ITALIA: L’UMANITA’ SPARENTE. All’epoca degli "Azzeccagarbugli", dei "don Rodrigo", dei "Mammasantissima", e del "Regime leggero".....

CAMPELLO SUL CLITUNNO (PERUGIA). UN OLEIFICIO IN FIAMME. QUATTRO MORTI E UN FERITO. L’azienda "Umbria Olii" chiede un risarcimento di 35 mln di euro alle famiglie delle vittime. Un insulto alla dignità umana - a cura di pfls

lunedì 30 giugno 2008.
 
[...] Sindacati e famiglie delle vittime insorgono contro la Umbria Olii, che ha deciso di chiedere un risarcimento di oltre 35 milioni di euro ai familiari delle quattro vittime dell’incidente sul lavoro avvenuto a Campello sul Clitunno. "E’ un insulto alla dignità umana" attacca il segretario generale della Flai-Cgil, Franco Chiriaco, mentre per la vedova di Maurizio Manili - uno dei quattro rimasti uccisi nell’esplosione, due anni fa - il marito "è stato ucciso un’altra volta" [...]

ESPLOSIONE IN UN DEPOSITO DI OLII: 4 MORTI

CAMPELLO SUL CLITUNNO (PERUGIA) - Quattro persone sono morte e una e’ rimasta ferita in seguito all’esplosione nello stabilimento Umbria Olii, nella zona industriale di Campello sul Clitunno.

La struttura è ancora interessata dalle fiamme dalle quali si sprigiona una colonna di fumo visibile anche da alcuni chilometri di distanza. Lo stabilimento sorge in una zona abitata, con intorno varie abitazioni. Polizia e carabinieri hanno isolato la zona, dove possono accedere soltanto i soccorritori. L’ esplosione è di origine sicuramente accidentale anche se le cause devono ancora essere accertate.

Le vittime facevano parte di una squadra di cinque persone e stavano lavotrando vicino ad un silo. La fabbrica sorge ai margini della vecchia statale tra Foligno e Spoleto. Oggi erano in corso lavori di manutenzione condotti da una ditta esterna. Verso le 13 con un boato è scoppiato uno dei depositi e l’ olio ha cominciato a defluire all’ esterno, tanto che è stata utilizzata anche una ruspa per creare una sorta di piccola diga per impedire al liquido di invadere le strade circostanti.

Dopo l’ esplosione un incendio ha interessato uno dei silos pieni di olio di oliva. L’ azienda è infatti specializzata nella produzione e raffinazione del prodotto ed in questo periodo stava lavorando a pieno ritmo. Oggi l’ attività era comunque ferma, mentre si svolgevano dei lavori di manutenzione affidati ad una ditta esterna.

I vigili del fuoco stanno cercando ora di raffreddare i silos accanto a quello che ha preso fuoco. Sul posto è intervenuto anche un elicottero dei pompieri.

EVACUATE 500 PERSONE

Saranno evacuate circa 500 persone che abitano intorno all’ oleificio esploso oggi. Si tratta di una misura precauzionale disposta dalla prefettura di Perugia. Intorno alla fabbrica e’ stato disposto un perimetro di sicurezza di 500 metri. La prefettura ha quindi avviato le operazioni con un preavviso di evacuazione agli abitanti della zona. Tra circa un’ ora le 500 persone dovranno lasciare le proprie case.

Sull’ oleificio si alza ancora una densa colonna di fumo grigio alimentata alla base da fiamme intense. Secondo gli accertamenti compiuti finora non si tratta comunque di fumi tossici, e l’ evacuazione e’ stata decisa solo a scopo precauzionale.

ANSA » 2006-11-25 15:03


Nel sito, si cfr.

-  MORTI, LAVORO E SICUREZZA!!!

-  RECORD EUROPEO ... IL TERRIBILE PRIMATO DELL’ITALIA!!!


