Chiesa e politica
Il pastore tedesco scalda Verona
Ovazioni bipartisan per il summit scaligero
Ad accogliere Benedetto XVI, atteso giovedì al meeting della Cei, 100 mila fedeli, Romano Prodi e una «frocessione» di gay e lesbiche. Città rimessa a nuovo, spesi 240 mila euro. Così il comune di centrosinistra si prona alla Chiesa
di Paola Bonatelli (il manifesto, 17.10.2006)
Verona. In uno scenario da medioevo prossimo venturo, con bagni di folla lungo il percorso della papamobile che dall’aeroporto militare di Villafranca lo porterà in città, rigorosamente blindato da un eccezionale spiegamento di forze dell’ordine e volontari, tra elicotteri e cecchini sui tetti, Benedetto XVI arriverà giovedì a Verona. L’occasione è il IV Convegno Ecclesiale «Testimoni di Gesù Risorto, speranza del mondo» iniziato ieri, che si concluderà venerdì con il discorso del cardinale e presidente della Cei Camillo Ruini.
I 2700 delegati, provenienti da tutta Italia e riuniti nel quartiere fieristico, dovranno discutere e decidere quale sarà l’impronta da dare alle scelte della Chiesa cattolica per il decennio a venire. La visita del papa, che attirerà in città almeno centomila persone, ha ingigantito le dimensioni della macchina organizzativa e di controllo, che funziona da mesi a pieno regime, tra vertici in prefettura e riunioni di tutte le istituzioni possibili.
Anche se la questura ha smorzato i toni dichiarando di «non nutrire preoccupazioni riguardo a un possibile attentato», la situazione richiede «la massima attenzione». Non solo per il pontefice ma per tutti coloro, laici e religiosi, che in questi giorni vanno e vengono per partecipare alle tante iniziative in programma, dalla serata al teatro Filarmonico per assistere all’oratorio «Resurrexi», commissionato dalla Cei con la Fondazione Arena, alle mostre di arte sacra allestite nei musei e chiese cittadini in collaborazione tra diocesi, Soprintendenze e Regione.
La colossale macchina proteiforme dispone di una doppia propulsione: quella religiosa, del mondo cattolico, organizzato nel «Comitato amministrativo diocesano per il convegno ecclesiale di Verona 2006», e quella laica, messa a disposizione da aziende ed enti pubblici, in primis il Comune, retto dal cattolico Paolo Zanotto, a capo di una giunta di centrosinistra. Il quale ha emesso un’ordinanza di chiusura delle scuole di ogni ordine e grado, ha fatto tappezzare la città con un manifesto di benvenuto «Con gioia Verona saluta il Papa», ha spedito ai cittadini un opuscolo e una lettera con le istruzioni del caso.
Non bastasse, oltre alle centinaia di dipendenti comunali messi in campo, tutti gli spazi sono stati concessi a titolo gratuito, in virtù di una convenzione stipulata tra gli organizzatori del Convegno ecclesiale, peraltro sponsorizzato dal fedelissimo gruppo Banco Popolare di Verona e Novara e consociate, e gli uffici comunali competenti.
Lo stadio Bentegodi, innanzitutto, dove il papa celebrerà la messa, a cui saranno presenti anche Romano Prodi e il «governatore» Giancarlo Galan (e, si sussurra, perfino il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano), il Palasport con 4 maxischermi, l’anfiteatro Arena, dove ieri si è tenuta, con la cerimonia di inaugurazione del convegno e annesse processioni, una sorta di prova generale, una scuola per la Protezione civile con servizio di ristoro per 1500 volontari, un altro maxischermo nella centralissima Bra. Oltre ai servizi igienici mobili, l’adeguamento di stadio e Palasport con rimozione delle strutture sportive e allestimento delle aree-sacrestia per papa, cardinali e vescovi, arredi, imbandieramento della città e chilometri di transenne «come da disposizioni della sicurezza vaticana». Negli ospedali, alcune stanze sono state liberate e riservate per qualsiasi emergenza capitasse in questi giorni.
