Chiesa di Mammona - del "Deus caritas" e chiesa di Amore - del "Deus charitas"

Guerra!!! Mobilitazione dei "papa razzi"!!! "Deus caritas est": il Vaticano pretende di sapere tutto e non capisce più nemmeno il valore di un’ "acca"!!! Deciso!!! Un "generale", Mons. Bagnasco, nuovo presidente della Cei. Una nota di don Vitaliano Della Sala - a cura di pfls

giovedì 8 marzo 2007.
 
[...] Sono fermamente convinto che i cambiamenti veri, anche nella Chiesa, possano venire solo dalla base; nonostante ciò, prego perchè il nuovo presidente della Cei si dimostri più saggio del suo predecessore e colmi la distanza che esiste sempre più tra i due volti della stessa Chiesa, così che questa possa finalmente presentarsi alla società italiana e all’umanità nella sua pienezza, “gloriosa, senza macchia, né ruga o alcunché di simile, ma santa e irreprensibile”(Efesini 5, 27) [...]

Chiesa Cattolica Italiana

Mons. Bagnasco, nuovo presidente della Cei, espressione solo di una parte della Chiesa

di don Vitaliano Della Sala *

La decisione di nominare mons. Angelo Bagnasco a presidente della Conferenza episcopale italiana, senza consultare in alcun modo l’episcopato, il clero, le comunità e i fedeli laici, è la metafora dei due volti della medesima Chiesa.

Esiste, all’interno della stessa Chiesa cattolica italiana - e tutti lo sanno bene perché è visibile, forse troppo visibile - la Gerarchia “trionfante” della Chiesa, quella eternamente “costantiniana” dell’in hoc signo vinces, sempre pronta a pretendere privilegi e a fare compromessi con i potenti, potente essa stessa e invischiata sempre più con la politica. Una gerarchia che sa solo pronunciare i suoi eterni ”no” di fronte a qualsiasi richiesta di apertura che viene dalla base, senza preoccuparsi in alcun modo delle sofferenze che i “no” provocano; una Chiesa che appare formata esclusivamente della gerarchia e da queste è esclusivamente rappresentata, senza aver ricevuto delega alcuna da parte della base. Di partecipazione dei fedeli laici alle decisioni, neanche a parlarne, come pure di democrazia interna e di diritto-dovere al dissenso.

Oltre questa Chiesa gerarchica, anzi dentro di essa, esiste un’”altra” Chiesa, la Chiesa-altra. Una Chiesa-altra che ha imparato ad usare “il potere dei segni, anziché i segni del potere”, come diceva il compianto don Tonino Bello, presidente di Pax Christi. Una Chiesa-altra viva, fatta di vescovi e preti coraggiosi, di fedeli laici impegnati, anche se costretta a vivere “nelle catacombe” della paura di essere inquisita, punita, processata.

È la nuova Chiesa del silenzio che, però, prende sempre più coraggio e emerge dall’oscurità nella quale è stata ricacciata o nella quale si è autorelegata. Una Chiesa-altra che “scopre” sempre più i mezzi di informazione e comincia ad usarli come i “tetti” del nostro tempo, dai quali Gesù ci invita a gridare il suo messaggio di liberazione (cfr. Matteo 10,27) e, a sua volta, è “scoperta” dai mass media.

Chiesa-altra che non si vergogna di pronunciare il nome di Gesù Cristo, non arrossisce del Vangelo, ma da esso parte per riflettere sul mondo e sulla società, senza mai condannare, né escludere o emarginare nessuno. Chiesa-altra sempre più indispensabile alla Chiesa universale.

Sono fermamente convinto che i cambiamenti veri, anche nella Chiesa, possano venire solo dalla base; nonostante ciò, prego perchè il nuovo presidente della Cei si dimostri più saggio del suo predecessore e colmi la distanza che esiste sempre più tra i due volti della stessa Chiesa, così che questa possa finalmente presentarsi alla società italiana e all’umanità nella sua pienezza, “gloriosa, senza macchia, né ruga o alcunché di simile, ma santa e irreprensibile”(Efesini 5, 27).

