Approfondimento

Calabria, tutti in difesa dell’Abbazia florense: da Vattimo a De Kerckhove, da Veneziani a Minervino, Da Grillo a Borsellino

Pronta un’interrogazione al ministro dei Beni Culturali da parte di Angela Napoli, della commissione parlamentare Antimafia
lunedì 30 marzo 2009.
 

(su "il Crotonese" del 24 marzo 2009, a pag. 31)

La vicenda del restauro dell’Abbazia florense, fermo dal settembre 2007, è arrivata ben oltre San Giovanni in Fiore e l’altopiano silano.

Dopo Vittorio Sgarbi, altri personaggi pubblici intervengono a sostegno del monumento e della figura di Gioacchino da Fiore; “mortificata da un lunga e inaccettabile paralisi dei lavori”, sostiene l’abate in carica, don Germano Anastasio. La chiesa, degli inizi del 1200, è il fulcro della spiritualità del monaco esegeta, “di spirito profetico dotato” nel Paradiso di Dante Alighieri.

Beppe Grillo è molto impegnato in questo periodo, ma trova il tempo per lanciare con decisione un appello: “Difendiamo sino in fondo il monumento, che appartiene a tutti”. Lo scrittore Marcello Veneziani si dice “a favore dell’Abbazia florense e di Gioacchino da Fiore”, definito “il più grande profeta del secondo millennio” dal cardinale Carlo Maria Martini, che vive a Gerusalemme.

Gianni Vattimo ha appena ultimato una lezione su ermeneutica e verità, quando gli chiediamo dell’edificio religioso. “Mi stupisce che l’Abbazia rimanga prigioniera di un’impalcatura e che i lavori, in un silenzio assurdo, non procedano da un anno e mezzo”, dice il padre del pensiero debole, originario di Cetraro (Cosenza), nel 2005 candidato sindaco di San Giovanni in Fiore. “Eppure, dopo le citazioni di Gioacchino da Fiore da parte di Barack Obama, pensavo - prosegue Vattimo - che nella mia terra d’origine si fosse raccolta l’attualità del profeta della ’Terza Età’; su cui politici, intellettuali e società civile dovremmo convergere senza frizioni”. Peraltro, in “Dopo la cristianità” (edizioni Garzanti), il filosofo ha dedicato molta attenzione a Gioacchino, partecipando, nel 2004, al VI congresso internazionale sull’abate calabrese.

Derrick De Kerckhove, erede intellettuale di Marshall McLuhan e relatore al primo e secondo Festival internazionale della Filosofia in Sila, dichiara, in partenza per l’America latina: “Dobbiamo adoperarci con la massima convinzione per l’Abbazia, riferimento primo della spiritualità dell’abate florense”. “Giunga alta la nostra voce - continua - perché il monumento sia salvaguardato e si promuova sino in fondo il messaggio di speranza di Gioacchino da Fiore, che ha valore planetario”.

I problemi del restauro dell’Abbazia, finanziato col Pit Sila, sono diversi, e di carattere amministrativo. Pasquale Tiano, dirigente dell’Ufficio tecnico del Comune di San Giovanni in Fiore e responsabile unico del procedimento, chiarisce questioni sollevate in una recente lettera ai carabinieri del Nucleo (di Cosenza) di tutela e conservazione del patrimonio artistico (Ntcp), inviata dall’appaltatore Ati Lufraco di Rende (Cosenza). “Non c’è stata convenzione per l’affidamento della progettazione dei lavori”, puntualizza Tiano, che aggiunge: “Come municipio, abbiamo recepito il vecchio progetto di restauro, commissionato dall’allora parroco don Franco Spadafora ai tecnici”; nella fattispecie, Giovanni Belcastro, Salvatore Marazita e Domenico Marra, attualmente direttori dei lavori. “Lo abbiamo recepito - spiega - con la delibera di giunta municipale numero 883 del 1996”. Secondo Tiano, che ci rimprovera di scrivere “per illazioni e per sentito dire”, “dovrebbe ora intervenire la procura della Repubblica”, sull’intricata vicenda dei lavori in Abbazia, costantemente seguita da “il Crotonese”.

