Wojtyla-Fidel

Anno Domini Janni 2006, VALENCIA: VIVA ZAPATERO !!!

domenica 9 luglio 2006.
 
[...]La laicità di Zapatero è un virus insidioso. Ha già attecchito nella fedele Spagna, modificando il senso di una cittadinanza che dà a Dio quel che è di Dio e a Cesare quel che è di Cesare. Ma potrebbe diffondersi altrove. E allora perfino Fidel Castro potrebbe mancare alla prossima messa.

VALENCIA 2006 - SCANDALO AL SOLE di Ida Dominijanni*

Non è un obbligo, per un capo di stato andare a messa. Il serafico commento di Vladimir Luxuria all’ annunciata assenza del premier spagnolo Zapatero alla messa che Benedetto XVI celebrerà oggi a Valenzia non è in fondo così distante da quello di Joaquin Navarro-Valls: «Alla messa viene chi vuole». Solo che il portavoce del papa non è serafico bensì piccato: che Zapatero a quella messa ci volesse andare, e dunque ci andasse, era dato per scontato dalla diplomazia vaticana, tant’è che «la presenza di Zapatero non è mai stata affrontata durante la fase preparatoria. Chi l’avrebbe potuto immaginare? Daniel Ortega partecipò alla messa di Giovanni Paolo in Nicaragua, ricorda Navarro-Valls, Jaruzelsky a quella di Varsavia, perfino Fidel Castro seguì la messa durante lo storico viaggio di Wojtyla a Cuba. Adesso invece Zapatero si permette di disertare.. Il messaggio del premier spagnolo è chiaro e cristallino: un gesto più eloquente di mille discorsi per «mostrare» al papa e al suo paese la sua scelta di laicità. Di Zapatero s’è capito che lo stile è l’uomo: poche parole, parecchi fatti, sereno decisionismo, che si tratti di ritirare le truppe dall’Iraq o di mancare la messa papale. Uno stile che farebbe piacere vedere qualche volta anche in Italia, ma nel centrosinistra italiano non si vede,e se si intravede - cfr. il caso Mussi-staminali - viene prontamente bacchettato. Del resto i leader di sinistra - fatti salvi Capezzone, Villetti e Rizzo - si guardano bene dal commentare l’ultima bravata di Zapatero e restano nell’imbarazzato silenzio che sempre li avvolge quando c’è di mezzo il compagno spagnolo. Sicché altro non vedono che fantasmi i vari Bondi (Fi), Ronchi (An), Fabris (Udeur), quando partono all’arrembaggio contro «la sinistra zapaterista» che si anniderebbe nei ranghi del centrosinistra nostrano: e sì che la solerte presenza di Rutelli a Fiurnicino per la partenza del papa dovrebbe tranqillizzarli.

Del resto, come prendersela con la strumentalità dell’ineffabile Calderoli, che elegantemente invita Prodi a smarcarsi sui Pacs dalla «banda di finocchi», se il primo a ricordare il viaggio a Valencia a fini di politica Italiana è lo stesso Pontefice? il messaggio inviato a Napolitano prima di salire sull’aereo parla da solo. E la composta risposta di Napolitano, che riporta la difesa della famiglia alla Costituzione cioè alla legge degli uomini e non a quella di Dio, viene anch’ essa impugnata da una destra che si scopre improvvisamente paladina della Carta. Ma qui siamo al ridicolo e lasciamo perdere.

Che la messa di oggi all’incontro mondiale di Valencia, trasmessa in diretta dalla tv italiana che segue il papa come fosse il suo ufficio stampa, ribadirà l’estremismo di Benedetto XVI in fatto di famiglia è fuori discussione. il papa del resto non ha perso un solo attimo di tempo: ancora in volo ha ripetuto che la famiglia che sta «nei piani di Dio» è solo quella fondata sul matrimonio eterosessuale. E appena toccato il suolo spagnolo, ha emesso un messaggio di incoraggiamento ai vescovi spagnoli provati dalla «rapida secolarizzazione» di un paese «che tanto ha contribuito e deve contribuire alla testimonianza e alla diffusione della fede in tante parti del mondo». Siamo al punto. La messa di oggi si celebra a Valencia, ma guarda all’america latina. La laicità di Zapatero è un virus insidioso. Ha già attecchito nella fedele Spagna, modificando il senso di una cittadinanza che dà a Dio quel che è di Dio e a Cesare quel che è di Cesare.

Ma potrebbe diffondersi altrove. E allora perfino Fidel Castro potrebbe mancare alla prossima messa.

* il manifesto, 09.07.2006


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