Disinformazione

Notte in banca a San Giovanni in Fiore. Mario Oliverio, lontano anni luce dai Paperozzi, sembra vicino a Emiliano Morrone, il nuovo Fiorello che potrebbe essere il leader del Partito democratico in Calabria

martedì 21 agosto 2007.
 

Attenzione, prima di leggere questo articolo, è opportuno che sappiate che si tratta di mera disinformazione. Quindi, siate consapevoli da principio che esso contiene un cumulo di fesserie, come tutto ciò che è nel giornale "la Voce di Fiore". State dunque attenti, e non lasciatevi condizionare dal manipolatore Emiliano Morrone, che ne è l’autore. Lo stesso inganna i suoi adepti e non dice mai la verità su ciò che accade a San Giovanni in Fiore.

Di recente, il bravo Luca Oliverio di Ebeteinfiore ha scritto un commento (?) sulla vicenducola della "Notte bianca" a San Giovanni in Fiore. Qui il link.

Mi sono opposto, ricorderete, al dottor Giovanni Spadafora, assessore comunale alla Cultura, e alla giunta nella sua interezza.

Il casus belli è semplicemente il finanziamento pubblico a un’iniziativa di massa, con l’imposizione del sindaco Nicoletti, secondo l’assessore Spadafora, perché si approvasse alla svelta, senza alcun confronto in giunta.

Per me, non ci sono state, da parte dei governanti, sufficienti spiegazioni sulla scelta di rastrellare risorse dai vari capitoli di bilancio per destinarle a un solo evento estivo di spettacolo - a scapito, a mio avviso, di tutti gli altri, che non hanno ricevuto alcunché dal municipio.

Che Nicoletti e soci, per usare un’espressione di Pino Belcastro, abbiano recuperato lilleri in qua e in là nel risicato bilancio comunale è una notizia, vera e non smentibile.

Che altre associazioni non abbiano avuto quattrini dal palazzo è una notizia, vera e non smentibile.

Ho detto a chiare lettere che le manifestazioni dell’estate sono state realizzate e pagate dalle associazioni in loco, a volte con l’aperto contrasto dell’esecutivo di Antonio Nicoletti.

Debbo dire che forse alle associazioni sta bene così.

Uscite del genere non sono nuove, da parte mia. Per anni ho denunciato, senza seguito, il malcostume nell’amministrazione pubblica della città di Gioacchino. Dallo sperpero di danaro alle concessioni edilizie "leggere", dalle violazioni a palazzo agli scandali dell’assistenzialismo perpetuo.

Mi sono impegnato così tanto da fondare un movimento politico, capeggiato niente poco di meno che da Gianni Vattimo - "il frocio torinese" lo ha chiamato qualcuno nel "capoluogo" della Sila.

Un movimento che per alcuni mesi ha fatto rimbalzare sulle pagine dei quotidiani nazionali le tante irregolarità a San Giovanni in Fiore, comune calabrese col record dell’abusivismo edilizio e dell’assistenza statale a fondo perduto.

Oggi, in un momento in cui la Calabria è al centro dell’attenzione per causa di un cancro devastante nella politica, si dovrebbe almeno tacere rispetto ad alcune questioni e non, come ha fatto Luca Oliverio su Ebeteinfiore, impegnarsi in una difesa impossibile - e manco richiesta - del potere. Il quale, se avesse detto da subito che il finanziamento della "Notte bianca" era stato per una precisa scelta politica, anche a dispetto di progetti analoghi, non avrebbe certo potuto ricevere accuse di illegittimità.

Luca Oliverio, cui voglio molto bene, nonostante, nel caso, la sua simpatia per la giunta, ha provato a trasformare certe domande e considerazioni contenute in un mio articolo sulla "Notte bianca". Ha cercato di far credere ai lettori che agisco con finalità nascoste, forse per mancanza di considerazione a livello popolare o di partito.

Il suo lungo discorso nel citato commento (?) difensivistico su Ebeteinfiore approda a nulla.

Io non mi sono scandalizzato per i 20 mila e passa euro della "Notte bianca". Mi ha infastidito parecchio che della scelta non sia stata data alcuna giustificazione istituzionale, per usare un termine caro al sindaco, se non dopo la mia riflessione sulle politiche culturali del Comune, nella quale ho posto questioni precise.

Quali le logiche che muovono la giunta su cultura e spettacolo? Perché, all’infuori dell’associazione "La Testata", che ha realizzato un’apprezzabile "Notte bianca", non sono stati finanziati o diversamente supportati, per non metterla sul vile denaro, altri soggetti che hanno proposto eventi per l’estate?