Nelle strade, ripulite e asfaltate di fresco («lavori che almeno rimangono», si mormora nei bar) per 240 mila euro di soldi pubblici stanziati nel bilancio 2006-07, risuonerà un’unica voce fuori dal coro. Quella ironicamente blasfema di «Layca!», rassegna di eventi culturali e di piazza, che protesterà contro l’invasione papalina con il mezzo da sempre usato contro i potenti: lo sberleffo e il gioco simbolico. A partire dal manifesto che la pubblicizza, con la michelangiolesca Creazione di Adamo rivisitata - l’inanellata mano di dio respinta da una figura con gamba pelosa e tacchi a spillo - fino alla «Frocessione», evento clou che si terrà contemporaneamente alla messa papale ma dall’altra parte della città, nel quartiere multietnico di Veronetta.
Ad aprire il «Razzinga day» sarà un corteo di comparse e teatranti (partenza alle 18 da piazza Santa Toscana) che si fermerà alle varie «stazioni», dedicate a tutti gli aspetti dell’ingerenza vaticana nella sfera privata, pubblica, sociale e politica. Senza fare troppe anticipazioni - le sorprese saranno parte integrante della manifestazione - alla stazione dedicata all’intervento del Vaticano sulla fecondazione eterologa troveremo la madonna e la Maddalena in partenza per la Svizzera e la Spagna mentre a quella dedicata alle coppie di fatto si distribuiranno le partecipazioni di Joseph (Ratzinger) e Georg (Ganswein, il segretario) «oggi sposi». Il giorno seguente sarà la volta del sit-in davanti alla Fiera per «salutare la nostra "ruina"», in concomitanza con la chiusura dei lavori del convegno ecclesiale e delle conclusioni del cardinal Ruini.
Promuovere una simile iniziativa in uno dei luoghi più antichi della cristianità, sede episcopale da quindici secoli, culla della potenza economica, politica e morale della Chiesa e, non a caso, anche dell’integralismo più retrivo - Verona è la patria dei gruppi tradizionalisti, agguerriti e collusi con l’estrema destra - non è stato per niente facile. Tant’è vero che, anche all’interno del comitato promotore di Layca - alcune realtà locali, tra cui il Circolo Pink, la biblioteca anarchica Domaschi e il csoa La Chimica, con il coordinamento «Facciamo Breccia», che organizzò a Roma nel febbraio scorso la manifestazione «No Vat - Più autodeterminazione e meno Vaticano» - s’è verificata qualche defezione con strascico polemico. Arcigay e Arcilesbica, inizialmente presenti alle riunioni, hanno dato forfait, evocando infausti presagi di violenze durante le manifestazioni in programma. Una spaccatura talmente profonda da far intervenire il presidente onorario dell’Arcigay, il deputato Ds Franco Grillini, che s’è visto costretto a ricordare ai suoi la battaglia omofoba condotta dal cardinale Ratzinger durante la sua carriera, compresa la scomunica appioppata a don Franco Barbero, il prete che sposava coppie gay, che proprio oggi sarà a Verona al Circolo Pink per parlare di una «chiesa altra, che sa ascoltare e accompagnare».
Il teologo David Berger:
“Papa Benedetto XVI è gay”
Secondo lo studioso “quando si parla tra studiosi in privato, tutti concordano sull’omosessualità di Ratzinger”. Indignati i cattolici
di Emiliana Costa *
“Papa Ratzinger è gay”. La scioccante dichiarazione è di David Berger, il teologo tedesco che nel novembre scorso era salito alla ribalta delle cronache per aver fatto coming out e aver lanciato input pruriginosi sull’omosessualità di molti preti nella chiesa cattolica. A distanza di pochi mesi, Berger è tornato con un pettegolezzo choc sulle inclinazioni sessuali di Benedetto XVI. E lo ha fatto dalle colonne del mensile gay “Fresh”.
Secondo il teologo “quando si parla tra studiosi in privato, tutti concordano sull’omosessualità di Ratzinger. Lui viene da una cultura clericale nella quale il tema dell’amore per persone dello stesso sesso era totalmente tabù. Quello che odia in sé lo proietta sugli altri e lo disprezza”.
Nel suo libro “Una sola illusione: un teologo gay nella Chiesa cattolica”ci sarebbero anche le dichiarazioni della giornalista Valeska von Roques, secondo cui Benedetto XVI durante la sua attività di cardinale avrebbe avuto storie omosessuali con alcune guardie svizzere.
