Nel clima di revisionismo storico dell’impero Mediaset, in cui Bettino Craxi viene considerato uno statista in esilio dagli stessi uomini politici che quindici anni prima avevano lanciato le monetine all’Hotel Raphael (il cui suono insieme a quello delle bombe di Capaci e Via D’Amelio segnò l’inizio della Seconda Repubblica), può capitare persino di imbattersi nella presentazione di un romanzo dal titolo "Assoluzione".
L’autore è Antonio Monda: insigne giornalista e professore della Tisch School of Arts di New York, ma per niente estraneo alla Calabria: suo zio era infatti Riccado Misasi. Il libro di Monda, pubblicato da Mondadori (quale editore più adatto?), uscito nel 2008, è stato presentato solo ora a Cosenza, chissà perché proprio a pochi giorni dai ballotaggi delle elezioni amministrative e in un Ridotto del Rendano gremito di volti vecchi e nuovi (ma per lo più vecchi...) del gotha politico del PD cosentino: Nicola Adamo, Maria Francesca Corigliano, Maria Lucente, Salvatore Perugini, più qualche "extra" come Umberto De Rose e il comico Totonno Chiappetta (che scopriamo essere interessato a questi temi letterari). Dulcis in fundo, seduta persino al tavolo, accanto all’autore, Enza Bruno Bossio, la first lady della politica cosentina, moglie di Adamo (nella foto in alto a sinistra, i coniugi insieme) e, da quello che leggiamo in queste ore, possibile vice di Oliverio in caso di riconferma del Presidente della Provincia uscente. Perché in un incontro letterario così tanti politici, e perché una Bruno Bossio così sorridente e soddisfatta? Il motivo lo andiamo a leggere nell’articolo che il Quotidiano della Calabria ha dedicato all’evento, e che riporta alcune delle parole con cui la signora è intervenuta nel corso della presentazione. "Questo libro è stato per me un’illuminazione, e per la mia situazione personale, l’ho sentito fortemente vicino. Nel libro, e nella realtà di cui io sono testimone, un Pm non si pone il problema della visione obiettiva del caso ma si propone per la ’purificazione’ di una società che lui immagina malata". La Bruno Bossio si lancia poi in un volo pindarico: "La Calabria può essere come New York per le nostre capacità e per la nostra laicità, ma veniamo fermati da agenti esterni come i politici e come i magistrati che diventano politici".
Ricordiamo, a chi non lo sapesse, che Enza Bruno Bossio, moglie di Nicola Adamo e manager di numerose aziende nel campo dell’informatica e non solo (gestita da lei anche la Vallecrati Spa), è attualmente rinviata a giudizio nell’inchiesta Why Not, iniziata da Luigi De Magistris. Nonostante De Magistris non abbia potuto concludere le indagini per le ragioni che i lettori ben conoscono, Why Not si è chiusa, per ora, con 98 rinvii a giudizio, che coinvolgono molti importanti politici e imprenditori calabresi come, appunto, Enza Bruno Bossio.
La presunzione d’innocenza è sacrosanta: per noi la Bruno Bossio, fino a un’eventuale condanna, sarà da ritenersi innocente. C’è però da chiedersi se le autoassoluzioni nel corso di incontri culturalpolitici abbiano un qualche valore, se non agli occhi degli elettori meno informati. La Bruno Bossio ha sostenuto come la società calabrese sia malata solo nella mente di "un Pm" (chiaramente si riferiva a De Magistris). Infatti tutti noi sappiamo dalle nostre esperienze quotidiane come in Calabria non ci sia niente di malato, soprattutto nei rapporti fra politica, imprese, mondo del lavoro. Finanziamenti pubblici usati illecitamente, voto di scambio, favori fra politici e imprenditori amici... tutte fantasie. De Magistris è completamente impazzito, questo vuole forse sostenere la Bruno Bossio. Oltretutto, la Calabria sarebbe come New York se persone illuminate come Enza Bruno Bossio non fossero fermate da "politici" o "magistrati che diventano politici". Vorremmo però che ci venisse spiegato chi sarebbero questi "politici" che tagliano le ali della Bruno Bossio, visto che il marito è in politica da decenni, e alle più alte posizioni di potere in questa regione. Forse Adamo, Loiero, Pirillo, Oliverio, Perugini non hanno governato la Regione, la Provincia e il Comune in questi anni? Come può Luigi De Magistris avere fermato la "Grande Mela calabrese", nel 2007, in quei pochi mesi intercorsi fra le indagini e il suo allontanamento coatto? Raggiunta tramite il social network Facebook, Enza Bruno Bossio non ci ha risposto in merito alle nostre forse ingenue domande, ma si è limitata a professare la propria innocenza, a dipingersi come vittima del complotto ordito ai suoi danni da Luigi De Magistris, e messo in piedi senza prova alcuna. Il punto è che non è nostro interesse fare un processo in questa sede, visto che il processo in Tribunale, l’unico che conta, si terrà fra qualche tempo... ma ci chiediamo se sia intellettualmente onesto autoassolversi durante la presentazione di un romanzo, a pochi giorni dalle elezioni, e imputare a un PM il fallimento di trent’anni di politica calabrese. E, aggiungiamo, anche il ridottissimo successo (a essere molto buoni) di tante iniziative imprenditoriali che, oltre a utilizzare il denaro pubblico, non si è ben capito quale sviluppo abbiano prodotto nella nostra terra.
