Polis e misericordia

Se la Calabria non è come New York, è colpa di De Magistris. Lo dice Enza Bruno Bossio, mormorata vice di Mario Oliverio, se eletto presidente della Provincia di Cosenza

Di Alessandro Nucci
venerdì 19 giugno 2009.
 

Nel clima di revisionismo storico dell’impero Mediaset, in cui Bettino Craxi viene considerato uno statista in esilio dagli stessi uomini politici che quindici anni prima avevano lanciato le monetine all’Hotel Raphael (il cui suono insieme a quello delle bombe di Capaci e Via D’Amelio segnò l’inizio della Seconda Repubblica), può capitare persino di imbattersi nella presentazione di un romanzo dal titolo "Assoluzione".

L’autore è Antonio Monda: insigne giornalista e professore della Tisch School of Arts di New York, ma per niente estraneo alla Calabria: suo zio era infatti Riccado Misasi. Il libro di Monda, pubblicato da Mondadori (quale editore più adatto?), uscito nel 2008, è stato presentato solo ora a Cosenza, chissà perché proprio a pochi giorni dai ballotaggi delle elezioni amministrative e in un Ridotto del Rendano gremito di volti vecchi e nuovi (ma per lo più vecchi...) del gotha politico del PD cosentino: Nicola Adamo, Maria Francesca Corigliano, Maria Lucente, Salvatore Perugini, più qualche "extra" come Umberto De Rose e il comico Totonno Chiappetta (che scopriamo essere interessato a questi temi letterari). Dulcis in fundo, seduta persino al tavolo, accanto all’autore, Enza Bruno Bossio, la first lady della politica cosentina, moglie di Adamo (nella foto in alto a sinistra, i coniugi insieme) e, da quello che leggiamo in queste ore, possibile vice di Oliverio in caso di riconferma del Presidente della Provincia uscente. Perché in un incontro letterario così tanti politici, e perché una Bruno Bossio così sorridente e soddisfatta? Il motivo lo andiamo a leggere nell’articolo che il Quotidiano della Calabria ha dedicato all’evento, e che riporta alcune delle parole con cui la signora è intervenuta nel corso della presentazione. "Questo libro è stato per me un’illuminazione, e per la mia situazione personale, l’ho sentito fortemente vicino. Nel libro, e nella realtà di cui io sono testimone, un Pm non si pone il problema della visione obiettiva del caso ma si propone per la ’purificazione’ di una società che lui immagina malata". La Bruno Bossio si lancia poi in un volo pindarico: "La Calabria può essere come New York per le nostre capacità e per la nostra laicità, ma veniamo fermati da agenti esterni come i politici e come i magistrati che diventano politici".

Ricordiamo, a chi non lo sapesse, che Enza Bruno Bossio, moglie di Nicola Adamo e manager di numerose aziende nel campo dell’informatica e non solo (gestita da lei anche la Vallecrati Spa), è attualmente rinviata a giudizio nell’inchiesta Why Not, iniziata da Luigi De Magistris. Nonostante De Magistris non abbia potuto concludere le indagini per le ragioni che i lettori ben conoscono, Why Not si è chiusa, per ora, con 98 rinvii a giudizio, che coinvolgono molti importanti politici e imprenditori calabresi come, appunto, Enza Bruno Bossio.

La presunzione d’innocenza è sacrosanta: per noi la Bruno Bossio, fino a un’eventuale condanna, sarà da ritenersi innocente. C’è però da chiedersi se le autoassoluzioni nel corso di incontri culturalpolitici abbiano un qualche valore, se non agli occhi degli elettori meno informati. La Bruno Bossio ha sostenuto come la società calabrese sia malata solo nella mente di "un Pm" (chiaramente si riferiva a De Magistris). Infatti tutti noi sappiamo dalle nostre esperienze quotidiane come in Calabria non ci sia niente di malato, soprattutto nei rapporti fra politica, imprese, mondo del lavoro. Finanziamenti pubblici usati illecitamente, voto di scambio, favori fra politici e imprenditori amici... tutte fantasie. De Magistris è completamente impazzito, questo vuole forse sostenere la Bruno Bossio. Oltretutto, la Calabria sarebbe come New York se persone illuminate come Enza Bruno Bossio non fossero fermate da "politici" o "magistrati che diventano politici". Vorremmo però che ci venisse spiegato chi sarebbero questi "politici" che tagliano le ali della Bruno Bossio, visto che il marito è in politica da decenni, e alle più alte posizioni di potere in questa regione. Forse Adamo, Loiero, Pirillo, Oliverio, Perugini non hanno governato la Regione, la Provincia e il Comune in questi anni? Come può Luigi De Magistris avere fermato la "Grande Mela calabrese", nel 2007, in quei pochi mesi intercorsi fra le indagini e il suo allontanamento coatto? Raggiunta tramite il social network Facebook, Enza Bruno Bossio non ci ha risposto in merito alle nostre forse ingenue domande, ma si è limitata a professare la propria innocenza, a dipingersi come vittima del complotto ordito ai suoi danni da Luigi De Magistris, e messo in piedi senza prova alcuna. Il punto è che non è nostro interesse fare un processo in questa sede, visto che il processo in Tribunale, l’unico che conta, si terrà fra qualche tempo... ma ci chiediamo se sia intellettualmente onesto autoassolversi durante la presentazione di un romanzo, a pochi giorni dalle elezioni, e imputare a un PM il fallimento di trent’anni di politica calabrese. E, aggiungiamo, anche il ridottissimo successo (a essere molto buoni) di tante iniziative imprenditoriali che, oltre a utilizzare il denaro pubblico, non si è ben capito quale sviluppo abbiano prodotto nella nostra terra.

In un’intervista televisiva, l’autore del romanzo ha affermato che da 15 anni politica e giustizia non sono in buoni rapporti. Siamo d’accordo. Dai tempi di Tangentopoli e dall’entrata in campo di Silvio Berlusconi, quando si tratta di giustizia, a destra e a sinistra si è quanto mai concordi nel ritenersi dei perseguitati. In pochi hanno avuto la dignità di farsi processare e attendere in silenzio il verdetto di un giudice della Repubblica. E in pochi hanno l’onestà di ammettere le proprie incapacità politiche, cercando continui alibi: abbiamo assistito da poco a un "faccia a faccia" televisivo sulla Rai fra i due candidati rimasti a contendersi la Provincia di Cosenza che, in maniera piuttosto ridicola, si rinfacciavano a vicenda di essere sulla scena politica da decenni senza avere combinato nulla di buono per il territorio. Per una volta, forse, potremmo dire che avevano entrambi perfettamente ragione.

Cosenza, 18 giugno 2009

Alessandro Nucci


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