“Il Papa - ha aggiunto Berger - è costantemente preoccupato dell’omosessualità, la prima cosa che ha fatto nel 2005 è stato un documento contro i preti gay, per lui sono pericolosi”. Secondo il teologo, Benedetto XVI avrebbe avuto contatti regolari con cardinali omosessuali.
Mentre sul web, la notizia rimbalza da un portale all’altro, il mondo cattolico si indigna davanti a simili dichiarazioni. Il sito cattolico kath.net sostiene che quella di Berger sia pura diffamazione di un uomo potente come papa Ratzinger. Anzi alcuni sono molto taglienti e ribattono che la tesi di Berger dimostrerebbe come l’omosessualità spenga il cervello.
Kreuz.net definisce Berger una “latrina omosessuale”, in quanto “avrebbe insultato il Papa nello squallido mensile omosessuale descrivendolo come un sodomita”.
* REPORTER: Emiliana Costa, 15 aprile 2011
E nel quartiere multietnico sfila la «frocessione» gay
Dall’altro lato della città va in piazza l’opposizione allo strapotere ecclesiastico nella città. Ma la politica è assente
di pa.bo. (il manifesto, 20.10.2006)
Verona. Il papa in tonaca rossa e mitra gialla avanza benedicendo. Innalza un gonfalone di carta su cui campeggia uno stemma con disegnati due finocchi, la scritta è inequivocabile: «Comune di Sodoma». Dietro, sul cofano del furgone che porta il sound system, è fissato un tyrannosaurus rex di gomma con la faccia di papa Ratzinger, che porta appese agli arti superiori le bianche pecorelle che si usano a Natale per fare il presepe. Si è aperta così la «Frocessione» che ieri, nel tardo pomeriggio, ha percorso rumorosamente e allegramente le strade del quartiere multietnico di Veronetta, zona risparmiata dall’assalto dei papa boys ma non dagli sgomberi della polizia, che la settimana scorsa hanno creato una certa tensione. Organizzata da un insieme di gruppi e associazioni non solo gay e lesbiche - ci sono i veronesi, gli anticlericali del coordinamento «Facciamo Breccia», il Circolo Pink, gli anarchici della biblioteca Damaschi e il centro sociale La Chimica, ma anche il Mit di Bologna e le femministe milanesi di m@i st@te zitte - la manifestazione passa tra due ali di gente, soprattutto migranti, che leggono incuriositi il volantino distribuito e, quando capiscono, ridono come matti.
E di ragioni ce n’è. Su circa duecento partecipanti, più della metà sono travestiti: chi da prete, chi da suora, qualcuno da crociato, gli studenti si son fatti le magliette dei «god/buster» per «acchiappare lo spirito santo direttamente a domicilio». Le ragazze hanno tutte l’aureola e la pancia da sesto mese di gravidanza, reggono un cartello «questo a scuola non me l’hanno insegnato». Il corteo prevede delle stazioni tipo via crucis: per ogni stazione un misfatto da addebitare alla chiesa cattolica, con annessa rappresentazione teatrale. Si va dalla denuncia della pandemia di Aids in Africa, di cui è in parte responsabile lo sciagurato divieto della chiesa di usare i preservativi, alla sacralizzazione della famiglia, luogo di violenze e stupri, ma c’è spazio anche per denunciare lo sgombero di sedici famiglie migranti, buttate sulla strada perché i loro appartamenti non risultavano a norma.
E’ tutta qui l’opposizione visibile allo strapotere della chiesa a Verona. E di politici ce n’è uno solo: il capogruppo di Rifondazione in consiglio comunale, Fiorenzo Fasoli. Degli altri, Verdi e socialisti, neanche l’ombra. Del resto, tra sei mesi ci sono le elezioni e qui, si sa, se hai la Curia contro, sei finito. Così, mentre il corteo termina in piazza Isolo, dove è allestita una piccola piazza tematica con cibo, bevande e musica, si fanno pronostici per l’indomani.
Stamattina infatti, mentre il cardinale Ruini in Fiera concluderà il convegno della Cei, si protesterà di nuovo con un sit-in che saluterà «la nostra ruina», mentre la sera, al csoa La Chimica, si presenterà la rivista «Liberamente» e i consueti «Fornelli ribelli», trattoria del venerdì, saranno allietati dagli stornelli anticlericali di Alessio Lega. Sabato infine, sempre alla Chimica, si conclude con la «gaia festa».