A queste domande non doveva rispondere Luca, che, oltre a non aver risposto, ha toppato, forse senza accorgersene, esponendosi alle critiche di molti, che considerano Ebete e La Testata la cassa di risonanza dei Paperozzi(*).

La sua difesa d’ufficio è stata inopportuna e incauta.

So bene d’aver rotto con tutti, a San Giovanni in Fiore. Forse sarò antipatico, pretenderò pure d’essere il migliore anche a scacchi, ma non riesco a vedere gli interessi celati che mi vengono attribuiti.

E non riesco a intendere tutti i calcoli economici e le opportunità ipotizzate da Luca nel suo commento (?) difensivistico successivo alla mia posizione sulla "Notte bianca".

Magari, ragionando come Luca, m’aspettavo che l’onorevole Mario Oliverio mi designasse quale candidato sindaco del centrosinistra. Può darsi che avrei cambiato faccia e suoni, se i Paperozzi m’avessero dato la meritata delega alla Salute.

Mario Oliverio non si interessa più di tanto alle quisquilie di San Giovanni in Fiore. Addirittura, facendo io un po’ Fiorello, è diventato mio amico. Ci scriviamo tutti i giorni. Sempre facendo io Fiorello, mi ha precisato: "Tu sei la persona più cara che abbia mai avuto. Io leggo sempre il tuo giornale. Se non ci fosse, non mi ammazzarei di risate nelle mie giornate di atti e decreti".

Quindi, mi ha esortato a far meglio, aggiungendo un complimento. "A parte i capelli, che sono molto poco istituzionali, tu sei perfetto, sei davvero l’ultimo monaco florense, dopo me e l’amico Gianni Vattimo".

Mario ed io, io facendo Fiorello, pensiamo che "gli attuali amministratori continuano a dimostrare d’essere assenti quando parlano, peggio del Berlusca".

Come Aldo Orlando, che alla proclamazione della miss "Estate florense" (prima, seconda e terza classificata di Cotronei), ha dichiarato: "Questo è un momento importante per la nostra città".

Certe esternazioni si commentano da sole.

Il presidente Oliverio, discutendo a lungo col sottoscritto via chat, io Fiorello, mi ha chiesto quanto "certe capperate facciano perdere i capelli". Io Fiorello, gli ho risposto: "Carissimo Mario, questi sono proprio vittima della tv, ormai Berlusconi li ha incantati, non possiamo farci più nulla. Tu, però, che stai benissimo col nuovo look, non pensare a un collegamento diretto tra errori della coalizione e perdita dei capelli dei suoi più importanti esponenti".

Mario ha un’altra stoffa, è un leader, sa come comportarsi, è simpatico, affabile e perfino vicino alla Chiesa, negli ultimi tempi.

Io Fiorello, m’ha spiegato finalmente alcune cose che non capivo. Io Fiorello, Antonio Nicoletti è stato candidato sindaco per mettere alla prova il Partito socialista, che di solito s’agita e recalcitra, è affetto da sindrome da affaticamento cronico, come il pianista Jarrett.

Mario, io Fiorello, m’ha detto che se fossi diventato sindaco, e a lui avrebbe fatto piacere, in città avremmo visto ordine, bellezza e armonia. E per certo non avremmo avuto come dirigente dell’Ufficio tecnico l’inamovibile Pasquale Tiano. Il quale, ormai oberato da quel bonaccione di Pierino Lopez, progetta continuamente soluzioni innovative per la viabilità, la disponibilità d’acqua e altre necessità impellenti.

L’ultima è formidabile. Un meccanismo per l’approvvigionamento idrico che non avrebbe concepito neppure il grande Leonardo, con tanto di carte e materiali da dimenticare la misurazione di quote per il prelievo dell’acqua. Wenders faceva dire a un suo personaggio: "Nella luce del giorno, anche i suoni brillano".

Fu lo stesso Tiano a dichiarare che un’impresa stava costruendo con la concessione edilizia scaduta. Come se non fosse stato lui il dirigente dell’Ufficio tecnico. Ho i testimoni, e, prima che De Magistris lo facciano fuori, potrei fargli una visitina. Tiano deve spiegare, poi, molte cose della sua gestione. A partire dalla persecuzione verso un dipendente comunale, per arrivare a concessioni edilizie dubbie e a sopralluoghi tecnici finiti dal giudice.

I socialisti sì che sono bravi a farsi propaganda, altro che il "bravo comunicatore che muove i fili", come m’ha chiamato Luca Oliverio. Dispongono d’un "armamentario fantasioso", per citare Pino Chimenti, di giornali, tv e altro. Annunciano sempre grandi opere, senza che qualcuno dimostri il contrario.

