Cultura

Antonio Usai sulle Colonne di Ercole, in contrapposizione con Rosario Vieni - di Antonio Usai

venerdì 25 aprile 2008.
 

Mi chiamo Usai Antonio. Forse sarò monotono,ma anch’io vorrei dire la mia sulle colonne d’Ercole e precisamente sul 1° posizionamento delle colonne. Un giorno dopo aver visto la trasmissione di Mario Tozzi Gaia dedicata al mito di Atlantide che in un suo libro il giornalista Sergio Frau localizzava in Sardegna, ho acquistato quel libro dal titolo ”Le colonne d’Ercole un’inchiesta”. Dopo averlo letto,per avere dei riscontri su quanto S.Frau afferma, ho acquistato altri libri di storici antichi(Erodoto,Aristotele, Polibio,Strabone e tanti altri)dai quali si capisce che le colonne d‘Ercole fino alla fine del IV sec.a.C. erano tutt’altro che a Gibilterra. Tutti gli indizi portano, invece,al canale di Sicilia: Aristotele in “Meteorologia” con i suoi fondali bassi, Dicearco con le sue distanze e così via.

Una "prova" piuttosto corposa nel suo libro Frau la dà citando un passo della descrizione geografica della terra, tratta da un libro attribuito ad Aristotele, che Frau titola “perì kosmos”e che dice che chi entra nel mare interno attraverso le colonne d’Ercole, trova per prima cosa sulla sua destra le 2 Sirti. Poi,però, Frau dice che subito dopo,sempre in questo “perì kosmos”, tutto si biforca a causa,così si capisce,di certi mari che Aristotele mette al di là delle colonne,ma che non ci dovrebbero essere, e anche a causa dei confini che Aristotele dà alla Libia. Questi motivi,a Frau,sono sufficienti per fargli affermare che ora,per Aristotele, le colonne non sono più nel canale di Sicilia ma incontrovertibilmente a Gibilterra.

Inoltre, per Frau, se uno volesse disegnare una cartina geografica seguendo ciò che dice Aristotele in questo”perì kosmos”, non ci riuscirebbe. Per prima cosa mi sono domandato se Aristotele si fosse contraddetto mettendo le colonne prima al canale di Sicilia e subito dopo a Gibilterra. Rileggo più volte quello che Frau riporta nel suo libro dal “perì kosmos”,e ogni volta la mia risposta era la stessa: per Aristotele le colonne sono sempre ferme al canale di Sicilia. Allora invio una mail a S.Frau esponendogli le mie conclusioni e chiedendogli il titolo esatto di quel”perì kosmos”Aristoteliano, che molto gentilmente mi ha comunicato. Il libro si titola ”trattato SUL COSMO PER ALESSANDRO attribuito ad Aristotele” di Giovanni Reale. L’ho ordinato e dopo un 1 mese e mezzo mi è arrivato. Non ricordo quante volte ho letto la descrizione geografica che Aristotele fa della terra;ma ogni volta che la leggevo oltre che confermarmi ulteriormente che le colonne d’Ercole non sono assolutamente a Gibilterra ma al canale di Sicilia in tutta la descrizione geografica, si capisce chiaramente come, nella sua mente,Aristotele vedeva il mondo che lo circondava; e si può anche intravedere che questo Aristotele l’ha scritto stando in Grecia, quasi sicuramente nella penisola calcidica dove é nato o nell’isola Eubea dove è morto,perchè cita, per primi, luoghi e mari più vicini al suo punto di osservazione: la grande Sirte prima della piccola,il mare Sardo prima del mare di Galazia(che bagna Marsiglia,conquistata dai greci focei intorno al 600 a. c.,la quale si trova nella Celtica che per Erodoto è abitata,oltre le colonne d’Ercole,dai celti,che sono vicini dei Cinesii i quali abitano la regione più a occidente dell’Europa,cioè la Spagna), l’Adriatico prima del Siciliano,il mare di Panfilia prima del Siriano e l’Egeo prima del Mirto.

Come seconda cosa,di questa visione del mondo di Aristotele, ne ho fatto tre cartine che ho allegato a questo mio scritto, una delle quali,quella composta da due cartine,è la prima che ho disegnato,ma che non soddisfacendomi appieno ,ho disegnato e optato per le altre due. Inoltre per essere più sicuro di tutto ciò, ho portato il testo Aristotelico, solo la versione in greco, a una professoressa di latino e greco antico,la quale molto gentilmente me l’ha tradotto e la sua traduzione, che è più letterale, rispecchia quella di G. Reale ad eccezione di quel te kaì menzionato anche da Frau,che la prof.ssa traduce in e anche, anziché in o come fa G. Reale. Esempio: io mi chiamo Usai e anche Antonio e non Usai o Antonio. Quindi Atlantico e anche Oceano per la prof.ssa, Atlantico o Oceano per Giovanni Reale. Ma questa piccola divergenza é ininfluente al fine della descrizione geografica della terra che inizio, prima della mia versione della stessa, citando una tesi in cui credo fortemente:"le fonti antiche hanno sempre ragione,e hanno torto coloro che alterano i testi a favore delle loro immaginarie teorie". Tutta la descrizione dipende da poche e semplici parole, 4 nella traduzione di G. Reale, 6 in quella della prof.ssa alla quale avevo portato il testo in greco : "All’interno verso Occidente,facendosi strada con uno stretto passaggio alle cosiddette Colonne d’Ercole, l’Oceano penetra nel mare interno..."(G.Reale) "Al di qua,invece,verso Occidente,...." (prof.ssa). Queste semplicissime parole,sulle quali tutti sorvolano, dicono chiaramente, categoricamente, senza ombra di dubbio che le colonne d’Ercole non sono a Gibilterra,perché stando a Gibilterra come si riuscirebbe a entrare nel Mediterraneo andando verso Occidente?Da Gibilterra si entra nel Mediterraneo andando verso Oriente. Dove sono allora le colonne?Lo dice Aristotele stesso(anche Frau): "All’interno verso Occidente (verso la sponda occidentale) facendosi strada con uno stretto passaggio alle cosiddette colonne d’Ercole, l’Oceano penetra nel mare interno come in un porto,e allargandosi a poco a poco si estende, abbracciando grandi golfi collegati l’uno con l’altro,ora sboccando in strette aperture,ora nuovamente allargandosi".