"SO DI 2 MILA PRETI GAY"
Non la manda certo a dire, don Franco Barbero, ed è anche per questo (e le sue battaglie contro l’omofobia) che la chiesa lo ha ridotto allo stato laicale
di Paola Bonatelli (il manifesto, 19 ottobre 2006 - e http://donfrancobarbero.blogspot.com/)
Verona - «Continuo a celebrare matrimoni, anche fra gay e lesbiche, e so di almeno duemila preti omosessuali che hanno paura a dichiararsi tali». Non la manda certo a dire, don Franco Barbero, ed è anche per questo (e le sue battaglie contro l’omofobia) che la chiesa lo ha ridotto allo stato laicale. Insomma, lo ha cacciato.
Il sacerdote della comunità cristiana di base «Viottoli» di Pinerolo, in Piemonte, non è a Verona per il convegno della Cei ma per il «contromeeting» del circolo Pink di Verona, dove ha parlato di «Una chiesa "altra" che sa ascoltare e accompagnare». Dopo il suo intervento e l’intenso dibattito che ne è seguito, gli abbiamo rivolto alcune domande.
Don Franco, lei continua a celebrare messe e matrimoni?
La Chiesa mi ha dispensato dai miei obblighi di sacerdote ma la dottrina ufficiale dice che chi è prete lo rimane per sempre. Io per il Vaticano esercito illecitamente. Mai come adesso ho fatto il prete. Mi occupo di scienze bibliche, seguo una comunità di duecento persone, tra cui moltissimi preti e suore, dico messa in una cappella concessa dal Comune. E continuo a celebrare matrimoni. Anche fra persone omosessuali e transessuali.
Lei è un prete scomodo. Ma quanti ce ne sono come lei?
Pochissimi visibili ma tra gli indirizzi della mia posta elettronica ci saranno almeno 5000 preti e più di 2000 sono gay. Cose che non si sanno perché l’Italia è poco laica, le notizie che riguardano la fede vengono filtrate da giornalisti interni al mondo cattolico. E poi, la prima cosa che ti toglie la Chiesa è lo stipendio. E per molti preti, se gli togli la parrocchia, cosa mangiano?
Il convegno di Verona parla di speranza. Lei ne ha?
Molta. Noi siamo una regione dell’impero vaticano ma i processi di laicità avanzano perché la realtà sopravanza le pratiche politiche. La speranza la vedo nella gente, nei movimenti, nei gruppi. Io seguo un gruppetto di suore lesbiche, che ovviamente sono uscite dal convento. Hanno ritrovato il loro equilibrio, un po’ di serenità. Io credo che ogni uomo ed ogni donna abbiano qualcosa da dire. Dobbiamo vincere la paura, abituarci al confronto. Nessuno ha la verità, nemmeno il papa e quelli che lo idolatrano. Ma abbiamo il diritto di manifestare delle opinioni. Anche di fronte ai dogmi.
39 SACERDOTI CATTOLICI: IL "CONCILIO" DI UNA NUOVA CHIESA
Una grande testimonianza di umanità e di verità
di Federico La Sala*
La “Lettera aperta” dei e ai “carissimi fratelli e carissime sorelle in Cristo” , sulla recente "Istruzione" della Congregazione dell’educazione sulla esclusione delle persone con tendenza omosessuale al seminario e al sacerdozio (cfr. www.ildialogo.org/omoses/,15.12.2005), pone alla Gerarchia della Chiesa (e non solo) ineludibili e radicali domande e denuncia chiaramente che la realtà ha già superato le colonne d’Ercole del ‘vecchio mondo’ della ‘vecchia chiesa’!!!. La questione che viene aperta e che si apre non è più e affatto una questione di statistiche e di sociologia, ma investe direttamente il cuore del sistema e dell’Istituzione: quella che si pone è direttamente e immediatamente una questione insieme antropologica e teologica - vale a dire, quella cristologica!!!
