Un padre disperato a cui è stato sottratto un figlio ha minacciato di darsi fuoco in diretta al tg2, Nicola De Martino, un’altra vittima del sistema che penalizza sempre il padre. Si può condannare chi, per motivi gravissimi come quello dell’allontanamento di un figlio, perde la testa? Credo che le responsabilità vadano equamente divise tra molti.
Qualcuno ha dato anche del ‘pezzo di merda’ a papà Nicola perché come al solito non riusciamo a comprendere un cuore di padre, ma solo quello di madre. Non teniamo conto che quest’uomo per tredici anni è stato un padre solo sulla carta perché non gli è stato permesso di vedere il proprio figlio grazie al menefreghismo dello stato italiano e di quello australiano. Proprio lo stato australiano, in campo di pari genitorialità, è fermo ai primi emigranti delle galere.
Come al solito è il potere della vagina a vincere. Si parla giustamente di quote rosa in tutti i campi, ma nel campo dell’amore di un genitore si rende necessario un incremento di quote azzurre, non solo per il padre ma soprattutto per i figli. Ringrazio Dio di aver sempre curato i miei interessi di padre e di avere la certezza che la mia bambina, ormai quattordicenne, non potrà portarmela via nessuno. Mia moglie, anch’essa australiana, sa perfettamente che sarei stato capace di qualsiasi cosa pur di non perdere mia figlia. Anche se Nicola si è lasciato andare alla disperazione, non posso condannarlo, assolutamente no, è un padre dal cuore d’oro. Migliaia sono i padri separati che hanno tentato, molti riuscendoci, il suicidio. Chi si occupa di questo? Nessuno. Il mobbing a danno del padre ha da finire, non si può continuare in questa maniera. Le finte leggi e le caramelle non possono riempire il vuoto lasciato in tutti quegli uomini a cui è stato negato essere padre. Le lacrime di un uomo valgono, almeno, quanto quelle di una donna. Ritorna, putroppo, attualissimo il pezzo: “La femminilizzazione del mondo”.
Il mondo diventa donna, si perde così l’altra metà del cielo. Ritorniamo ai cori femministi: “il corpo è mio e lo gestisco io”. Nel mondo di un genitore, però, questo non ha senso perché un figlio diventa figlio di mamma a anche di papà già al suo concepimento. Nel momento in cui viene escluso il padre, ritenendo che l’aborto sia roba da donne, torniamo a quel femminismo ormai superato. La pari genitorialità è anche pari opportunità. La pari opportunità richiesta a gran voce da molte donne ormai ha sforato diventando potere di famiglia. Siamo giunti alla femminilizzazione del mondo e della società. Parlando col mio amico Marco, anche lui padre, abbiamo concluso che non sono pochi i figli che stanno rimanendo senza la figura del padre. Tantissime le donne, anche separate, invece, che ritengono indispensabile la figura del padre. Quando una coppia di sposi decide di separarsi deve comprendere che la separazione tra coniugi non implica, in nessun caso, la separazione dai figli. Loro devono continuare il rapporto con la mamma e con il papà. Un padre ti ama in maniera diversa da come ti ama una mamma, è un equilibrio che nessuno deve spezzare, perché nessuno può arrogarsene il diritto e nemmeno può decidere sulla vita e sulla morte di un bambino. Recenti studi e indagini hanno evidenziato che l’avvicinamento alla droga da parte di bambini è aumentato moltissimo negli ultimi anni. La maggioranza di questi ragazzini sono figli di separati e, come se non bastasse, molti di loro non hanno più contatti con il padre. Ma ci rendiamo conto che manca qualcosa? La femminilizzazione del mondo sta portando a sentire la necessità di auto consolarci, magari facendo uso di droghe perché non abbiamo più un riferimento che ci aiuti a rialzarci, un sostegno basato certo sull’amore ma anche sulla certezza che la vita è fatta di amore dolcissimo e sentimenti teneri ma anche di lavoro e di responsabilità. Il bellissimo e insostituibile amore della mamma se unico diventa un bisogno essenziale, fintanto che siamo bimbi non ce ne accorgiamo ma entrando nella vita da adolescenti ed adulti ci rendiamo conto che siamo stati privati di un riferimento paterno. Non riusciamo a integrarci in maniera serena e ci affidiamo a quello che ci offre la strada, qualcosa che ci illuda che in nessun momento della nostra vita rimarremo senza la dipendenza di qualcosa o di qualcuno. Non cresceremo mai, gli uomini non saranno mai uomini e le donne rimarranno orfane della loro parte ‘maschile’ che è quella che naturalmente rinforza l’animo. La televisione propone un mondo di bellezza femminile, un sole che gira intorno ad occhi di donna e cuori di miele. Non abbiamo riferimenti e quest’allontanamento del padre e della figura maschile come relegata a un ruolo secondario se non nullo, non fa bene allo sviluppo psichico del bambino. Insieme alle unioni Gay, al WWF, bisognerebbe creare un organismo che si occupi della figura del padre ormai in estinzione. Se vogliamo ripristinare un equilibrio, lo dobbiamo anche ai nostri figli. Indispensabile per il corretto sviluppo del maschio e della femmina.