-  Sant’Angelo a Scala, 7 marzo 2007
-  don Vitaliano Della Sala (347 3679191)
-  prete reale di una parrocchia virtuale
-  www.donvitaliano.it

-  "La mia parrocchia vasto mondo":
-  la parrocchia virtuale di don Vitaliano Della Sala
-  www.donvitaliano.it

* IL DIALOGO, Mercoledì, 07 marzo 2007



Sul tema, nel sito, si cfr.:

-  "Deus caritas est": la verità recintata!!! Caro BENEDETTO XVI ... Messa in latino? Ma quale latino?! Faccia come insegna CONFUCIO: provveda a RETTIFICARE I NOMI. Segua FRANCESCO !!! E ri-mediti sulla ’sollecitazione’ ( Un "Goj") di Luigi Pirandello ... a Benedetto XV

-  COPYRIGHT E PIRATERIA VATICANA!!! DIO ("Deus charitas est") o MAMMONA ("Deus caritas est"). GRAZIA o CARO-PREZZO: QUESTO E’ IL PROBLEMA!!! L’AMORE ("CHARItaS") NON E’ LO ZIMBELLO DEL TEMPO. GESU’: "JE SUiS ... CHRETIEN" !!! Non ... "CRETIN" ... E NEMMENO CATTOLICO-ROMANO!!!

-  SPACCARE L’ITALIA. Dopo "W o ITALY" (Wojtyla), IL "BERLUSCONISMO" IN VATICANO!!! Cristianesimo, Gerarchia della Chiesa cattolica, e Costituzione della Repubblica. Il problema non è la Chiesa, la comunità dei fedeli. Il problema è una gerarchia ecclesiastica incapace di guardare con umanità ai problemi di una società in trasformazione

-  "GIUSEPPE, IL PADRE CHE CI MANCA", E LA "SACRA" FAMIGLIA CATTOLICO-ROMANA. «Josephologie». LA QUESTIONE EPOCALE E CRUCIALE COMINCIA A INVESTIRE LO STESSO "AVVENIRE" (IL GIORNALE DEI VESCOVI ITALIANI) DELLA CHIESA.

-  USCIRE DALLO STATO DI MINORITA’ (E DI PRETESA MATURITA’), SIA AGNOSTICO SIA ATEO SIA RELIGIOSO!!! RATZINGER-HABERMAS: ALLEATI CONTRO I DISFATTISTI?! RUINI, nella "Prolusione" all’ottavo Forum del "Progetto Culturale", critica Habermas ... come se stesso (e lo stesso Ratzinger-Benedetto XVI)!!!



7 Marzo 2007

la Chiesa italiana agli ordini di un generale di corpo d’armata! *

dalla filosofia alla porpora: la carriera di Bagnasco

Nato a Pontevico, nella bassa bresciana, il 14 gennaio 1943, da genitori liguri sfollati per la guerra, mons. Angelo Bagnasco è cresciuto a Genova dove ha frequentato il Ginnasio ed il Liceo classico presso il Seminario arcivescovile di Genova e dove, il 29 giugno 1966, è stato ordinato sacerdote. Laureato in filosofia alla Statale, dopo essere stato viceparroco per diversi anni - e questa sarà la sua unica esperienza pastorale prima della nomina episcopale - a partire dagli anni ‘80 ha ricoperto una serie di incarichi prima diocesani poi nazionali: docente di Metafisica e Ateismo contemporaneo presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale (sezione di Genova) e poi preside dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Genova; assistente diocesano della Fuci (dal 1980 al 1995); direttore dell’ufficio Catechistico e dell’ufficio "Educazione" della Diocesi, con l’incarico della formazione degli insegnanti di religione, e delegato regionale per la pastorale della scuola (dal 1985 al 1996).

Nel 1995 viene poi nominato vicario episcopale e, il 3 gennaio 1998, vescovo di Pesaro. Dopodiché la sua carriera ecclesiastica conosce una progressiva accelerazione: dal 2001 è presidente del Consiglio di amministrazione di "Avvenire", il quotidiano della Conferenza episcopale italiana; dal 2002 al 2005 è segretario della Commissione episcopale della Cei per l’Educazione, la Scuola e l’Università; il 20 giugno 2003 viene è nominato arcivescovo Ordinario Militare per l’Italia; e dal 2005 diventa anche segretario della Commissione Cei per la Cultura e le Comunicazioni Sociali. Fino alla nomina ad arcivescovo metropolita di Genova, a cui farà sicuramente seguito anche la porpora cardinalizia, probabilmente già nel primo Concistoro ordinario di papa Ratzinger.

