Politica

San Giovanni in Fiore, parco comunale: errori, orrori, cifre, bugie. La piscina della pisciazza e del pisciatune bis - già pubblicato il 16 gennaio 2005

venerdì 8 dicembre 2006.
 
Per le stradine del parco comunale si contano siringhe, cicche, rifiuti, monumenti armati di cemento in degrado. Un’area suggestiva, da cui si ammira la città di Gioacchino, San Giovanni in Fiore. Un’area di ristoro e riposo, coi tavoli divelti e rabbie impresse sui muri, simbolo d’un’assenza, quella della politica. Una superficie assai vasta, con molte zone d’ombra. C’è un percorso sterrato, anello del parco. Spesso, ci corrono i ragazzi del Montenero, gruppo sportivo che ci ha dato tantolustro. Di notte, il teatro all’aperto, che accoglie una piazza cementata, diventa il rifugio di giovani effusioni nascoste. Col sole, si vedono operai scamiciati che qualche volta bestemmiano, fumando e agitandosi nel parlare. Più su, c’è una piscina distrutta, con vetri frantumati e spasmi sparsi all’interno: un’architettura decomposta, carica di significati, responsabilità. Salendo ancora, un ampio parcheggio si riempie, a volte, di auto di sposi e invitati. C’è, infatti, una enorme struttura, il Polifunzionale, in cui si celebrano matrimoni religiosi e partitici. Infine, in basso, si trovano un campo per il tennis e uno per la pallacanestro. Hanno due tribune per tornei nazionali, già compromesse dal tempo e dall’abbandono. Il loro completamento è costato 600 milioni di lire, dieci anni fa. Non c’è mai stata una partita. I lavori per la sistemazione degli spazi verdi sfiorano il miliardo di lire. Per la piscina, sono usciti 800.239.000 lire dalle casse pubbliche: un mutuo con la Cassa Depositi e Prestiti. Il progetto, del 1981, prevedeva una spesa complessiva di 980.000.000 di lire. Negli atti comunali, si legge la storia dell’edificio: i lavori sono iniziati nel 1985, a causa della mancanza di finanziamenti. In seguito, è venuta meno la disponibilità di 180.000.000 di lire, fatto che ha fermato l’esecuzione delle opere di rifinitura. Nel mentre, non è stato adottato alcun provvedimento a tutela di quanto edificato. Dunque, l’indifferenza della politica e la scarsa etica pubblica, degli amministratori e dei cittadini, ha determinato uno scempio di proporzioni colossali. Non ci sono, al momento, procedimenti aperti dalla magistratura di competenza. Esiste un progetto di conversione della piscina in palestra per varie attività sportive. È del 1997, un’idea della giunta di Riccardo Succurro. La trasformazione in oggetto, secondo le valutazioni dell’ingegnere Salvatore Straface, incaricato dal Comune, arriva alla cifra di un miliardo e trecento milioni di lire. Nelle relazioni dell’ufficio tecnico comunale, si legge dell’opportunità della modifica strutturale, considerata anche l’altitudine del luogo in cui è ubicata la piscina. È forse cambiata negli anni? Il Polifunzionale è costato 3.734.000.000 di lire. La descrizione del progetto è zeppa di possibilità socio-culturali: proiezioni, concerti, svaghi vari. Al momento, il Polifunzionale, gestito dalla cooperativa Futura Park, è un ristorante con una sala per convegni. Al teatro non s’è rappresentato alcun testo: almeno mezzo miliardo di lire per niente; forse perché, a San Giovanni, non c’è interesse per la recitazione. Per quale ragione è stato costruito un teatro all’aperto, distruggendo una collinetta naturale? Anche quest’opera porta i segni della sfiducia collettiva: i dintorni sono sporchi di accumuli, gli interni sono forati e lesionati. Sul retro c’è una scritta che recita: «Leccatevi la figa». Il vandalismo è sempre causato, anche quando assume le forme più pericolose. Sulle carte degli archivi comunali, è scritto che, in qualche modo, il vandalismo ha prodotto gli orrori di oggi. Chi sono i veri responsabili di un assurdo squallore improduttivo, pagato, dai contribuenti, più di sei miliardi di lire? Una massima di Wittgenstein: «Su ciò di cui non si può parlare, si deve tacere».

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