Droga

L’Associazione Cannabis Terapeutica sulle modifiche riguardanti la legge sulla droga. Scrive il presidente, Salvatore Grasso

venerdì 10 febbraio 2006.
 

In data odierna è stato approvato alla Camera un provvedimento che modifica profondamente il DPR 309/90 (la cosiddetta legge sulla "droga"). In base alle nuove norme "la Cannabis indica, i prodotti da essa ottenuti, i tetraidrocannabinoli, i loro analoghi naturali, le sostanze ottenute per sintesi o semisintesi che siano ad essi riconducibili per struttura chimica o per effetto farmaco-tossicologico" sono definite come sostanze che "non trovano nessun impiego terapeutico" (Tabella I).

L’Associazione Cannabis Terapeutica sottolinea che tale classificazione è priva di ogni validità scientifica ed in netto contrasto con le più recenti acquisizioni della ricerca. Da alcuni anni è stato scoperto il sistema cannabinoide endogeno, attualmente oggetto di importanti ricerche in tutti i paesi scientificamente avanzati, inclusa l’Italia. Anche solo questo fatto, a prescindere dalle altre evidenze disponibili, basterebbe a far definire la Cannabis come "pianta medicinale" di primario interesse, e a incentivare la ricerca sulle funzioni biologiche e sui possibili impieghi terapeutici dei suoi principi attivi e dei loro derivati o analoghi di sintesi.

Ricordiamo che, negli ultimi anni, undici stati USA, il Canada, l’Olanda, il Belgio e altri paesi hanno già reso disponibile la Cannabis per le persone affette da varie malattie e disturbi, e per evitare lunghi rinvii nell’attesa di veri e propri farmaci, persino nella sua forma grezza di infiorescenze essiccate. Facciamo anche notare che una semplice ricerca su "Medline", la principale banca dati medica, lista ben 612 articoli sui possibili usi di cannabis/cannabinoidi nella terapia del dolore, e 163 sui possibili usi nella sclerosi multipla. Questi sono solo due dei numerosi campi in cui sono attualmente in corso importanti ricerche. Fra gli altri possiamo citare il glaucoma, le ischemie cerebrali (ictus), i glioblastomi, le epilessie, la sindrome di Tourette, l’osteoporosi, l’obesità, l’artrite reumatoide e altre malattie infiammatorie croniche di origine autoimmune. E questo senza considerare le applicazioni ormai consolidate, e supportate da evidenze incontrovertibili, come quelle contro la nausea e il vomito nelle chemioterapie antitumorali, e la stimolazione dell’appetito nella sindrome da deperimento da ADIS,

L’ Associazione Cannabis Terapeutica giudica l’odierna decisione dei parlamentari come una vera e propria offesa per tutti quei ricercatori italiani che in questo momento dedicano le loro energie sia alla ricerca di base che a quella clinica applicata su cannabis e cannabinoidi, e soprattutto per tutti quei malati che da anni aspettano una risposta alle loro aspettative e avrebbero sperato, come primo passo, almeno un allineamento dell’Italia ai paesi più avanzati.

Prendiamo atto con estremo rammarico del fatto che questa Legislatura, apertasi all’insegna della speranza, con la sottoscrizione di una proposta di legge sugli usi terapeutici della Cannabis da parte di oltre 100 parlamentari di quasi tutti i partiti, si conclude con questa netta e ingiustificata chiusura che certo non contribuirà al buon nome dell’Italia nella comunità scientifica internazionale.

L’Associazione Cannabis Terapeutica nell’esprimere tutto il suo biasimo per tale insensata e irresponsabile scelta annuncia che continuerà con immutato vigore la propria battaglia per la ricerca sugli usi terapeutici della Cannabis e dei cannabinoidi, sperando che la prossima legislatura saprà prontamente e radicalmente rimediare alla brutta pagina che oggi è stata scritta.

Il Presidente

Dott.Salvatore Grasso


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