Circa la lettera dell’appaltatore ai carabinieri del Ntcp, Pierino Lopez, assessore comunale ai Lavori pubblici, ci rivela che Maria Rita Greco, segretario municipale, è stata sentita dai militari. Ciò confermerebbe l’apertura d’un fascicolo, in seguito all’esposto con cui Ati Lufraco ha lamentato l’affidamento illegittimo degli incarichi di progettazione e direzione dei lavori, collegato alla presunta attivazione di “un sistema di furberie - si legge nella lettera dell’impresa esecutrice - che depone molto a sfavore di chi, in un Ente locale, è deputato al controllo della regolarità degli atti compiuti”.

Annamaria Scerbo, che al dipartimento per il Turismo della Regione Calabria si occupa dei Progetti integrati territoriali, chiarisce: “Se entro il 30 giugno 2009 non c’è una verifica positiva sull’avanzamento dei lavori, teoricamente il Comune di San Giovanni in Fiore perde il finanziamento regionale (di 1.490.000 euro, ndr)”.

L’antropologo Mauro Minervino, docente all’Accademia di Belle Arti di Catanzaro, tuona: “Questa dell’Abbazia è un’altra di quelle situazioni tipiche della Calabria, in cui i beni culturali, anche quelli di grande interesse, pretestuosamente vengono fatti oggetto di operazioni di ripristino di immagine, lasciando poi tutto a marcire”. Minervino, autore di “La Calabria brucia” (edizioni Ediesse), libro di racconti e descrizioni impietose su una terra dominata dalla ’ndrangheta”, sottolinea: “L’Abbazia è una grande presenza di quella tradizione spirituale e mistica di cui la Calabria dovrebbe far tesoro. Si parla in largo di valorizzazione del turismo culturale, con tanti soldi pubblici spesi in pubblicità, e poi capitano situazioni del genere”.

Cosimo Damiano Fonseca, direttore scientifico del Centro internazionale di studi gioachimiti e accademico dei Lincei, riflette sulla “necessità di investimenti” e politiche coerenti “in favore dell’opera di pensatori, come Gioacchino da Fiore, che possono trainare lo sviluppo della Calabria”; rammaricandosi “di esborsi pubblici non accompagnati dalla giusta considerazione per capisaldi della cultura”.

Salvatore Borsellino, fratello di Paolo Borsellino, ricordando il “movimento culturale - di cui parlava il magistrato - che abitui tutti a sentire la bellezza del fresco profumo di libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità”, ragiona sull’utopia di Gioacchino da Fiore. “Gioacchino da Fiore e Paolo Borsellino ci hanno lasciato in eredità la speranza d’un futuro migliore. Il loro insegnamento ha in comune la forza di questa speranza, che noi possiamo trasmettere in ogni realtà, in un tempo segnato da ingiustizie e torpore delle coscienze”. “Pure io - dichiara Salvatore Borsellino - credo che l’Abbazia florense sia patrimonio di tutti e che, pertanto, vada difesa e valorizzata, rimuovendo ostacoli burocratici e situazioni che possono impedirne una completa fruizione. Anche questo è impegno civile. La Calabria, che ha un’immagine purtroppo legata alla criminalità organizzata, deve riscattarsi con la cultura e la sua tradizione utopistica”.

Emiliano Morrone


Le dichiarazioni politiche e della Chiesa

Sull’Abbazia florense, si pronunciano anche la politica e la Chiesa. Angela Napoli, della commissione parlamentare Antimafia, denuncia: “Anche l’abbandono delle numerose risorse culturali è da ascriversi ai tanti punti negativi della nostra Calabria. Un esempio è l’inaccettabile silenzio nato sul blocco dei lavori di restauro, iniziati nel 2007, dell’Abbazia florense di San Giovanni in Fiore. Mi sembra davvero assurdo continuare a lasciare ingabbiato, con il fermo dei lavori, uno dei più antichi ed imponenti monumenti della nostra Calabria, senza, peraltro, poter comprendere di chi siano le responsabilità e quali le motivazioni della barbara situazione”. La parlamentare calabrese anticipa: “Per tale motivo ho deciso che nei prossimi giorni riporterò il caso a livello nazionale, attraverso un atto ispettivo che indirizzerò al ministro per i Beni Culturali, augurandomi che si possa far luce su progetti e veti incrociati e si riprendano, al più presto, i lavori di restauro utili a ridare alla nostra terra l’Abbazia florense nel pieno del suo antico splendore”. Il deputato Franco Laratta, membro della stessa commissione e segretario del Pd locale, sostiene che “la faccenda è delicata e va affrontata con equilibrio”. Precisa, dopo: “Mi sono attivato per un dialogo disteso tra organi e soggetti competenti, affinché si facciano gli interessi del monumento e di Gioacchino”.