Luca dice nel suo provvidenziale commento che la banda musicale Paideia non ha chiuso i battenti per assenza di finanziamenti, ma per vicende che non sta lì a raccontarci. Questa, per lui, è informazione. La mia, basata su nomi, cognomi e cifre, è disinformazione.

Luca mette in dubbio che la mia fonte sia Spadafora. Devo sottolineare che io ho virgolettato le affermazioni dell’assessore. E, siccome questi è stato vittima di un assalto dei colleghi, da buon "coniglietto" ha ritrattato tutto nei giorni seguenti.

Le telefonate sono registrate fino a sei mesi. E lo è anche la conversazione tra me e Spadafora, nella quale ho appreso quanto ho scritto. Sto pensando seriamente di far causa al Nostro, dato che con la sua smentita (?) ha leso la mia immagine professionale.

Nonostante l’impegno di Luca, che mi ha voluto dipingere quasi come un gran maestro di qualche movimento dalla ritualità massonica, la gente ha capito come sono andate le cose. Fortuna che non è affatto stupida.

Poi, un sassolino consentitemi di levarmelo dalla mia scarpa omicida. Non c’entra nulla il discorso di Luca su ciò che hanno scritto i miei colleghi il giorno dopo la "Notte bianca". Anche io ne ho parlato bene. Il mio intervento non ha toccato la serata né i suoi organizzatori. Io, lo ripeto, ho solo chiesto delucidazioni ai Paperozzi.

Forse all’attentissimo informatore, e amico, Luca Oliverio è sfuggito l’articolo di Biagio Simonetta, pubblicato giorni dopo la "Notte bianca". Il coraggioso giornalista del Quotidiano della Calabria ha scritto limpidamente dei contrasti fra Jean Spadafora e l’"organico di" Nicoletti, sempre per mutuare da Pino Belcastro. Contrasti esistenti già prima della "Notte bianca", a leggere un altro articolo di Biagio.

Domandate al veterinario Astorino, ex presidente della Pro loco, se la medesima ha mai avuto il becco d’un quattrino dal Comune. Interrogate sua moglie, che è un bravo avvocato, e cercate di capire perché gli ex soci della Pro loco preparavano e vendevano spesso dolci e torte, se non per ragioni di cassa.

Il punto, e l’ho ribadito più volte, era ed è politico. I giovani, dico a Luca, se ne fanno poco dei concerti notturni. Capisco che la nuova generazione è stimolata dai media e dalla chimica, e non per questo merita la mia riprovazione. Ma, caro Luca, i ragazzi hanno bisogno di spazi di aggregazione e produzione per tutto l’anno.

Ti sei chiesto perché non se ne trovano? Hai mai scritto una riga su questo problema, senza essere generico e vago?

Io sì, per esempio. E ho respinto, sempre per esempio, la concessione perpetua del Polifunzionale alla cooperativa Futura park.

Quella struttura è, secondo il progetto, costruita per l’aggregazione e la produzione culturale dei giovani. Ad oggi, c’è un ristorante per matrimoni.

Vedi, mio Luca, te l’ho già scritto, la differenza fra la Voce ed Ebete è che voi avete scelto la via della moderazione, del buonismo et coetera. Noi, al contrario, preferiamo picchiare, a costo che ci rompano il sedere.

Perché, Luca, i commenti di Saverio Alessio all’articolo "Immagina che notte", pubblicato su Ebete, sono scomparsi?

Chiedo perdono a Mario Oliverio, io Fiorello, per tutte le cosacce che ho scritto su di lui in passato. Ho capito che le critiche generali che s’è beccato sono ingenerose e frutto di valutazioni inesatte. Solo una questione gli pongo, io Fiorello.

Mario, ma, io Fiorello, non potevi fare a meno di mettere alla prova questi socialisti poco sociali e socievoli?

Mi dirai, io Fiorello, che sta arrivando la "Terza età" di Gioacchino da Fiore. Hai ragione. Guarda, potrei essere io, io Fiorello, il leader del nuovo Partito democratico in loco. Io Fiorello, prometto che, se mi sostieni, mi taglio i capelli. So che mi stimi. Ti prego, io Fiorello, mandiamo a casa questi orlandi furiosi, questi uomini con la spada di fuori ma subito ritirata e, soprattutto, questi amanti dello stile del Berlusca: tutti fumo e niente arrosto. Almeno Silvio è il presidente del Milan. Questi non hanno manco saputo tenere la Silana.

Roma, 20 agosto 2007

Emiliano Morrone

(*)Paperozzi è, tra l’altro, l’acronimo di PAce PErpetua ROZZamente Indottrinata. Me ne servo, poi, per indicare, io Fiorello, la giunta comunale attuale.


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