In un’intervista televisiva, l’autore del romanzo ha affermato che da 15 anni politica e giustizia non sono in buoni rapporti. Siamo d’accordo. Dai tempi di Tangentopoli e dall’entrata in campo di Silvio Berlusconi, quando si tratta di giustizia, a destra e a sinistra si è quanto mai concordi nel ritenersi dei perseguitati. In pochi hanno avuto la dignità di farsi processare e attendere in silenzio il verdetto di un giudice della Repubblica. E in pochi hanno l’onestà di ammettere le proprie incapacità politiche, cercando continui alibi: abbiamo assistito da poco a un "faccia a faccia" televisivo sulla Rai fra i due candidati rimasti a contendersi la Provincia di Cosenza che, in maniera piuttosto ridicola, si rinfacciavano a vicenda di essere sulla scena politica da decenni senza avere combinato nulla di buono per il territorio. Per una volta, forse, potremmo dire che avevano entrambi perfettamente ragione.
Cosenza, 18 giugno 2009
Caro Francesco ti pregherei di non usare questo forum per propaganda elettorale. Hai messo lo stesso commento su più di un articolo. Io risponderò con lo stesso commento anche negli altri articoli.
Poi non insistere con Gentile perchè la posizione de La Voce di Fiore non è assolutamente quella di sostenere questo altro campione: "Calabria, al ballottaggio per la Provincia di Cosenza "la Voce di Fiore" si astiene"
Le tue motivazioni per votare Oliverio sono semplicemente un offesa al dolore che vive la nostra città, alle migliaia di emigrati dispersi nel mondo, alla vita squallida e triste della popolazione florense, abituata e costretta da quest’uomo di potere, u lupu, espressione esemplare del potere fine a se stesso, semplicemente al brutto, alla povertà, al sottosviluppo economico e culturale, come se questo fosse un ineluttabile destino.
La popolazione, e a quanto pare anche tu, credo immagini che il mondo sia come San Giovanni in Fiore, ma per fortuna il mondo è molto meglio di SGF in qualsiasi luogo si vada, parlo naturalmente di paesi cosiddetti democratici. Trovo offensivo sia per la mia intelligenza che per la tua che tu dimentichi che u lupu è stato protagonista unico del nostro possibile sviluppo, in quanto ha ricoperto ripetutamente per quattro volte il ruolo di parlamentare, è stato assessore regionale, presidente di provincia e sindaco.
30 anni di dominio assoluto. Ora se la situazione è quella che è di chi è la responsabiltà?
La chiudo con questa domanda perchè è inutile che ti rispieghi quello che tu sai benissimo: se voterai Mario Oliverio devo pensare che a te, come ad altri florensi sta bene mantenere lo statu quo, vuol dire che tutto quello che ci eravamo proposti come movimento "Vattimo per la città" è stato messo da te in discussione completamente. Ti pregherei, con garbo, per la seconda volta, di non fare propaganda, perchè di questa si tratta, ad un uomo così dannoso e rozzo da queste pagine oneste.
Grazie!
Per chi volesse sapere qualcosa in più su San Giovanni in Fiore, incollo un mio vecchio articolo di sei anni fa, è sempre attuale se non per il fatto che la situazione è peggiorata ancora:
Se chi svolge un’attività intellettuale specialistica emigra perché qui non è richiesto, o riconosciuto adeguatamente, chi è rimasto a decidere le sorti della nostra città?
