IN PRINCIPIO ERA IL LOGOS. La Memoria, la Filologia e ... la Teologia del "latinorum" e dell’eu-carestia!!!

LA CARESTIA E LA CHIESA CATTOLICO-ROMANA. "CHARISSIMI, NOLITE OMNI SPIRITUI CREDERE... DEUS CHARITAS EST" (1Gv., 4., 1-8). LO SCEMPIO DEL "CORPUS DOMINI". Una nota di don Aldo Antonelli sulla presente *carestia*, umana e teologica - a cura di Federico La Sala

MA CHI E’ IL “PADRE NOSTRO”?! AMORE (gr.: “AGAPE”, gr.: “CHARITAS”, da “charis” da cui anche “eucharistia) O MAMMONA (lat.: “CARITAS”)?!
lunedì 26 maggio 2008.
 



-  Corpus Domini!

-  Ovverossia

-  Il Corpo del Signore!

-  di don Aldo Antonelli *

Non ho parole e questa festa mi mette a disagio.

Rientro in casa mentre per la città sfila la processione e in qualche cittadina circostante si ammirano le “infiorate” di tradizione.

Il disagio mi viene dal vuoto scandaloso che abbiamo scavato attorno all’eucaristia e che si cerca di riempire con cerimonie altisonanti.

C’è ormai un vuoto “interno”, potremmo dire, all’Eucaristia e un vuoto “esterno” ad essa.

All’interno della partecipazione eucaristica non si può non notare il contrasto tra le sfarzose feste delle cosiddette Prime Comunioni, delle Celebrazioni Matrimoniali e delle Processioni “Eucaristiche” da una parte e il deserto di partecipazione delle domeniche normali e delle ferialità quotidiane dall’altra.

Bambini e bambine imbalsamati a festa per una comunione cui in avvenire non adiranno più.

Ancora più scandaloso il vuoto che separa l’Eucaristia dalla vita reale, sociale e politica dei cristiani stessi. Il segno della comunione dentro le chiese, il Pane, diventa il segno della scomunica e della lotta fuori delle chiese. Al gesto della comunione e della condivisione nel rito corrisponde, nella società, la corsa alla conquista e all’accaparramento nell’economia.

Persino a livello teologico l’eucaristia, separata dalla vita, è diventata un totem: il pane azzimo è diventato un sacramento sterile.

Il pane da mangiare è diventato pane da adorare.

Il pane da distribuire è diventato pane da custodire.

Il tabernacolo stesso è stato degradato a forziere.

Nonostante i tentativi del Concilio, ci ritroviamo in un cammino invertito di ritualizzazione del sacramento, invece che della sua attualizzazione.

Quel “prendete e mangiate” detto da Gesù prima della sua passione, invece che un invito a farsi mangiare dalla fame, dai diritti e dalle necessità dei poveri, lo abbiamo tradotto nel più facile e comodo uso di mangiar ostie.

Comodo e funzionale soprattutto oggi, quando non solo non si lotta più per un “mondo migliore”, ma non si grida più nemmeno che “un altro mondo è possibile” e ci si rinchiude nella difesa dei piccoli, personali e privati privilegi.

E nel chiedermi se, allo stato delle cose, un futuro diverso sia veramente possibile mi consola e mi da speranza quanto scrivono gli amici della Comunità del Bairro dal Brasile:

«“Ciò che è impossibile agli uomini, è invece possibile a Dio”. Persino rovesciare questo clima di odio e intolleranza che, giorno dopo giorno, sembra montare sempre più lì da voi. E non solo lì da voi. Persino all’altro capo del mondo, in Sudafrica. Poveri contro più poveri ancora. E capiremo quanto sia diabolica questa cultura dell’identità che ci separa e ci mette gli uni contro gli altri e chiederemo perdono e misericordia e abbracceremo il diverso che Dio ci ha destinato e a cui ci ha destinati. E formeremo un corpo solo: l’unico corpo di Cristo. Che nessuno potrà mai più separare. Anche se tutte le leggi ci saranno contro».

