interessi di classe, di razza e di Stato. Non porta salvezza se è complice dell’ingiustizia e della violenza istituzionali. La Chiesa non può rimanere in rapporto con i poteri oppressivi, col rischio di diventare egoista e indifferente, priva di amore e vergognosamente timorosa" (R. Nogaro)
mercoledì 26 gennaio 2011.
 

[...] Lo scotto da pagare ricade soprattutto sui giovani. Perchè se prevale «una rappresentazione fasulla dell’esistenza, volta a perseguire un successo basato sull’artificiosità, la scalata furba, il guadagno facile, l’ostentazione e il mercimonio di sè», sono loro le prime vittime. E vantaggi, in realtà, non ce n’è per nessuno, perchè «dalla situazione presente, comunque si chiariranno le cose nessuno ricaverà realmente motivo per rallegrarsi, nè per ritenersi vincitore» [...]

[...] «Vittime» della società non sono solo quelle volute dai poteri perversi, e sono tante, ma ben più numerose sono quelle che io chiamerei le «vittime originarie», quegli esseri umani che nascono per venire protetti ed educati nel cammino della vita e della salvezza, e invece si sentono abbandonati. Sono i «poveri credenti» e tutti gli uomini sono poveri credenti, che cercano ancora con ardore la Chiesa del Vangelo di Gesù [...]


Bagnasco: nel Paese c’è disagio morale

Il capo dei vescovi: fare chiarezza "L’Italia è sgomenta, andare oltre lo scontro per il bene del Paese" *

ANCONA Aveva promesso di toccare il caso Ruby e lo ha fatto. Senza mai pronunciare il nome della ragazza, senza mai pronunciare il nome di Berlusconi. Il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, ha mantenuto l’impegno e nell’intervento con cui ha aperto ad Ancona il Consiglio episcopale permanente, il «parlamentino» dei vescovi italiani, ha lanciato un monito chiaro. Con grande misura ed equidistanza. Evitando di prestare il fianco a facili strumentalizzazioni. E chiedendo di «fare chiarezza subito nelle sedi appropriate».

Il quadro che ha descritto è duro, sconfortante, e il monito che ne esce è severo. Ma non va in una sola direzione. «La collettività - ha detto Bagnasco - guarda sgomenta gli attori della scena pubblica, e respira un evidente disagio morale». E ancora: «Si moltiplicano notizie che riferiscono di comportamenti contrari al pubblico decoro e si esibiscono squarci - veri o presunti - di stili non compatibili con la sobrietà e la correttezza, mentre qualcuno si chiede a che cosa sia dovuta l’ingente mole di strumenti di indagine». Un passaggio, quest’ultimo, diretto alla magistratura. Segno che Bagnasco sta parlando a tutti, sta parlando al Paese, quando chiede misura e chiarezza. Perchè in quest’altalena «da una situazione abnorme all’altra, è l’equilibrio generale che ne risente», «l’immagine generale del Paese». E c’è un altro rischio che si insinua e va superato: quello di uno scontro di poteri «che non solo si guardano con diffidenza ma si tendono tranelli, in una logica conflittuale che perdura ormai da troppi anni». Rispetto a questa logica, bisogna volare pagina. la posta in gioco è troppo alta.

La politica ha, ovviamente, un ruolo centrale. Ma deve sapere esercitare il proprio ruolo. Nel rispetto del dettato costituzionale. Ancora una volta il numero uno della Cei, come aveva già fatto nel settembre del 2009, torna a citare l’art. 54 della Costituzione, quello che impone a chi accetta di assumere un mandato politico misura, sobrietà, disciplina e onore. Valori che evidentemente Bagnasco vede da più parte non rispettati.

Lo scotto da pagare ricade soprattutto sui giovani. Perchè se prevale «una rappresentazione fasulla dell’esistenza, volta a perseguire un successo basato sull’artificiosità, la scalata furba, il guadagno facile, l’ostentazione e il mercimonio di sè», sono loro le prime vittime. E vantaggi, in realtà, non ce n’è per nessuno, perchè «dalla situazione presente, comunque si chiariranno le cose nessuno ricaverà realmente motivo per rallegrarsi, nè per ritenersi vincitore».