Un generale per arcivescovo

Con la nomina ad Ordinario Militare - e contestualmente a generale di Corpo d’armata - la visibilità di mons. Bagnasco cresce progressivamente. A partire dalla fine del 2004 quando il neo-arcivescovo di Genova si fa fotografare nella copertina del calendario 2005 dell’Ordinariato militare, realizzato in collaborazione con le Pontificie opere missionarie. Un’iniziativa che sollevò le critiche di molti (Pax Christi e comboniani su tutti, v. Adista n. 1/05) sia per la scelta delle immagini - aerei da combattimento che sorvolano croci, messe da campo a cui partecipano battaglioni in armi, soldati in tuta mimetica che offrono doni ai bambini - sia per l’accostamento missionario-cappellano militare-soldato che Pax Christi definì "fuorviante, diseducativo e antievangelico".

L’ultima iniziativa editoriale di mons. Bagnasco risale alla scorsa primavera quando regala a tutti i soldati italiani in missione all’estero un libretto tascabile dal titolo Parola di Dio e Vita Cristiana (stampato dalle Edizioni san Paolo) contenente i Vangeli, una raccolta di Salmi, alcune parti del Compendio del catechismo della Chiesa cattolica e le principali preghiere della tradizione cattolica. La copertina di color verde militare suscitò qualche perplessità a cui mons. Bagnasco rispose in un’intervista a "Famiglia Cristiana" (21 maggio): "è un tocco che lo contraddistingue. Niente più. Un simbolo di appartenenza, come si fa negli scout". Nella stessa intervista mons. Bagnasco, oltre a rivendicare il ruolo di pace degli eserciti, difese anche le "stellette" dei cappellani militari, cioè il fatto che tutti i sacerdoti, quando assumono l’incarico di cappellani militari, acquisiscono automaticamente i gradi che li fanno diventare militari a tutti gli effetti (e l’arcivescovo ordinario, il massimo grado della gerarchia ecclesiastica diocesana, si appunta sulla talare la greca e le tre stellette di generale di corpo d’armata): "Lo so che la cosiddetta ‘militarità‘ può fare problema e sembrare fuori posto per un prete. Ma c’è una ragione. Il senso di appartenenza alle Forze armate è altissimo. È un mondo con regole precise. Il sacerdote, per essere pienamente accolto, ne deve far parte fino in fondo, convinto che il rispetto delle persone e dell’ambiente passa anche attraverso la loro totale condivisione" (v. Adista n. 49/06).

Come ordinario militare, poi, mons. Bagnasco si è più volte trovato a celebrare i funerali di Stato dei soldati italiani morti nelle missioni militari all’estero (in Afghanistan e Iraq) e a pronunciare omelie fortemente patriottiche in cui c’era la dura condanna del "terrorismo vile", la difesa del valore delle missioni militari e la rivendicazione del ruolo di "portatori di pace" dei soldati. Concetti ribaditi anche nelle sue Lettere pastorali (ai cappellani militari, il 4 ottobre 2004; alla Diocesi Ordinariato Militare, il 23 ottobre 2004; e ai seminaristi dell’Ordinariato, il 27 marzo 2005) e in altre occasioni pubbliche meno emotivamente coinvolgenti delle esequie di Stato: come la messa per le Forze armate in San Pietro, il 16 dicembre 2005, quando l’Ordinario Militare sottolineava davanti al papa la "particolare umanità" che i nostri militari hanno "nell’animo", una umanità che "brilla all’estero" nelle numerose missioni di peacekeeping e che "non nasce dal nulla ma attinge ispirazione dalle radici cristiane del nostro Paese". O alla vigilia della parata militare dello scorso 2 giugno, rispondendo ai movimenti contro la guerra dai microfoni della Radio Vaticana: "Chi parla dei soldati italiani in missione all’estero come dei mercenari in cerca di soldi ha una visione ingiusta e irrispettosa".

"Giudicare mercenari i nostri militari è veramente un obbrobrio": sarebbe "come giudicare mercenari tutti coloro che, medici, avvocati, si dedicano in qualche modo e misura al bene pubblico".

È un generale di corpo d’armata il nuovo arcivescovo di Genova

È mons. Angelo Bagnasco, Ordinario Militare per l’Italia, con il grado di generale di Corpo d’Armata, il nuovo arcivescovo di Genova. Succede al card. Tarcisio Bertone che, come annunciato dal papa lo scorso 22 giugno, è stato nominato Segretario di Stato vaticano a partire dal prossimo 15 settembre (v. Adista n. 49/06). La notizia l’ha data lo stesso card. Bertone, il 29 agosto, al termine della messa al santuario della Madonna della Guardia: "Benedetto XVI mi ha designato come suo nuovo Segretario di Stato. Assumerò l’incarico dal 15 settembre. Papa Benedetto ha voluto provvedere subito alla nomina del mio successore e lo ha scelto nella persona di sua eccellenza mons. Angelo Bagnasco", un ligure "dopo due piemontesi [Bertone e Canestri, ndr] e un lombardo [Tettamanzi, ndr]".

