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L’ex sindaco di San Giovanni in Fiore, Riccardo Succurro, invia al giornale la sua opinione sulla sanità locale - articolo di Riccardo Succurro

venerdì 20 gennaio 2006.
 

"In Calabria esistono 42 ospedali pubblici. Sono troppi ed alcuni dovranno essere riconvertiti!" Queste recenti dichiarazioni dell’on.Lo Moro e la decisione del nuovo direttore generale dell’ASL n. 5 di accorpare in un unico presidio gli ospedali di Crotone e di San Giovanni in Fiore, hanno suscitato apprensione nella comunità sangiovannese; tutti gli assessori regionali alla sanità, appena insediati, hanno annunciato razionalizzazione delle strutture, eliminazione di sprechi e chiusura di presidi ospedalieri. Abbiamo dovuto organizzare partecipate mobilitazioni e manifestazioni di popolo per salvaguardare la peculiarità del nostro ospedale. Nella riorganizzazione dell’assistenza sanitaria regionale, infatti, i presidi ospedalieri di base ubicati in zona montana vengono tutelati per le caratteristiche orografiche e demografiche del territorio. Speriamo che questa specificità di ospedale di montagna continui ad essere riconosciuta e che non ci sia la necessità di ricorrere a cortei e scioperi! Lo scorso anno il Consiglio Comunale ha approvato all’unanimità una importante proposta sulla sanità,frutto di un lavoro coordinato dal consigliere comunale dei democratici di sinistra Piero Lopez con il coinvolgimento dei partiti,delle organizzazioni sindacali e di esperti come Battista Gentile. Partiamo da quel documento e facciamo in modo che nella nuova gerarchia del sistema ospedaliero calabrese il nostro presidio sia un elemento di sicurezza e di fiducia per la nostra popolazione, che garantisca il diritto alla salute con un serio intervento di riqualificazione, con attività di degenze specializzate, attrezzature rinnovate, un cardiologo, un radiologo e un ortopedico disponibili tutto il giorno, una specialistica ambulatoriale efficiente ed investimenti sui servizi territoriali. “Voglio un ospedale normale - sostiene giustamente la Lo Moro - altro che centri di eccellenza. La gente emigra non per l’oncologia o per la cardiochirurgia, ma per le cataratte e l’appendicite. Ecco perché occorre ristabilire la piena funzionalità dell’ordinario”.

Riccardo Succurro


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