San Giovanni in Fiore, 29 agosto 2003
Oggi compio quarantacinque anni. Quaranta li ho passati ad osservare la catastrofe urbanistica che ha subito la mia città. Prima è stato chirurgicamente ripulito il Centro Storico da ogni segno che ricordasse la tradizione, le signe, i gradini di granito massello, i bellissimi e sempre diversi vignani, i portali scolpiti, i mobili antichi, i tegami di rame e di terracotta, le coperte ed i tessuti tradizionali, tutto quello che ci rappresentava come popolo sistematicamente distrutto con l’esempio fornito dalla Pubblica Amministrazione e con la sua incentivazione. Questa è Storia.
Un paese che era tutto attraversato da vie d’acqua, pieno di fontane pubbliche con sorgenti naturali, sulle montagne della Sila, e dove ora non esiste più traccia di queste proprietà comuni, a volte manca anche l’acqua potabile e sicuramente il Comune stà bene attento a non sprecarne neanche una goccia per lavare le strade.
Norman DOUGLAS descrive San Giovanni in Fiore come una città estremamente sporca ( dirty ); se scrivesse adesso non penso che cambierebbe di molto la sua descrizione tranne che oggi invece delle galline e dei maiali per le nostre strade circolano solo automobili, e che la puzza invece di essere di sterco è di smog.
Dopo e contemporaneamente alla distruzione di ogni segno storico e tradizionale si è passati alla costruzione indiscriminata di migliaia di edifici tutti uguali, tutti sbagliati, tutti vuoti ed inutili, si è colmati valloni, sterrato montagne, tagliati alberi secolari, l’orrore della nostra urbanistica è sotto gli occhi di tutti; nella sezione "San Giovanni in Fiore" di emigrati.it, troverete un’ampia descrizione di questo dramma della storia Calabrese e sui motivi che lo hanno prodotto.
Un’altro bell’esempio di gestione fallimentare del territorio è il lago a Re di Sole che scandalosamente non è mai nato, nonostante sono state portate a termine diga, impianti, tubature distribuite per migliaia di ettari di Sila.
Di questo spreco enorme di risorse pubbliche dobbiamo ringraziare particolarmente gli uomini politici florensi dall’On. Gerardo Mario OLIVERIO al suo Sindaco Riccardo SUCCURRO, che sono bravissimi sia a promettere prima delle elezioni, sia a non mantenere le promesse dopo, e che hanno una abilità particolare, un dono naturale, un grande talento nel fare regredire sempre di più il nostro territorio.
Le responsabilità di questo sfacelo sociale ed economico, l’assoluta arretratezza, la stupida diffusa anarchia, i comportamenti barbari della nostra gioventù, il massacro del centro storico che continua ancora oggi con la ridicola e pittoresca moda del tutto in pietra dopo quarant’anni di cemento e di cemento, sono tutte da attribuirsi alle Amministrazioni Provinciali e Comunali, delle quali le ultime sono sicuramente le peggiori di tutte.
Ci sono state Amministrazioni che non hanno fatto nulla almeno; quelle con alla guida il Sindaco Riccardo SUCCURRO stanno facendo soltanto danni gravi, molti di questi irreparabili.
Siamo per lo meno sconcertati dal fatto, che grazie al Direttore di "La Gente d’Italia" Mimmo Porpiglia, e al suo speciale su Monongah dell’ottobre 2003, di scoprire che il Sindaco Riccardo SUCCURRO e l’Assessore Vincenzo GENTILE lavorano da tempo al tentativo di attirare l’attenzione della Storia e delle Istituzioni su tragedie come quella di Monongah, quando fino a pochi mesi prima amministravano da sette anni senza il prezioso strumento della Consulta degli Emigrati.
Tale e tanta ipocrisia ci indigna come cittadini e come esseri umani: il dramma di Monongah appartiene al passato ma il dramma contemporaneo, del quale il Sindaco Succurro e l’Assessore Gentile continuano ad essere fra i principali responsabili a San Giovanni in Fiore, dalla pessima qualità della vita alla fuga di intellettuali, dalla oscena cementificazione pubblica e privata che continua inarrestabile alla assoluta mancanza di qualsiasi forma di progettazione e programmazione per un eventuale sviluppo territoriale, la barbarie alla quale è ridotta la nostra città sono una Monongah vivente e dolorante e rappresentano per ogni cittadino che abbia conservato un minimo di dignità una vergogna.
Più di tre milioni di euro di debiti pubblici (nel 2009 siamo arrivati a sedici milioni di deficit, Ndr) per ritrovarsi a vivere nella città più brutta, sporca e incivile d’Europa è un ottimo raggiungimento: i miei più vivi complimenti al Sindaco Riccardo SUCCURRO, all’attuale Giunta Comunale, al loro Ufficio Tecnico.