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LA TERRA, LA BUONA NOVELLA, E LA COSTITUZIONE - LA LEGGE DEI NOSTRI PADRI E DELLE NOSTRE MADRI COSTITUENTI...
Grazie Nicola, ieri al telefono ho capito che sei uno di quelli che sputa in faccia a questa società di mammoni eunuchi il suo dolore di padre e di uomo con le palle. Quello che vi sto per dire è duro ma vero. In questo sistema di "ragione alla donna" c’è di mezzo un GROSSO BUSINESS dello Stato Italiano che ha creato una cupola perfetta di Giudici, avvocati, servizi sociali, il tutto sicuramente d’accordo con il Clero, per VENERARE la donna. I servizi sociali sono stati denunciato ovunque per questo, e piano piano escono notizie anche su pool di giudici corrotti che gestivano in perfetta tranquillità certa parte della "Società delle Cause Italiane". Questo deve finire. Mio figlio è stato quindi sequestrato, contro la sua volontà, da un pool di servizi sociali e asili, con relazioni completamente false, grazie ad una mia visita programmata in Sicilia, a Messina, dove dovevo vedere mio figlio. Gli avvocati NON C’ERANO. Mi hanno lasciato , dopo avermi chiesto 2000€, cannibalizzare da una dottoressa e un dirigente, i quali si sono divertiti a deridermi e passarmi per pazzo, persino in presenza di mio padre, certi di essere impuniti. L’assessore Rao di Messina per i Servizi Sociali e Asili, mi ha dichiarato di non poter intervenire perchè i Servizi Sociali agiscono in modo indipendente. Il Sindaco mi ha suggerito la strada del Tribunale per i Minori, mentre gli avvocati mi avevano detto che sarebbe stato ricondotto comunque al Tribunale Civile. TUTTI DEPISTANO, CONFONDONO, TUTTO IL CONTRARIO DI TUTTO. Così il tempo passa ed io, come altri, stupidi cittadini CARNE DA MACELLO, siamo costretti ad impazzire, con la CTU assicurata in negativo. Tutto per fare che? Togliere ad un figlio la possibilità di avere il suo padre sanguigno vicino, quello che può dargli l’amore che vorrebbe, che non glielo avrebbe mai negati, mentre uno sconosciuto qualunque chi può sapere se lo farebbe? TUTTO SOLDI, POTERE, FOLLIA, AUTORITA’. Senza un senso, senza alcun legame con la ragione. E intanto io conservo registrazioni dove mio figlio al telefono viene MALTRATTATO per impedirgli di parlare con me e si ribella e si divincola, disperato, perchè lui DEVE PARLARE CON ME, e mi parla sottovoce per paura di essere ascoltato. TERRORISMO!!!!!!! MAFIA!!!! FOLLIA!!!!
Chiunque abbia qualche suggerimento, a parte un Kalashnikov o delle Bombe, mi può chiamare, NON HO + NULLA DA PERDERE e farei di tutto per riverede questo figlio.
Piccolo particolare: MIO FIGLIO ALBERTO E’ PORTATORE DI PACEMAKER DALLA NASCITA. Che si vergognino tutti, dalla madre al direttore del servizio Sociale!!!! Ho una relazione di un medico del Sacro Cuore che parla di alti rischi per Alberto di soffrire di cuore per quello che sta passando.
Con candore la Signora dei Servizi Sociali mi dice che ha aggiustato lei una vicenda in cui mio figlio era stato EMARGINATO dalla classe , costretto a stare in disparte, perchè PORTAVA UN PACEMAKER.
E in tutto questo io NON POSSO NEMMENO SENTIRLO PER TELEFONO!!! Ne’ INCONTRARLO!
SE FOSSI RICCO? POTREI?