Mons. Bagnasco ha ‘bruciato’ in extremis la candidatura del biblista mons. Luciano Monari, vescovo di Piacenza, che prima dell’estate sembrava pronto a trasferirsi sotto la Lanterna: ad aver pesato sulla sua nomina, oltre ai buoni uffici del card. Ruini - che nel 2001 lo volle presidente del Consiglio di amministrazione di Avvenire e nel 2003 lo propose ordinario militare -, anche le pressioni dagli ambienti conservatori della curia e di alcuni influenti personaggi della ‘Genova che conta’ (fondazioni bancarie, enti e i principali ospedali della città, Galliera e Gaslini, per statuto presieduti dall’arcivescovo) che hanno convinto il card. Bertone a sponsorizzare la nomina di Bagnasco. Del resto la promozione di un Ordinario Militare ad una delle più importanti diocesi italiane, nonché sede cardinalizia, sembra fare seguito anche alle parole di apprezzamento per l’importante "azione pastorale degli Ordinariati militari della Chiesa Cattolica" contenute nel messaggio di papa Ratzinger per l’ultima Giornata mondiale della pace, 1 gennaio 2006 (v. Adista n. 1/06).

La speranza di don Gallo

Fra i primi a congratularsi con il neo-arcivescovo, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che ha inviato a mons. Bagnasco un telegramma di auguri e "fervidi auspici per la sua nuova missione", e l’ex ministro Claudio Scajola (nativo di Imperia), oltre alle istituzioni locali liguri.

Accoglienza positiva pure da buona parte del clero genovese (mons. Bagnasco è ben conosciuto per i molti incarichi ricoperti in diocesi negli anni ‘80 e ‘90) che ora si aspetta un arcivescovo che rimanga a Genova più a lungo del card. Tettamanzi (7 anni, dal 1995 al 2002) e soprattutto del card. Bertone (4 anni, dal 2002 al 2006). Voce fuori dal coro quella di don Paolo Farinella il quale parla di una "nomina-premio" che non tiene conto delle "esigenze della città": "per il ruolo che ha ricoperto (quello di Ordinario Militare, ndr) e per come l’ha ricoperto in questi anni credo non sia la persona giusta per Genova". E di don Andrea Gallo, della Comunità di san Benedetto al Porto, che però auspica la ‘conversione’ del nuovo arcivescovo: "Quando fu nominato il vescovo di Olinda Recife, dom Helder Camara, in molti pensarono quello che ora pensa don Paolo. Poi però dom Camara cominciò dagli ultimi, andò nelle baracche, addirittura lasciò il suo bel palazzo vescovile e andò a vivere in un appartamento in mezzo al quartiere più popoloso, in mezzo alla gente". Allora "intanto bisogna accogliere il nuovo pastore", dice don Gallo, "poi magari occorre chiedergli che cominci dagli ultimi".

Le associazioni laicali sono soddisfatte. Lorenzo Caselli, già presidente nazionale del Meic e docente di Economia all’università di Genova, saluta il neo-arcivescovo e, dalle pagine locali di "Repubblica" (29/8) avanza subito tre proposte: "convocare un sinodo della Chiesa genovese per preparare un nuovo annuncio"; puntare e investire sulle parrocchie; creare una "Fondazione di studio di Dottrina sociale della Chiesa, dove concentrare il patrimonio di conoscenza, di solidarietà, di diversità, di confronto sui grandi disegni civili". E, sempre sulle pagine genovesi di "Repubblica" (26/8), alla vigilia dell’ufficializzazione della nomina ma quando l’arrivo Bagnasco era già ampiamente previsto, Angelo Cifatte e Silvana Caselli ("a nome di un gruppo di riflessione di 150 cattolici") scrivono: "abbiamo bisogno di un vescovo che eviti le inaugurazioni mondane ma visiti realmente la diocesi incontrando i preti e ripristinando il dialogo con il mondo laicale"; "abbiamo bisogno di un vescovo che sappia porsi come interlocutore della ‘politica’ senza compromessi, ma nella libertà della sua profezia e nel rispetto della politica e dei cristiani impegnati a gestire la res publica secondo coscienza".

(di luca kocci - www.adista.it)

* Fonte: www.donvitaliano.it



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