-  Insulto alla dignità umana" dice il segretario Chiriaco dopo l’annuncio di Umbria Olii
-  di chiedere un risarcimento di 35 mln di euro alle famiglie delle vittime di Campello

-  Operai morti, Flai-Cgil attacca
-  Le famiglie: "Morti di nuovo"

-  I quattro persero la vita in un incidente sul lavoro due anni fa, carbonizzati in un oleificio
-  La vedova di Maurizio Manili: "Sono indignata, mio marito ucciso un’altra volta"
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PERUGIA - Sindacati e famiglie delle vittime insorgono contro la Umbria Olii, che ha deciso di chiedere un risarcimento di oltre 35 milioni di euro ai familiari delle quattro vittime dell’incidente sul lavoro avvenuto a Campello sul Clitunno. "E’ un insulto alla dignità umana" attacca il segretario generale della Flai-Cgil, Franco Chiriaco, mentre per la vedova di Maurizio Manili - uno dei quattro rimasti uccisi nell’esplosione, due anni fa - il marito "è stato ucciso un’altra volta".

La richiesta dell’azienda "rappresenta - sostiene Chiriaco - un vero e proprio accanimento nei confronti di persone che hanno perso i propri cari mentre stavano lavorando. L’iniziativa dell’amministratore delegato della Umbria Olii, a nostro giudizio, altro non è che l’espressione diretta e più bieca del modo di fare impresa nel nostro Paese, basato su un capitalismo aggressivo che fa del profitto fine a se stesso l’unica sua essenza, anteponendolo perfino al dolore delle famiglie dei caduti sul lavoro".

Il segretario della Flai-Cgil ha quindi chiesto "alle istituzioni nazionali e all’opinione pubblica tutta di sdegnarsi energicamente contro questi individui che fanno di una strage sul lavoro solo ed esclusivamente una questione di soldi".

Alla rabbia e all’indignazione dei sindacati si aggiunge il dolore delle famiglie dopo la richiesta shock. "E’ come se mio marito fosse morto un’altra volta" dice Morena Sabatini, vedova di Maurizio Manili, titolare della ditta di impiantistica deceduto insieme ad altri tre operai nell’esplosione del 25 novembre 2006 alla Umbria Olii di Campello sul Clitunno. Gli operai morti lavoravano per una ditta esterna impegnata in interventi di manutenzione: per l’azienda che ha chiesto il risarcimento alle famiglie delle vittime, sarebbe stato un erroneo uso della fiamma ossidrica a provocare l’esplosione.

Aziende come la Umbria Olii "dovrebbero sprofondare per il disonore che le accompagna", afferma in una nota Gianni Pagliarini, componente della segreteria nazionale del Pdci, ex presidente della commissione lavoro della Camera, a proposito dell’azienda umbra che, scrive, "inscena una ignobile speculazione e utilizza i periti di parte a sostegno di una tesi inaccettabile, per chiedere ai familiari delle vittime addirittura il risarcimento milionario dei danni". L’azienda dovrebbe vergognarsi, almeno un po’, continua la nota.

L’avvocato Sandro Parroni, che insieme al figlio Dino rappresenta la famiglia Manili, sottolinea che la richiesta di risarcimento danni (che coinvolge anche un’assicurazione) si basa su un accertamento tecnico svolto in sede civile "ancora sub judice". Da una relazione depositata da un esperto - di cui i legali hanno chiesto la sostituzione - è emerso che la causa dell’esplosione di uno dei serbatoi della Umbria Olii sarebbe stata dovuta all’uso di una saldatrice per fissare una passerella metallica alla sommità dei silos mentre invece questa attrezzatura, secondo la relazione, non doveva essere impiegata. Conclusioni opposte - dice l’avvocato Parroni - a quelle alle quali sono giunti gli esperti nominati dal gip di Spoleto che l’11 luglio prossimo dovrà decidere se rinviare a giudizio - come chiede la procura - il titolare della Umbria Olii Giorgio Del Papa per omicidio colposo plurimo, disastro colposo, e violazioni a norme per la sicurezza del lavoro. Il pm gli ha inoltre contestato l’aggravante della colpa con previsione dell’evento.

* la Repubblica, 30 giugno 2008.


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