Giuliano Caimmi tel. 0699709709 3477752174 giucomposer@fastwebnet.it
PAPA’ MINACCIA DI BRUCIARSI VIVO AL TG2
«Chiedo scusa ma io questo gesto l’ho fatto per gli altri e non per me», ha detto l’uomo prima della fine della trasmissione.
Forse queste parole del sig. Nicola De Martino dovrebbero essere prese maggiormente in considerazioni da certi commentatori, più o meno istituzionali. Il sig. Nicola ha fatto un gesto che è stato molto più cosciente di quanto avesse dato a vedere. La sofferenza di un padre al quale viene sottratto il figlio dalla madre ha del disumano. Una madre che compie un gesto così violento, a danno principalmente del figlio, fa un vero sequestro di persona. Grazie Sig. De Martino, mi impediscono di considerarla un mito, un eroe, però solo un padre come me, che non vede il figlio da 2 anni, la può capire. Il mio caso ha dell’assurdo, se potessi presentarlo alla stampa lo farei subito. Lei sig. Nicola ha avuto il coraggio di fare un "gesto estremo" in diretta televisiva. Mi chiedo cosa abbiamo fatto noi padri separati: solo delle dimostrazioni sporadiche: tipo incatenamenti, o calate di braghe in piazza. Io personalmente ho già minacciato d’incatenarmi fuori del Tribunale, ma per rispetto ai miei legali e forse per me stesso, non lo ho fatto. Nell’ultima udienza davanti al giudice mi sono alzato in piedi e ho dichiarato che mi sarei calato i calzoni, per protesta, come tutti i separati italiani, la giudice non si è nemmeno opposta... Ha avuto ragione il sig. Nicola De Martino che addirittura è tanto strategicamente lucido nei suoi propositi che dice di ritirarsi dalla scena. E noi ciglioni, padri separati, lo lasciamo uscire? Pure i rappresentanti dei padri separati condannano il gesto, ma fatemi un piacere !!! Bisogna raggiungere obbiettivi, non fare chiacchiere di quelle vi siete riempiti la bocca abbastanza e noi ne abbiamo piene le orecchie GRAZIE SIG. NICOLA DE MARTINO io sono con lei, ma valgo 1 e gli altri separati valgono forse 100, perchè gesti estremi non hanno gli attributi per farli. Grazie per il suo altruismo, la sua umanità, i servizi televisivi fatti con le lacrime agli occhi, grazie per quelli del movimento dei padri separati che l’appoggiano come me. Se posso aiutarla sono qua.
Paolo Di Bernardo
EQUI-LIBRARE IL CAMPO - AL DI LA’ DEL FONDAMENTALISMO MATERNO E PATERNO. Una nota del 2003 (fls).
Saper amare il padre e la madre: restituire la paternità a Giuseppe!!!!
Al di là del fondamentalismo femminista e al di là del fondamentalismo maschilista!
Una risposta-lettera aperta all’ appello PER IL PADRE (di Claudio Risé, primo firmatario e autore del lavoro: IL PADRE - l’assenza inaccettabile, Edizioni San Paolo)
di Federico La Sala *
Comunicato stampa
Un gruppo di docenti universitari, scienziati, giornalisti, professionisti, operatori dell’assistenza ai genitori separati e dei diversi gruppi del movimento degli uomini in Italia, chiede la modifica dell’atteggiamento verso il padre nella cultura corrente, e nelle norme di legge. A un primo appello programmatico, qui riportato, seguiranno adesioni e iniziative volte all’informazione, e al coinvolgimento della classe politica su questo tema. Fin da questo primo documento, inoltre, i firmatari pongono la necessità di un maggior aiuto e riconoscimento al padre disposto ad assumersi ogni onere per il figlio concepito, che la madre sia intenzionata ad abortire.
Per il padre
La figura del padre è stata in Occidente separata dalle sue funzioni educative e sociali. I risultati, del tutto prevedibili secondo tutte le Scienze umane, sono evidenti: insicurezza e difficoltà di iniziativa nei figli; incapacità di accettare il principio d’autorità; solitudine e fatica nelle donne madri nel dover assolvere da sole il peso educativo; frustrazione nei maschi adulti, svalutati in quest’aspetto essenziale dell’identità maschile. Una situazione fonte di danni gravissimi agli individui, alla vita di relazione e familiare, alla società, alla nostra civiltà. Occorrono attenti interventi, che ridiano dignità e responsabilità alla figura paterna.
