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DOPO HEGEL (E DOPO HEIDEGGER) ... NON UNA, MA TRE CIVETTE (ORMAI DIVENUTE SCIMMIETTE) SUL COMO’ DEL DOTTORE - DEGLI INTELLETTUALI ITALIANI (1994-2010).

venerdì 23 luglio 2010
"Ambarabà ciccì coccò
tre civette sul comò
che facevano l’amore
con la figlia del dottore
il dottore si ammalò
ambarabà ciccì coccò" (Wikipedia).

MATERIALI. Articoli, appunti, note...:
IL BERLUSCONISMO E IL RITORNELLO DEGLI INTELLETTUALI. (...)

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> DOPO HEGEL (E DOPO HEIDEGGER) ... CHE COLPO! «La mente degli uomini sta errando nell’oscurità». Dialogo con Parmenide (di Emanuele Severino).

lunedì 18 ottobre 2010

L’IDENTITA’ DELL’ITALIA E IL SONNAMBULISMO DEI FILOSOFI, DI FRONTE ALL’ATTACCO DELLA GENTE DALLA DOPPIA TESTA E DALLA LINGUA BIFORCUTA


Dialogo con Parmenide

«La mente degli uomini sta errando nell’oscurità»

Anticipiamo un brano dell’intervista immaginaria di Emanuele Severino al filosofo Parmenide (515-450 a. C.) che uscirà con il «Corriere» il 18 novembre insieme al quinto volume dell’Enciclopedia Filosofica.

di Emanuele Severino (Corriere della Sera, 18.10.2010)

Severino - Anche tu, gli uomini, li chiami «mortali». Della loro mente dici che è plakton. Dovrebbero riflettere a lungo su questa parola. Di solito la si traduce con «errante». Non è sbagliato - purché si sappia che cosa spinge la loro mente a errare.

Parmenide - Infatti. Sono spinti a errare perché credono che l’esistenza della nascita e della morte, cioè l’uscire dal nulla e il ritornarvi, sia verità. Lo dico continuamente nel mio Poema. Ad esempio nei versi 39-40 di quello che voi chiamate «frammento 8».

Severino - Ma quando dici che la mente dei mortali è plakton rendi ancora più profondo il senso dell’errare che viene espresso da questa parola. Infatti plakton, che tu riferisci alla mente dei mortali (fr. 6), prima ancora che «errante», significa «colpita». E chi è colpito patisce. Il colpo fa soffrire. Spinge nel dolore e nell’impotenza. Si è impotenti quando non si riesce a ottenere ciò che si vuole. Quando ciò accade si è preda del dolore, e allora si vacilla, si va di qua e di là, si va errando, appunto. La mente dei mortali è «errante» perché è «colpita». È colpita dalla convinzione non vera che nascita e morte esistano. E, preda di questa convinzione, patisce.

Parmenide - Sì, con la parola amechanie ho indicato appunto questa impotenza, angustia, mancanza, questo essere avvolti dal dolore quando non si segue - così lo chiamo - il «sentiero della Verità». Amechanie indica l’assenza di mechané, ossia della «macchina» (nel senso originario di questa parola), ossia del «mezzo» che consente di liberarsi dall’impotenza angosciata. La frase completa dove parlo della mente errante dei mortali dice infatti: «Nei loro petti un’impotenza angosciata governa la mente colpita ed errante».

Severino - Dunque tu dici che credendo nell’esistenza della nascita e della morte, nell’essere e non essere di ciò che è, la mente dei mortali è colpita e va errando nell’oscurità dell’angoscia...

Parmenide - ...e che da questa «Notte» si esce andando «verso la luce» della Verità.

Severino - Nietzsche ha scritto che tutto il pensiero filosofico, prima di lui, è stato al tuo seguito. Non sono d’accordo, anche se tu stai indubbiamente al centro della storia dell’Occidente. Un celebre filosofo della scienza ha sostenuto non molto tempo fa che tu sei il padre di quella roccaforte della scienza moderna che è la fisica e che tutti i grandi fisici del nostro tempo sono stati parmenidei. Di nessun altro Platone ha detto quel che ha detto di te: «Venerando e terribile» - l’espressione che Omero riferiva agli déi. Sono d’accordo con Platone. Ma tu sei un grande dio bifronte...


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