E mi infonde coraggio e mi dà nuovo ardire ciò che scrive don Paolo Farinella da Genova:

«Nel giorno in cui viviamo Dio in quanto corpo/carne, non possiamo non pensare ed essere uniti e solidali con tutti i corpi/carne dilaniati, squartati, violati, violentati e stuprati nel mondo. Oggi il nostro cuore è accanto ai bambini e alle bambine vittime della pedofilia, di cui si rendono colpevoli anche coloro che dovrebbero maestri e custodi dei corpi indifesi.

Oggi vogliamo essere accanto e solidali con le donne violate e vilipese nel loro corpo e quindi nella loro «carne», cioè nella loro fragilità e vogliamo chiedere di essere noi stessi un argine alle violenze immonde e per questo chiediamo di diventare «ostie» di frumento fragile e fragrante, simbolo di fedeltà alla Vita. Celebrare il «corpo del Signore» significa anche prendere coscienza che questo «corpo» di Dio patisce la fame a causa della miseria causata da sistemi d’ingiustizia e di potere che si autodefiniscono cristiani.

La fame di tanta parte dell’umanità, dopo duemila anni dall’incarnazione di Cristo nella nostra umanità, è la bestemmia più grave che grida al cospetto di Dio. «Dacci oggi il nostro pane quotidiano» è ancora l’urlo dei «corpi di Cristo» abbandonati alla morte per fame e miseria: fame di dignità e di decoro, fame di giustizia e decenza, fame di diritti e di ospitalità, fame di vita e di amore.

Nel ricevere «il corpo e il sangue di Cristo» nella comunione, prendiamo consapevolezza e coscienza di essere responsabili di quella di affamati nel corpo da non avere nemmeno la forza di accorgersi di avere un’anima».

E che il Domani e il Domani altro siano veramente “Altro”.

* Aldo [don Antonelli]


Sul tema, nel sito, si cfr.:

-  "IN PRINCIPIO ERA IL LOGOS": LA CARITA’ dal GRECO (χάρις - χάριτος: "chàris" - "chàritos"; accusativo pl.: " χάριτας" - “chàritas” - dono, grazia)
-  NON dal LATINO (“Caritas” - da “carus”, che - come nell’ italiano, "caro" - ha il doppio senso di “affetto” e "caro-prezzo" ... e richiama le "carenze" affettive ed economiche e la "carestia").

LA NEGAZIONE DELL’EUCARISTIA AI DIVORZIATI, AI RISPOSATI, ALLE PERSONE OMOSESSUALI, E L’AMORE DI CRISTO.

IL VANGELO DI PAPA RATZINGER E DI TUTTI I VESCOVI E IL "PANE QUOTIDIANO" DEL "PADRE NOSTRO", VENDUTO A "CARO PREZZO".

-  «Et nos credidimus Charitati...»!!! In memoria di Gioacchino da Fiore, Francesco, Dante, e Lorenzo Valla... NEL NOME DI DIO "MAMMONA" ("DEUS CARITAS EST")!!!
-  UNA VULGATA PER I MERCANTI DEL TERZO MILLENNIO (AVANTI CRISTO).

NEL BUIO E NEL GELO DELL’INVERNO. "NATALE" A OXFORD NON SI DICE PIU’ "CHRISTMAS" ... E IN VATICANO "AMORE" NON SI DICE PIU’ "CHARITAS".

-  L’ANNUNCIO A GIUSEPPE E MARIA - DIO E’ AMORE ("DEUS CHARITAS EST": 1 GV., 4.8): LA NUOVA ALLEANZA E LA NUOVA LEGGE. COME IN CIELO COSI’ IN TERRA: RESTITUIRE A GIUSEPPE L’ANELLO DEL PESCATORE - come già Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II - ... E L’ONORE E LA GLORIA DOVUTA. PACEM IN TERRIS ...


LA "COMPAGNIA DELLA CHARITA’ dei cortigiani"! Sul tema, cfr. Adriano Prosperi, "Tribunali della coscienza. Inquisitori, confessori, missionari", Einaudi, Torino, 1996, tutto il "Capitolo primo. La fede italiana", pp. 16-34.


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