* La Stampa, 24/01/2011


Sul tema, nel sito, si cfr.:


L’ETICA DEL VERO CRISTIANO

Pubblichiamo uno stralcio dell’articolo di "Il vero cristiano è antiberlusconiano", dal nuovo numero di "Micromega" in edicola oggi

di Monsignor Raffaele Nogaro (la Repubblica, 25 gennaio 2011)

«Vittime» della società non sono solo quelle volute dai poteri perversi, e sono tante, ma ben più numerose sono quelle che io chiamerei le «vittime originarie», quegli esseri umani che nascono per venire protetti ed educati nel cammino della vita e della salvezza, e invece si sentono abbandonati. Sono i «poveri credenti» e tutti gli uomini sono poveri credenti, che cercano ancora con ardore la Chiesa del Vangelo di Gesù.

Nella società attuale si è introdotta una forma di imbonimento, malsano e gratificatorio, che intontisce e soprattutto lusinga le persone: una corruzione a tutti i livelli della vita economica, civile, politica, ma anche culturale e religiosa. Una diffusa mafiosità dei comportamenti, che sembra ormai una conquista di civiltà del nostro tempo. Il «tutto è lecito» è il valore d’oggi, gloria della coscienza umana, finalmente autonoma e libera.

Il tragico è che questa vita senza morale rende «interrotti i sentieri» dei giovani, frantumando gli orizzonti e i destini della loro vita. Il potere esplosivo e rigeneratore della società è la Chiesa di Cristo. La Chiesa può essere non accettata dalla società. Ma essa, per mandato di Cristo, a costo di qualsiasi persecuzione, si trova sempre in mezzo agli uomini.

Che dire allora di una Chiesa che tace e talora si compiace del qualunquismo imperante? La volontà del Padre è diversa da quella del capriccio umano. E se la Chiesa compie certi gesti di incontinenza, Dio si scandalizza di essa. Come è possibile che uomini di Chiesa «importanti» facciano la barzelletta del peccato? Si può «contestualizzare la bestemmia», «la trasgressione pubblica della pratica sacramentale» perché al capo si devono concedere tutte le licenze?

Noi rimaniamo nello sgomento più doloroso vedendo i gesti farisaici delle autorità civili e religiose, che riescono ad approdare a tutti i giochi del male, dichiarando di usare una pratica delle virtù più moderna e liberatoria. È del tutto sconveniente, poi, che per comperare i favori di un gruppo politico, di professione pagano, si dica che esso è portatore genuino di valori cristiani, come è avvenuto per la Lega.

La Chiesa non reca salvezza se rimane collegata agli interessi di classe, di razza e di Stato. Non porta salvezza se è complice dell’ingiustizia e della violenza istituzionali. La Chiesa non può rimanere in rapporto con i poteri oppressivi, col rischio di diventare egoista e indifferente, priva di amore e vergognosamente timorosa. Noi cerchiamo la Chiesa di Cristo, che mette in movimento tutte le forze portatrici della salvezza dell’uomo (1 Cor 12). Noi cerchiamo una Chiesa, che agisca da catalizzatore per l’opera di redenzione di Dio nel mondo, una Chiesa che non sia solo luogo di rifugio per privilegiati, ma una comunità di persone a servizio di tutti gli uomini nell’amore di Cristo. La Chiesa può sbagliare solo per amore dell’amore.

Buona parte del nostro popolo pensa che la corruzione e il malcostume che oggi affliggono l’Italia vengono assecondati dall’attuale governo. La Chiesa, perciò, non può tenere rapporti di amicizia con esso.


Sul tema, nel sito, si cfr.:

-  LA QUESTIONE MORALE, QUELLA VERA - EPOCALE. AL GOVERNO DELLA CHIESA UN PAPA CHE PREDICA CHE GESU’ E’ IL FIGLIO DEL DIO "MAMMONA" ("Deus caritas est") E AL GOVERNO DELL’ **ITALIA** UN PRESIDENTE DI UN PARTITO (che si camuffa da "Presidente della Repubblica") e canta "Forza Italia", con il suo "Popolo della libertà" (1994-2010).

-  L’ITALIA E LA LOBBY DI DIO (DEL "DEUS CARITAS"): MIRAFIORI E IL VANGELO DI MARCHIONNE (E DI BENEDETTO XVI E BERLUSCONI).

-  "EL PAIS": LA RIBELLIONE DELLE "VELINE" INTORNO A BERLUSCONI E L’AMMALIAMENTO DELLA CHIESA E DI MOLTI ITALIANI PER IL PRESIDENTE DI "FORZA ITALIA" E DEL "POPOLO DELLA LIBERTA’".


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