Coloro che parlano non sono persone comuni: “Siamo dei sacerdoti cattolici con tendenza omosessuale, diocesani e religiosi, e il fatto di essere tali non ci ha impedito di essere buoni preti”. E tutti insieme - un vero e proprio inizio dei lavori di un “nuovo concilio” (cosa che si richiedeva e richiede da anni)!!! - hanno osato, scritto, e dichiarato: “Carissimi fratelli e carissime sorelle in Cristo, noi consideriamo la nostra omosessualità come una ricchezza, perché ci aiuta a condividere l’emarginazione e la sofferenza di tanti fratelli e sorelle; per parafrasare San Paolo, possiamo farci tutto a tutti, deboli con i deboli, emarginati con gli emarginati, omosessuali con i gay “; e, ancora: “Carissimi fratelli e carissime sorelle in Cristo, come tutte le persone oneste non possiamo negare la nostra fragilità, condizione della natura umana: portiamo il dono di Dio in vasi di creta, ma la nostra situazione non è un ostacolo ad essere pastori secondo il cuore di Dio”.
Per chi ha orecchie (e intelligenza), per intendere, intenda: al di là delle persone, qui sono nodi epocali che vengono al pettine e questioni cruciali che si pongono all’ordine del giorno!!! E ciò che è in gioco è una vera e propria svolta antropo-teologica!!! L’emergere della questione della omosessualità della e nella Chiesa ‘cattolica’ e in tutto l’Occidente non è affatto una questione biologica!!! E’ una questione culturale e spirituale, che pone in modo radicale il riorientamento e la ristrutturazione della nostra stessa auto-coscienza, di uomini, di bianchi, di occidentali, e di ‘cattolici’!!! Coerentemente con la tradizione critica e, se si vuole, cristica-evangelica, è una sollecitazione non solo a crescere e a conoscere se stessi e l’altro in modo più maturo e adulto (non da minorenni ...e da minorati!) ma anche a prendere atto che tutta la costituzione stessa della Chiesa (come dell’intero Occidente, e non solo - vedi il caso del Sol Levante: www.ildialogo.org/filosofia, 17.11.2005) riposa su un’antropologia naturalistica, greco-romana ed egiziana, altro che cristiana!!!
La testimonianza e la “lettera aperta” dei 39 preti italiani, se ben vi riflettiamo, invita ad aprire le porte e le finestre del nostro presente storico, senza paura!!! E’ una indicazione e una premessa per modificare non solo la vecchia costituzione terrena della Istituzione Chiesa, ma anche la stessa vecchia costituzione celeste ... e aprire davvero a tutti gli esseri umani, nessuno escluso (l’art. 3 della nostra Costituzione, di chiara derivazione evangelica, è ben al di là del ‘talebanismo’ della teocrazia ‘cattolica’!!!) la porta e la strada del regno di Dio, dove tutti e tutte possono diventare cittadini-sovrani, cittadine-sovrane (don Milani!!!).
Che ce ne facciamo di una chiesa e di una teocrazia assoluta, che riposa su una fondamentale omosessualità (psichica e spirituale, non tanto e affatto quella fisica) negata (dei suoi preti, dei suoi vescovi, dei suoi cardinali e dei suoi papa) - vale a dire sulla diabolica menzogna?! Dio, come ha chiarito Gesù, è Amore: e Amore e Verità vanno insieme - non dimentichiamolo!!!
Federico La Sala
___ *
www.ildialogo.org/filosofia, Lunedì, 19 dicembre 2005
Caro Biasi
certo che è un articolo coraggioso!!! Ma vedi che non è mio, è di Paola Bonatelli, giornalista di "il manifesto"!!! Il fatto che l’hai letto, mi dà conforto e speranza (tema della Prolusione di Tettamamnzi - leggila, è molto, molto critica nei confronti della direzione del "pastore tedesco" - e, se e dato che ti trovi, leggi l’art. allegato di Ravasi (ripreso dall’Avvenire di oggi, sulla "Parola" e sulle "parole frementi")!!! I ’talebani’ (permettimelo, come te) hanno paura del "pastore tedesco" e perciò fanno finta di difenderlo!!! Non ti è mai frullato per la testa che è meglio dire la verità al "cane-lupo" ... e così, forse, aiutarlo a diventare non più uno strumento del padrone, ma un vero figlio dell’Amore di sua madre (’Maria’) e di suo padre (’Giuseppe’) e un vero figlio del Padre Nostro, l’Amore?!! Se non hai la Charitas - l’Amore .... è chiaro che non vedi l’Acca, e pensi solo alla Caritas, ai soldi, al potere, e alla tua "Mammona" o, che è lo stesso, a "Mammasantissima" ..... Torna, torna a San Giovanni in Fiore, che è meglio!!! A casa, recupererai salute e speranza .... e, forse, puoi dare una mano anche al "pastore tedesco", a diventare un lupo di Gioacchino o di Francesco!!! Dai !!! San Giovanni è in Fiore !!!
