Calcio

Il Milan è campione d’Europa, cronaca d’un capolavoro

giovedì 24 maggio 2007.
 

Atene, 23 mag. (Adnkronos) - E’ del Milan il posto che gli dei dell’Olimpo ateniese avevano riservato alla Migliore di tutte. Ed è di Pippo Inzaghi, autore della doppietta del 2-1 con cui i rossoneri cancellano, dopo due anni, il fantasma dei Liverpool e di Istanbul, la corona del capo degli Dei. Vince il Milan (la sua settima Coppa dei Campioni, ormai Champions League) vince l’Italia, vince Ancelotti che ha scelto bene, nel ballottaggio per il centravanti, preferendo a ragione l’esperienza di Inzaghi alla freschezza di Gilardino.

Con due gol, uno casuale alla fine del primo tempo e uno nel finale, Superpippo si è dimostrato ancora una volta decisivo nelle occasioni che contano. Eppure, schierando un Liverpool a una sola punta (Kuyt), Benitez era riuscito a dare libertà di movimento e centralità a Gerrard facendo contemporaneamente diga su Kakà, Seedorf e Pirlo nel mezzo, anche se tra tante stelle attese era stato un outsider, Jermaine Pennant, a fare il ruolo del mattatore nel primo tempo.

Due anni fa, mentre Milan e Liverpool si giocavano la Champions di Atene, lui stava toccare il fondo facendosi arrestare dalla polizia inglese per guida in stato di ubriachezza, stasera sfreccia con grande lucidità sulla fascia destra mandando nel pallone Jankulovski: è di Pennant al 10’ il primo tiro del match, un destro in diagonale che Dida respinge e Nesta allontana, sono di Pennant le fughe con cross che innescano un paio di tentativi di Gerrard e soprattutto quelli di Xabi Alonso (destro potente da fuori al 27’, paura per Dida ma palla fuori) e Kuyt (girata rimpallata in angolo da Nesta al 36’).

Dall’altra parte, Inzaghi pare un po’ solo, Seedorf e Pirlo non trovano molti sbocchi, Kakà va a intermittenza: un paio gli affondi in velocità del brasiliano, che è anche il primo a impegnare a Reina al 17’, ma Mascherano e Agger ringhiano su lui proprio come Gattuso. E’ Kakà comunque, a un passo dalla pausa, a rimediare da Xabi Alonso il fallo che darà origine al vantaggio del Milan: sulla punizione di Pirlo Inzaghi segna il tipo di gol di cui solo lui è capace, quelli in cui è il pallone a cercare lui e non viceversa: 1-0 al riposo, un po’ casuale ma va bene così.

Anche perché nella ripresa tocca sempre al Liverpool fare la partita, che significa da una parte più spazi per Kakà, dall’altra dover contrastare la rabbia fisica di Gerrard e compagni: il capitano al 18’ vince di forza un contrasto con Nesta, ma davanti a Dida preferisce un destro innaturale a un più comodo sinistro, quindi ci riprova al 26’ con un rasoterra dai 25 metri a fil di palo. Stranamente, è soltanto dopo ben 33’ di pressione non certo efficace che Benitez cambia l’assetto del Liverpool inserendo il gigante Crouch per il mastino Mascherano. Troppo tardi, o forse troppo azzardato togliere a Kakà il guardiano diretto.

Appena trova spazio, il brasiliano disegna la palla giusta per Inzaghi, che non si pregare troppo ad accettare l’invito: partenza in posizione regolare, finta su Reina e palla sotto la pancia dello spagnolo. E questa volta è il 37’ della ripresa: troppo tardi, non come ad Atene, anche se rimane per un attimo la paura di un’altra rimonta del Liverpool quando Kuyt infila di testa il 2-1. Ma stavolta finisce tutto per il meglio: dopo l’Italia campione del mondo, il Milan campione d’Europa. Più di così...


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