Di grande significato affettivo, e simbolico, è la posizione del padre nei confronti del figlio procreato. La prassi oggi vigente, priva il padre di ogni responsabilità nel processo riproduttivo. Una situazione paradossale, ingiusta dal punto di vista affettivo, infondata dal punto di vista biologico e antropologico, devastante sul piano simbolico.
Per il bene dei figli, e della società, é necessario che al padre sia consentito di assumere le responsabilità che gli toccano in quanto coautore del processo riproduttivo. I casi di cronaca che presentano la disperazione dei padri, che vogliono, prendendosene ogni responsabilità, il figlio che la madre ha deciso di abortire, sono solo la punta dell’iceberg del lutto dell’uomo-padre, espulso dal processo di riproduzione naturale di cui è promotore. E’ necessario avviare una riflessione collettiva che equipari realmente la dignità della donna e dell’uomo nella procreazione, a garanzia della vita, della famiglia e della società. L’interesse e la volontà della donna devono essere opportunamente tutelati, nel quadro della cura sociale di difesa della vita, e di promozione della famiglia, nucleo vitale della comunità. I sottoscritti cittadini, e gruppi lanciano quindi un forte richiamo alle forze della politica, e della società civile, perché ripensino le norme, e rimuovano i pregiudizi che sottraggono, al di là di ogni senso comune, il padre alla vita del figlio.
Claudio Risé, psicoanalista, Università di Trieste Stefano Zecchi, Università di Milano, Giuseppe Sermonti, professore Emerito di Genetica molecolare Claudio Bonvecchio, Università dell’Insubria Giulio Maria Chiodi, Università Federico II, Napoli Stefano Serafini, Pontificia Università San Tommaso di Roma Giovanni Ventimiglia, Facoltà di Teologia di Lugano e Università Cattolica di Milano Alberto Giovanni Biuso, Università di Milano Cesare Galli, università di Parma Ivo Germano, Università di Bologna Silvio Restelli, Ricercatore presso l’Istituto Regionale per la Ricerca Educativa, Lombardia Guido Milanese, Facoltà di Scienze Linguistiche e Letterature Straniere, Università Cattolica del Sacro Cuore Aldo Brandirali, Assessore Comune di Milano [..... seguono altre adesioni: cfr. http://www.claudio-rise.it/].
Caro dr. Risè....
condivido l’allarme e l’appello PER IL PADRE, ma - in tutta sincerità - Le devo dire che la questione mi sembra appesantita da un’ottica non del tutto limpida (dal piano biologico al piano teologico). In breve: Freud o Jung? Sulla loro strada, meglio Elvio Fachinelli: .Al di là della freccia ferma e della claustrofilia!!! Si tratta di andare avanti: questo è il tempo dell’aprire gli occhi e della mente estatica: si tratta di ristrutturare e riequilibrare tutto il campo e mettere, con tutti gli onori, GIUSEPPE accanto a MARIA! Siamo o non siamo CRISTIANI !!!!!!!?????????
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SIAMO nel 2003 d. C.!!!: QUALE ’MODELLO’ DI RELAZIONE IN UNA MODERNA SOCIETA’ DEMOCRATICA? QUALE RAPPORTO TRA LE GENERAZIONI? CITTADINI SOVRANI E CITTADINE SOVRANE, FIGLI E FIGLIE DI ’MARIA’ E ’GIUSEPPE’, O DI ’GIOCASTA’ E ’LAIO’? O, PER CASO E ANCORA, FIGLI E FIGLIE DELLA LUPA (DI REA SILVIA E MARTE)? *********************** GIUSEPPE E’ TORNATO..... MA IN VATICANO NON LO SANNO. Vivono tutti ancora a Tebe, nella città del re Edipo! Con un’antropologia preistorica, la Chiesa Cattolica avanza sicura, verso il tremila prima di Cristo!: a GESU’ ha tolto e negato la paternità di GIUSEPPE: "IL PADRE - l’assente inaccettabile", e tutti gli esponenti della Gerarchia della Chiesa Cattolica - dal primo (con il motto "Totus Tuus") all’ultimo - sono tutti diventati figli di "mammasantissima" ... e noi, uomini e donne, con loro!!! Fino a quando zoppicheremo con i due piedi?: questa è una domanda - già di molti secoli prima di Cristo - del profeta Elia (1 Re: 18, 21), ma - come sa - rilanciata da Sigmund Freud, nel XX secolo dopo Cristo ????????!!!!!!!!!!!
M. cordiali saluti
Federico La Sala
* www.ildialogo.org/filosofia, Martedì, 09 settembre 2003