Bisogna ricominciare dalla ricerca delle nostre antiche radici, quasi completamente divelte dalla più che secolare emigrazione di massa, dal mal governo locale, dall’abbandono delle tradizioni e dell’artigianato, dagli ultimi decenni di storia, e ritrovare l’amore e l’orgoglio della nostra cultura di profonda e centrale identità mediterranea.
Cari amici... e cari compagni....( cari compagni mi viene meglio...decisamentete! )
Il pessimismo che traspare dai commenti e anche dagli scritti di emiliano sulla prospettva della sinistra italiana, sulla sua possibilità di ripartire verso un percorso virtuoso, sembra ricalacare la falsariga del "grillismo". Sia ben chiaro che molte delle cose scritte e dette da Beppe Grillo, sono condivisibili, ma credetemi col grillismo non si va da nesuna parte.
Sul ballottaggio poi la mia posizione la conoscete andrò a votare per Oliverio. Il mio approcio al "che fare" e diverso da quello che traspare dalla linea di questo sito. Se pur critico con la sinistra sangiovannese e le sue degenerazioni che sfociano nel berlusconismo, non mi sento di chiudere le porte ad una possibile prospettiva positiva della sinistra calabrese.
La mia esperienza e militanza mi ha portato allo scontro con le gerarchie e gli uomini dell’apparato ma mi ha permesso di restare in contatto con centinaia di uomini e donne di sinistra che stimo e che continuo a reputare persone per bene. E’ la gente che da un pò non si esprime pubblicamnte, si è allontanata dalle sezioni, vive nel suo quotidiano onesto mondo forgiato su una formazione basata su valori come l’uguaglianza e la giustizia. gente che vota a sinistra nonostante tutto. Nonostante i capi partito, nonostante gli assessorucci... Molti di questi hanno votato per Vattimo e per Oliverio al Primo turno.
Si è proprio così...tanti a San Giovanni in Fiore han votato per Gianni Vattimo e De Magistris alle europee e per Oliverio alla provincia. Quanta gente avrà votato per De magistris E per Gentile Presidente? Credo pochi o nessuno. Non è anche questo un segnale? Un espressione di voto politico o è tutta gente che si è sbagliata o che non ha capito nulla?
I capi della politica hanno deciso di sbrazzarsi della cultura e con la cacciata degli intellettuali dalle sezioni hanno perso ogni punto di riferimento culturale mandando per aria la prospettiva dell’egemonia culturale togliattiana, aprendo il varco alla degenerazione di berlusconi, del velinismo e del grande fratello ormai punti di riferimento ideale nella società italiana. Una politica che ha tagliato i ponti con la filosofia creando un cortocircuito sociale, culturale, ideale, pedagogico...un ostacolo ad ogni ipotesi sull’"Umanamente possibile".
Non so se una maggiooranza o una minoranza silenziosa però non vuole soccombere a tale disfacimento e non crede che la difesa delle istituzioni italiane sia da relegare a solo grillismo. Credo che anche Vattimo e De Magistris siano daccordio con me.
Se tanta gente per bene della sinistra cosentina ha deciso di votare per Oliverio vorrà pur dire qualcosa...non credo sia un particolare da sottovalutare o un fenomeno da lasciar sfuggire ne tanto meno credo sia giusto lasciare la sinistra in mano ai soli ruffiani ed opportunisti.
Il nichilismo non è pessimismo, i film di Chaplin non erano muti ma gridavano la denuncia verso un sistema americano ingiusto ed emarginante, San Giovanni in Fiore non può essere lasciato senza speranze di una prospettiva di emancipazione culturale in balia degli Orlando e dei Barile....
In questo momento mi va di pensare positivo.. vivo qui a San Giovanni, non posso fare a meno di esserlo!
con stima Francesco Scarcelli
Caro Francesco,
non comprendo questa tua "oliverizzazione" del discorso. Perché continui a legare Oliverio a Vattimo e De Magistris? Possiamo mettere insieme il grigio metropolitano col rosso e l’arancio dei campi irradiati dal sole?
Il padre del pensiero debole e il magistrato più coraggioso d’Italia non hanno nulla da spartire coi con chi ha gestito la cosa pubblica in Calabria, qualunque sia il suo nome.
Con Nietzsche, non si può costruire, se prima non si distrugge. Siamo o non siamo prigionieri d’un sistema i cui reggitori, di là dai partiti di provenienza, pensano al proprio utile?
