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ICMESA, DIOSSINA. A SEVESO, ANCORA!!! A oltre trent’anni ancora gli effetti sulla salute.

martedì 29 luglio 2008
Ansa» 2008-07-29 08:46
SEVESO: ANCORA EFFETTI DIOSSINA SULLE NUOVE GENERAZIONI
ROMA - A oltre trent’anni persistono ancora gli effetti sulla salute, anche indiretti sulle nuove generazioni, della tragedia di Seveso del 1976: i bimbi nati da donne che vivevano nelle aree contaminate da (...)

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> ICMESA, DIOSSINA. A SEVESO, ANCORA!!! A oltre trent’anni ancora gli effetti sulla salute. --- dopo 33 anni 86 cittadini saranno risarciti per il patema d’animo vissuto. La Cassazione ha riconosciuto 5.000 euro ciascuno (Adnkronos).

sabato 16 maggio 2009

’’Valutazione prudenziale, se non minima del danno morale" patito

Nube tossica a Seveso, dopo 33 anni 86 cittadini saranno risarciti per il patema d’animo vissuto

La Cassazione ha riconosciuto 5.000 euro ciascuno ’’per il patema d’animo indotto dalla preoccupazione per la propria salute’’’ ai residenti della zona in prossimità dell’impianto di Seveso Icmesa dal quale, il 10 luglio di 33 anni fa, fuoriuscì diossina

Roma, 16 mag. - (Adnkronos) - Deve essere risarcito come danno morale il patema d’animo dei cittadini preoccupati per le ripercussioni sulla salute provocate da un ambiente inquinato da sostanze altamente tossiche. In questo modo, la Cassazione ha riconosciuto ad 86 cittadini residenti in prossimità dell’impianto di Seveso dal quale il 10 luglio di 33 anni fa fuoriuscì una nube tossica composta da diossina, un risarcimento di 5.000 euro ciascuno come danno morale per il patema d’animo vissuto degli anni della nube tossica.

Scrivono i giudici della terza Sezione civile (sentenza 11059) che deve essere riconosciuto il "danno non patrimoniale" ai cittadini per il "patema d’animo indotto in ognuno dalla preoccupazione per il proprio stato di salute". Un risarcimento che, come sottolinea la Suprema Corte, "ben può essere provato per presunzione, essendo sufficiente la rilevante probabilità del determinarsi" del patema d’animo e della sofferenza interna dovute alla preoccupazione di ammalarsi.

Applicando questo principio, la Cassazione ha respinto il ricorso dell’impianto di Seveso Icmesa nei confronti del quale era già intervenuta una condanna per il reato di disastro ambientale. Inutilmente l’azienda, già condannata dalla Corte d’Appello di Milano, nell’ottobre 2005, a risarcire le 86 persone residenti in prossimità dell’impianto, ha presentato ricorso in Cassazione sostenendo, tra l’altro, che non c’era la prova che i residenti nella zona della nube tossica avessero avuto ripercussioni nella vita sociale e di relazione.

Infine, conclude la Suprema Corte, l’importo di 5mila euro riconosciuto in favore di cuascuno dei residenti delle vicinanze di Seveso corrisponde "ad una valutazione prudenziale, se non addirittura minima del danno morale" patito.


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