Politica

Napoli: Municipalità, solo spreco di pubblico danaro - di Gennaro Capodanno, Presidente Comitato Valori collinari - Napoli

domenica 15 ottobre 2006.
 

Premetto che sono stato consigliere della circoscrizione Vomero, rivestendo anche la carica di Presidente, dal 1980 al 1993, 13 anni. All’epoca ai consiglieri era riconosciuto solo il gettone di presenza di 20mila lire per le sedute di consiglio che avvenivano per lo più nelle ore serali dalle 18 in poi, al massimo due volte al mese. Nessun riconoscimento per le commissioni consiliari. Assenza dal posto di lavoro solo per le sedute di consiglio e per il tempo strettamente necessario.

Detto questo e confermato che, allo stato, a parte il nome, da circoscrizioni a municipalità, e la diversa organizzazione territoriale e costitutiva, nulla è cambiato, nel senso che le municipalità come le vecchie circoscrizioni non contano nulla, avendo poteri delegati solo sulla carta, prive di bilanci autonomi, e quindi di risorse sia economiche, che di uomini e mezzi operativi, traggo spunto dalla denuncia di un consigliere della V municipalità Vomero-Arenella per fare alcuni conti.

Nelle dieci municipalità nelle quali è stato suddiviso il capoluogo partenopeo si contano 10 presidenti, 30 assessori (esterni ) e 300 consiglieri, dieci dei quali ricoprono la carica di vicepresidente. Il costo preventivato dal Comune per questo apparato, per sole indennità e gettoni di presenza, è di quasi 5 milioni di euro - per l’esattezza 4.815.000 euro -, dieci miliardi delle vecchie lire.

A questo dato bisogna aggiungere il costo determinato dall’applicazione dell’art. 80 del D.L.vo n. 267/2000 che prevede che per le assenze dei consiglieri dal posto di lavoro gli oneri, per permessi retribuiti, sono a carico dell’ente presso il quale i lavoratori dipendenti esercitano le funzioni pubbliche.

In pratica considerando che i consigli e/o le commissioni si riuniscono permanentemente almeno cinque giorni su sette, per i consiglieri lavoratori, che godranno per l’intero mese di permessi retribuiti, non andando mai a lavorare, sarà l’amministrazione comunale a rimborsare al datore di lavoro emolumenti e contributi assicurativi.

Ad occhio è croce di tratta di altri 5 milioni di euro di spesa, considerando che il 50% dei consiglieri siano o liberi professionisti - che non godono ovviamente di questi ultimi benefici - o disoccupati.

A proposito di questi ultimi, ricordo che nella passata consiliatura fu aperta un’inchiesta su alcuni consiglieri che avevano trovato il posto di lavoro all’indomani dell’elezione. Si ipotizzava che l’assunzione potesse essere in relazione proprio al meccanismo del citato art. 80. Sarebbe interessante sapere come è finita, se è terminata, quell’indagine.

Ma, tornando ai costi della municipalità, i calcoli sono facili a farsi. Dunque, applicando gli artt. 52 e 55 del vigente regolamento per le municipalità, per ogni consesso il presidente riceve l’indennità di poco più di 3mila euro mensili, il vicepresidente, circa 2.300 e i tre assessori esterni poco meno di 2mila euro, mentre i consiglieri percepiscono gettoni di presenza per una media di 20 sedute al mese pari a circa mille euro - 52 euro a seduta.

Da precisare che lo stesso regolamento già prevede che i gettoni di presenza, a richiesta del consigliere, possano trasformarsi in indennità di funzione - comma 6 del già citato art. 55. Adesso passiamo ai totali. Mensilmente una singola municipalità costa alla collettività circa 41mila euro - 3mila al presidente, 8mila per vicepresidente ed assessori e 30mila per i consiglieri.

Le dieci municipalità costano dunque 410mila euro mensili e quasi 5milioni di euro all’anno, a parte, come detto, i rimborsi ai datori di lavori per i consiglieri dipendenti. I conti alla fine tornano.

Uno spreco di risorse senza eguali per non concludere nulla, per parlarsi addosso, senza poteri, senza mezzi e senza risorse economiche.

Soluzione al problema n. 1: i 10 presidenti, i 30 assessori municipali e i 300 consiglieri municipali, preso atto che le municipalità non contano nulla, dovrebbero avere il coraggio di dimettersi e di andarsene a casa - o a lavorare per chi un lavoro lo ha -, ma non lo faranno mai, per motivi che ben si comprendono.

Soluzione al problema n. 2 ( meno traumatica ): torniamo al passato. Nessun riconoscimento economico per le inutili e pretestuose commissioni, permessi retribuiti ridotti all’osso e solo per il tempo strettamente necessario, riunioni delle commissioni e dei consigli la sera dopo le 18 - al massimo due consigli al mese - stringate e con molti argomenti, senza “sospensioni” dei lavori, con interventi di 3 minuti per ogni partecipante, come si usa da tempo nel parlamento europeo.

Basta con gli sprechi, le casse delle amministrazioni locali sono allo stremo e l’ultima finanziaria sta dando il colpo di grazia. Non possiamo permetterci in una città martoriata come Napoli, continuamente in emergenza, di sperperare il pubblico danaro per mantenere un esercito di 340 amministratori che amministrano il “nulla”.

Chi vuole occuparsi dei problemi del proprio quartiere, lo faccia con il sano spirito di servizio che dovrebbe caratterizzare l’attività di ogni buon cittadino, che ama il rione dove è nato e dove vive.

Io lo faccio, come molti sanno, senza rivestire da tempo alcuna carica pubblica, da tantissimo tempo, senza che nessuno mi riconosca alcun emolumento e prestando quotidianamente la mia opera di pubblico dipendente.

Per un solo motivo, perché voglio bene alla mia città ed al quartiere, il Vomero, che mi ha visto nascere e dove vivo ed opero. Tutti gli altri,se vogliono, e soprattutto se amano almeno un poco Napoli, seguano il mio esempio.

Solo così potremo avere il vero e duraturo “Rinascimento napoletano”, senza fuochi di paglia e senza mere immagini da cartolina illustrata.

Gennaro Capodanno

Presidente Comitato Valori collinari - Napoli


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