Qui c’è una proposta politica: anzitutto liberarsi della classe dirigente attuale, quella di San Giovanni in Fiore e quella calabrese. Chi ha fallito, non può ancora avere la faccia tosta di presentarsi agli elettori. Basta, ci vuole il coraggio di cambiare, servono uomini nuovi, idee nuove e partecipazione corale al farsi della politica.
Con la stima di sempre, emiliano
Caro Francesco Scarcelli,
ancora ti ostini a parlare del voto altrui, con mania di onnipotenza? Prima scrivendo che Vattimo, se potesse votare, voterebbe Oliverio. Insomma, Gianni Vattimo, una decina di lauree, parlamentare europeo, filosofo indiscusso prenderebbe consiglio da te! Adesso continui a scrivere "tanti a San Giovanni in Fiore hanno votato per Gianni Vattimo e De Magistris alle europee e per Oliverio alla provincia. Quanta gente avrà votato per De magistris e per Gentile Presidente? Credo pochi o nessuno". Mi chiedo: dal momento che le schede per le europee e le provinciali erano due e separate, mi puoi cortesemente spiegare come sei giunto a tali conclusioni? Eri, forse, nascosto dentro le urne?
Quando poi parli di prospettiva di emancipazione culturale, mi viene da sorridere se penso alla tua dichiarazione di voto. Se poi vogliamo analizzare la frase da te scritta "una politica che ha tagliato i ponti con la filosofia", riferendoti alla politica di Berlusconi, e penso al candidato da te osannato, mi gira la testa. La filosofia... Se poi vogliamo parlare di metodi berlusconiani, parliamo pure dei palloncini, delle parate, delle magliette, delle gigantografie, degli opuscoletti, che si sono visti a San Giovanni in Fiore - stile ventennio.
Inoltre, mi sembra qualunquistico mettere sullo stesso piano Orlando e Barile. Sappiamo le battaglie e l’impegno dell’uno e dell’altro, a meno che non vogliamo essere disonesti intellettualmente o schifosamente faziosi.
Quanto poi al berlusconismo, non ho alcun timore di dirti che ravviso nel tuo atteggiamento quel solito snobismo di matrice delemiana. Perchè non appoggi i comunisti veri come Ferrando, Francesco Saverio Oliverio, Pierluigi Talarico? Vedi Francesco, ci sono uomini di destra, come mio padre o Peppino Gentile, che alla comunali votarono Gianni Vattimo, un comunista. Ecco la differenza tra loro e quelli come te...
Infine sottolineo una contaddizione grande quanto una casa: giudichi la bontà di un politico dal consenso. Ebbene, anche Berlusconi ha un consenso; anche Nicoletti è stato votato a larga maggioranza. Sino a quando possiamo sopportare tali cose, te compreso?
Vincenzo Tiano
Grande Alessandro! Bell’articolo. Vorrei ricordare che in un solo studio di commercialisti cosentini sono passate pratiche di 488 per 10 miliardi di euro; Il commissariamento speciale per i rifiuti è costato 868 milioni di euro scomparsi nel nulla, neanche un rigo di giustificazione spese; altri 8 miliardi di euro sono scomparsi senza produrre alcuna attività imprenditoriale; in molti di questi finanziamenti (pubblici) ha avuto una partecipazione diretta la Enza Bruno Bossio.
Se sommiamo tutti questi miliardi di euro, mangiati dalla classe politica e imprenditoriale calabrese, e pensiamo a che cosa si sarebbe realizzato con un utilizzo onesto dei fondi, si può affermare con tranquillità che sarebbero immigrati in Calabria persino da Milano o da Berlino. Dovremmo avere più posti di lavoro che nel Lichtenstein, dovremmo essere tutti benestanti. Invece no. Proprio per la responsabilità politica degli amici della Bossio, il marito Nicola Adamo, il suo caro amico Mario Oliverio (u’ lupu), ed altri tristi figuri, la Calabria è l’ultima regione d’Europa. Una specie di terzo mondo all’interno dell’Europa. La Bossio dovrebbe avere almeno il buon gusto di tacere.
Ma che vogliamo farci? Il buon gusto è davvero impossibile da trovare in questo tipo di persona; questa la nuova classe imperiale glocalabrese, l’espressione massima del New Deal calabrese.
Per i nostri lettori forniamo un po’ di elementi di ricerca sulla nostra cara Enza Bruno Bossio e suo marito Nicola Adamo...clikkate sui link:
Grazie ancora ad Alessandro Nucci!