M. saluti, Federico La Sala
Caro Federico
io, ti posso assicurare, come il nostro stesso caro Direttore confessò tempo fa, non posseggo proprio nulla. Altro che pensare ai soldi, a Mammona.. È questa la nostra forza: non abbiamo nulla da perdere ! Siamo liberi, liberi come il gabbiano Johnatan Livingston di Richard Bach . Abbiamo spezzato le catene che imprigionavano il nostro pensiero, abbiamo liberato il nostro corpo. Ci siamo istruiti sull’Amore. Impara anche tu a volare, ad essere libero, e lascia perdere le favole di Esopo, l’agnello vestito da lupo, Il lupo vestito d’agnello. Sei una persona candida e pura, non permettere a nessuno di inquinare il tuo cuore. Sii veramente caritatevole, anche nei confronti del "pastore tedesco".
Come scrisse un famigerato criminale e psicopatico della nostra storia:
Io non posso giudicare nessuno. Non ho remore contro alcuno. Tuttavia penso sia giunto il momento che voi tutti iniziate a guardare voi stessi, e giudichiate la menzogna nella quale vivete.
Guardami dall’alto e vedrai in me un pazzo. Guardami dal basso e vedrai in me un dio. Guardami dritto negli occhi e vedrai te stesso.
Cari saluti.
Novità clamorose in arrivo nella Chiesa Cattolica
“ite missa est, BMW, VOLVO, VOLKSWAGEN are the best”
di Sergio Grande *
Dal nostro inviato a Verona. La visita del Papa a Verona, al di la dei discorsi ufficiali, sarà foriera di importanti novità per la Chiesa Cattolica italiana e non solo italiana. La Chiesa Cattolica si appresta a fare importanti cambiamenti che la metteranno al passo con i tempi.
Archiviati oramai da tempo i mezzi di locomozione evangelici, quali asinelli o muli, si opterà decisamente per le berline di classe superiore, meglio se SUV e meglio ancora se corazzate e superaccessoriate. Al classico corteo di asini, muli o cammelli verrà sostituito quello di auto, ognuna delle quali con un dignitario di corte a bordo. A Verona è questo lo schieramento che è stato presentato al mondo: in testa l’auto papale per eccellenza, con targa CV1, con a bordo il papa in trono e i suoi due più stretti collaboratori. Dietro cinque auto tutte nere delle più note case automobilistiche. Infine un pullman dove prendono posto i supporters, pronti ad applaudire ogni discorso del papa. Tutti intorno quelli che indubitabilmente sono guardie del corpo pronte a qualsiasi bisogna. Schema simile dovranno assumere anche i vescovi ed i parroci.
Con tali novità il Vaticano intende contrastare il cosiddetto “vangelo della prosperità” di origine protestante. Le chiese e i “pastori” sostenitori di tale “vangelo” proveniente dal nordamerica, sono noti per le loro auto lunghe dieci metri per tre, per gli abiti extralusso che indossano, per le adunate oceaniche che riescono ad organizzare, per le donne patinate che li accompagnano e per i soldi che riescono a spremere dai loro “fedeli” ai quali elargiscono, in abbondanza, la promessa di “cospicue benedizioni dall’alto” che renderanno loro altrettanti soldi e successo. Campa cavallo!
Anche la Chiesa Cattolica intende perseguire tale strada per evitare lo svuotamento delle chiese e soprattutto delle casse vaticane. Ma la novità più interessante riguarderà la liturgia. Per realizzare il “vangelo della prosperità” la Chiesa Cattolica ha deciso di aprirsi agli sponsor, come fanno le squadre di calcio che, dopo gli evangelicali nordamericani, sono la religione concorrente più temibile oggi presente sul mercato. E quando si tratta di sponsor non si può andare troppo per il sottile, come è successo con la giornata mondiale dei giovani tenuta ultimamente in Germania dove gli sponsor furono alcune banche che pochi loschi individui accusano di essere finanziatrici di industrie belliche e sostenitrici di guerre in giro per il mondo. Largo dunque alle “Banche armate”, che sono le più ricche di soldi. Si sa sono i soldi che fanno la guerra e viceversa.