Orbene,in primo luogo,si dice che,dalla parte destra per chi entra attraverso le colonne d’Ercole, forma due golfi,che costituiscono le cosiddette Sirti, delle quali l’una è denominata Grande e l’altra Piccola, cioé al canale di Sicilia. Subito dopo,per Frau,tutto si biforca; invece :"Dall’altra parte (oltre le colonne)non forma più golfi simili a questi e forma invece tre mari, ossia il mare di Sardegna,il mare di Galazia(o di Gallia)e l’Adriatico..."?!? Cosa ci fa l’Adriatico qui? Certo sembrerebbe che Aristotele abbia fatto un errore mettendolo al di là delle colonne, ma Aristotele,se leggiamo attentamente, non lo sta mettendo al di là,infatti il testo recita:"Orbene,in primo luogo,si dice che,dalla parte destra per chi entra(nel mare interno) attraverso le colonne d’Ercole ..." ci fa capire che nel mare interno si può entrare anche da un’altra parte, e cioè dallo stretto di Messina. Quindi:"..forma(oceano)invece tre mari, ossia il mare di Sardegna,il mare di Galazia e (tramite lo stretto di Messina)l’Adriatico,e,subito appresso, situato in senso obliquo,il mare di Sicilia.." e tutto il resto. Ora parlerò dei mari al di qua e al di là delle colonne;il mare al di qua é chiamato interno e come fa capire la parola stessa e lo stesso Aristotele,é un mare chiuso (ovvio non del tutto); mentre il mare al di là,l’esterno, per l’autore é un mare aperto,e lo si capisce chiaramente quando dice: "Il mare che sta all’esterno della terra abitata si chiama Atlantico o Oceano,e ci bagna tutto intorno. All’interno verso Occidente...le 2 Sirti". Moltissimo quando recita: "Successivamente,poco al di là degli Sciti e della regione Celtica rinserra la terra abitabile fino al golfo di Galazia e le colonne d’Ercole,di cui abbiamo detto sopra, al di là delle quali l’Oceano circonda la terra". E si capisce moltissimo,che é un mare aperto,anche dalla traduzione della prof.ssa,cito: "il mare al di là dell’ecumene (terra abitata),il quale scorre attorno a noi, é chiamato Atlantico e anche Oceano. Al di qua, invece, verso Occidente...le 2 Sirti". Questo vuol dire che per Aristotele la Libia finisce alle colonne d’Ercole del canale di Sicilia,oltre le quali (e adesso davvero verso Occidente, verso l’America) non ci sono,o meglio non in quella posizione che conosciamo,la Tunisia, l’Algeria e il Marocco,ma solo l’Atlantico te kaì Oceano che tutto circonda e che forma(verso oriente)i 3 mari e tutto il resto. Quindi é chiarissimo quando scrive: "la Libia é quella regione che si estende dall’istmo Arabico (o dal Nilo) fino alle colonne d’Ercole".

Addirittura l’Iberia Aristotele la cita una sola volta e non certo come sede delle colonne, ma perché attorno a lei e alle isole Britanniche,ci sono delle piccole isole che "formano una corona di isole attorno alla terra abitata". E infine quando dice : "l’Europa é quella terra che ha come confini tutt’intorno le colonne d’Ercole,le insenature del Ponto,il mare d’Ircania nel punto.." sta dicendo che l’Europa é al di qua e al di là delle colonne (tutt’intorno le colonne d’Ercole) più il Ponto ecc. Tutto inizia e tutto finisce in un mondo tutto e solo greco. E per finire mi sia consentito dire"..e aveva un’isola innanzi a quella bocca,che si chiama, come voi dite, colonne d’Ercole." (Platone-Timeo) E così, sia nel mare Atlantico chiuso di Platone, sia nell’Oceano Atlantico,dove la mettono la maggior parte degli studiosi moderni,ma purtroppo per loro nell’Atlantico di questo Aristotele,al di là delle colonne d’Ercole c’é sempre un’isola: la mia Sardegna.

Assemini, 19/07/06, Antonio Usai


libri consultati: Sergio Frau “le Colonne d’Ercole un’inchiesta” ed.Nur Neon srl Roma 2002----Giovanni Reale-A.P.Bos:”il trattato Sul cosmo per Alessandro attribuito ad Aristotele” ed.Vita e Pensiero Milano1995---- Luigi Annibaletto “Erodoto Storie” II,par.33 storie III par.115 ed.Oscar Mondatori Cles(Tn)1985 ----Roberto Nicolai “Polibio Storie” libro XXXIV par.6 ed.Newton Roma1998----Platone Opere complete vol.6° Timeo par.25e ed.Laterza Bari 2003 ----


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