Giovanni Spadafora (Pd), ex assessore comunale alla Cultura, dice: “Sono profondamente amareggiato. Dalle mie dimissioni dall’esecutivo, non è mai stata convocata una conferenza di servizi. Ho l’impressione che si perda il finanziamento regionale. Purtroppo, qui la cultura non si ritiene trainante”.

Ci sono reazioni di esponenti della minoranza locale. Antonio Barile (Pdl), commenta: "La vicenda è testimonianza emblematica di come si gestisce la cosa pubblica”. Giovanni Greco (Socialisti di Zavattieri), autore di “La città monastica” (Edizioni Pubblisfera), volume sulla vocazione spirituale di San Giovanni in Fiore, esprime “grave preoccupazione” e riferisce d’una recente assemblea del Centro internazionale di studi gioachimiti, in cui "s’è deciso di non assumere posizione, attendendo una risoluzione responsabile del caso". Greco è convinto che “in fondo tutti si riempiono la bocca sull’Abbazia, ma di fatto la chiesa non interessa a tanti”. Battista Benincasa (Pdl) sostiene che “il sindaco Nicoletti ha dimostrato assoluta insufficienza gestionale, mentre il suo predecessore, Riccardo Succurro, era in grado di attivare risorse”. Angelo Gentile (Socialisti di Zavattieri) evidenzia “un’incapacità della giunta Nicoletti, anche perché i direttori dei lavori sono stati nominati dall’esecutivo”. Si interroga, poi, su “come abbia fatto il gestore della casa di riposo in Abbazia (la società Villa florensia, ndr) ad avere l’accreditamento regionale, senza contratto di locazione col Comune”. Di seguito, domanda perché, “atti in mano, il sindaco non provveda”. In ultimo, Gentile protesta: "Da quattro anni, occupati illegittimamente spazi del Comune, Villa florensia non paga fitto. Non può esserci riqualificazione dell’Abbazia, se al municipio non tornano i suoi locali”. Marco Militerno (Vattimo per la città) dichiara: "Non si può ridurre il monumento ad un presunto intreccio di speculazioni varie. Le autorità interessate del caso devono chiarire. Al di là degli evidenti rischi di carattere strutturale, il danno all’immagine della città è enorme. In questo momento così delicato, occorre andare oltre le polemiche e far ripartire i lavori”.

Il sindaco Antonio Nicoletti (Sdi) anticipa la redazione d’un "dossier di chiarimento da parte dell’amministrazione, che sarà pubblico e indirizzato alla stampa, anzitutto a ‘il Crotonese’”. Nicoletti sottolinea: "Il Comune seguirà tutte le strade possibili per spiegare, tutelando i cittadini. Io non sono stato eletto per diventare disonesto. Respingiamo gli addebiti dell’appaltatore e procediamo con la massima trasparenza su due fronti, chiarezza e tempestività nella soluzione”.

Salvatore Nunnari, arcivescovo di Cosenza impegnato per l’istituto Papa Giovanni XXIII, afferma: "In merito ai lavori dell’Abbazia florense, non so molto. Il restauro della cattedrale di Cosenza è bloccato. Tutto è fermo, le Soprintendenze hanno posto condizioni, c’è caos. Ci sentiamo con calma, sarò più preciso".

Emiliano Morrone

Sull’utopia di Gioacchino da Fiore

-   L’attualizzazione del messaggio

-   Gioacchino e la decrescita serena

-  La forza dell’utopia di Gioacchino da Fiore come spinta propulsiva dell’antimafia civile


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