Ma largo anche alle industrie automobilistiche. Il Papa in persona ha dato l’esempio prestandosi a fare da testimonial per auto extralusso. E allora ecco che a qualcuno in vaticano è venuto in mente una innovazione “liturgica” che mette d’accordo tradizione e modernità.
Come è noto verrà reintrodotta la possibilità di dire la messa in lingua latina. Come i pochi superstiti di tali riti forse ricordano, le messe in latino finivano con la formula “ite missa est”. Ebbene questa formula sarà modificata con l’aggiunta del nome dello sponsor della specifica messa. Ogni parrocchia o diocesi avrà il suo sponsor e potrà esercitare il proprio “discernimento” nella selezione delle aziende. I parroci avranno la possibilità di sponsorizzare prodotti ed aziende locali. Le diocesi aziende e prodotti provinciali. Sarà emanato un rigido elenco di regole per evitare concorrenze illecite fra i vari livelli ecclesiali.
Così per le messe celebrate direttamente dal Papa, e vista la sua spiccata predilezione per le auto, verrà usata la formula “ite missa est, BMW, SAAB, VOLKSWAGEN are the best”, con un miscuglio di latino ed inglese che unisce passato e presente della chiesa. Formule simili potranno essere adottate dai vescovi o dai parroci. E così i nostalgici del Concilio Vaticano II e del Vangelo sono serviti.
www.ildialogo.org, Giovedì, 19 ottobre 2006
Allo stadio Bengodi di Verona, secondo le cronache, Berlusconi ha mietuto gli applausi di una platea qualificata!
Dio mio: non farmi cadere le braccia!
Non si tratta del "popolino", non si tratta di "bigotti", ma di gente qualificata, cattolici impegnati che rappresentano le diocesi e le parrocchie d’Italia!
O no?....?
Forse no.
Costoro sono solo la "crema" raggranellata dalla gerarchia perché facesse da contorno e desse una patente di "democraticità" ad un convegno tutto cooptato, EMBEDDED, SULLE POSIZIONI NON DELLA GERARCHIA MA DI UNA PARTE DELLA GERARCHIA CHIESASTICA.
Cosa ha il Berlusca per essere applaudito da certa cattolicità?
Niente altro che i soldi!
I soldi rubati da una parte e sciorinati ad un’altra parte.
I soldi rubati all solidarietà, allo stato sociale, ai servizi, all’ecologia, agli schiavi della pubblicità, e regalati ai signori della Jet-society e al clero......!
E vi sembra da cattolici tutto ciò?
La lezione contro questa deriva plutopopulista ed affatto cattolica mi viene dal un noncredente che scrive su La Repubblica di oggi:
"Che un gruppo di attivisti cattolici, molto attivisti e molto cattolici, fischi Romano Prodi, rientra nel novero delle possibilità. Ma che lo stesso gruppo di attivisti cattolici applauda Berlusconi è, invece, puro surrealismo politico. Non esiste niente, sotto il sole, più anticristiano di Berlusconi. L’edonismo, le poppe in vendita., il fracasso mondano, il consumismo bulimico sono state la mission (riuscitissima) delle sue televisioni. Se c’è qualcosa che ha definitivamente azzerato la dimensione spirituale di questo paese, o quel poco che ne restava, questo qualcosa è la televisione commerciale. Ora la crapula, i quattrini e le tette come unico orizzonte della vita possono anche andare bene a noi altri miscredenti. Si sa che siamo sazi e disperati (come disse il Biffi) e dunque dediti, per ingannare il tempo, alle più sozze pratiche. Ma un cattolico? Un cattolico, Gesù santo, come accidenti fa ad applaudire Berlusconi? Sulla base di quale abbaglio demoniaco può tra sformare in idolo un tipetto al quale interessa solo ciò che si compera e si vende? Berlusconi è il classico mercante che il fondatore del cristianesimo avrebbe buttato fuori dal Tempio. Si vede che il Tempio, nel frattempo, lui se l’è comperato."
Non ho niente da aggiungere.
Buona domenica.
Aldo Antonelli