Fedeltà a Dio, prima che all’istituzione.
L’«obbedienza profetica» delle religiose statunitensi
da Adista Documenti n. 33 del 22/09/2012 *
NELL’INTERESSE DELL’UMANITÀ
di Coalizione nazionale delle suore Usa
IL TEMPO MIGLIORE, IL TEMPO PEGGIORE
L’incipit del romanzo di Charles Dickens Racconto di due città è tornato spesso d’attualità nella nostra Chiesa, sin dal 18 aprile del 2011: «Era il tempo migliore, era il tempo peggiore». Da quel giorno, infatti, la valutazione dottrinale da parte della Congregazione per la Dottrina della Fede (CDF) nei confronti della Leadership Conference of Women Religious (LCWR) ha prodotto angoscia e dolore tra le suore statunitensi e le religiose di tutto il mondo, ma ha anche offerto l’opportunità di spiegare alla CDF l’universo dei valori cari alle religiose Usa.
Uno di questi valori è dato dall’obbedienza. La teologia, l’ecclesiologia e la spiritualità del Concilio Vaticano II hanno contribuito a far comprendere alle religiose che il loro impegno, e quindi la loro obbedienza, appartiene a Dio, non ad una istituzione. E, dunque, che essere fedeli e obbedienti a Dio può significare, a volte, dover prendere una direzione diversa da quella indicata dalle autorità religiose. Tale obbedienza profetica richiede la stessa audacia mostrata da Gesù di Nazareth quando ha infranto la legge religiosa del suo tempo per eseguire opere buone di sabato. Tale obbedienza richiede coraggio, perché comporta più di una semplice opposizione alle proprie autorità spirituali. La persona o il gruppo che decida di disattendere una direttiva a favore di una opzione alternativa in cui si ritiene scorra linfa vitale deve essere consapevole, come Gesù, delle sanzioni che ne possono derivare.
L’indicazione sul modo in cui dobbiamo agire appartiene al versante dell’autorità legittimamente costituita, ma le religiose, anzi tutti i fedeli, non devono seguire ciecamente l’autorità. Basta riflettere sulla Shoah per comprendere a quali risultati possa portare una obbedienza acritica. Su ogni direttiva è perciò necessaria un’opera di discernimento con il cuore e con la preghiera. Attraverso il discernimento e la guida dello Spirito, sta poi a noi decidere se una disposizione impartita dall’autorità risponde al vero interesse della comunità umana.
Le religiose hanno cercato di vivere questo tipo di obbedienza adulta dopo il Vaticano II, rivolgendo l’attenzione ai documenti delle proprie comunità, ai bisogni delle persone, alle proprie esperienze di vita, alle dichiarazioni dei leader religiosi e agli appelli dello Spirito per discernere la direzione in cui procedere, e provando a vivere docilmente alla luce di tali fonti.
La Coalizione nazionale delle suore statunitensi plaude la LCWR per l’obbedienza scaturita da un processo di discernimento orante di cui ha dato prova nella sua risposta alla valutazione dottrinale. Sosteniamo la LCWR nel suo desiderio di cogliere questa opportunità per chiarire quali siano la sua missione e i suoi valori in un dialogo con i tre rappresentanti del Vaticano. Siamo liete per il fatto che la LCWR cercherà di aiutare la leadership della Chiesa a comprendere la necessità che i laici, ed in particolare le donne, abbiano voce nella Chiesa e che porterà avanti questa discussione fino a quando l’integrità della sua missione non venga compromessa.
DOVE RISIEDE LA VERA CAUSA DELL’ESCALATION DI VIOLENZA?
Questa estate il nostro Paese ha assistito a due atti orribili di violenza a distanza di poche settimane l’uno dall’altro. Quanto avvenuto in un cinema di Aurora, in Colorado, e nel tempio Sikh in Wisconsin ci ha stordito per l’enormità dell’odio che può aver motivato tali azioni. Questi incidenti sarebbero stati meno devastanti se gli autori non avessero avuto accesso ad armi d’assalto? Sicuramente. Siamo realmente scioccati dalla facilità con cui una persona possa attentare alla vita di qualcun altro per soddisfare le proprie pulsioni? Ce lo auguriamo.
Ma cosa c’è alla base di questi attacchi? Sappiamo molto bene che gli autori di questo genere di crimini sono stati essi stessi vittime o soffrono di una qualche forma di disturbo mentale. Tre quarti degli adulti in età lavorativa in questo Paese non guadagnano abbastanza per vivere al di sopra della soglia della povertà. I loro diritti vengono lentamente erosi da un sistema economico di stampo neoliberista che pone la ricerca del profitto al di sopra delle persone.
Che cosa ci permette di sopportare la quotidiana aggressione fisica e sessuale contro le donne all’interno del matrimonio e come schiave nelle reti della tratta a scopo di sfruttamento sessuale? Che cosa ci permette di chiudere gli occhi di fronte ai casi di bambini che vengono sessualmente, fisicamente ed emotivamente abusati da parenti, insegnanti, uomini di Chiesa? Cosa ci rende immuni dalle notizie quotidiane di omicidi di giovani su larga scala a causa della droga, delle armi e delle bande?
Non abbiamo forse sperimentato un attacco ai nostri sistemi educativi, costantemente privati di sostegno finanziario? Giovani dotati di grande creatività si vedono legare le mani dai crediti scolastici negli anni più produttivi della loro vita.
Pensiamo al nostro sistema militare che addestra giovani donne e uomini a uccidere: per che cosa? Il controllo esercitato su Paesi, giacimenti petroliferi, religioni e qualsiasi altra cosa fa del nostro Paese una realtà spaventosa. Il numero di giovani che, una volta tornati a casa, si tolgono la vita o uccidono altri esseri umani è allarmante. Quanta violenza!
La verità è che una parte della nostra società non solo accetta, ma promuove o sfrutta questa violenza, mentre i mezzi di comunicazione, con il loro continuo bombardamento di immagini di violenza fisica e sessuale, hanno su di noi un effetto anestetizzante. La riforma del sistema di giustizia penale e il contenimento dell’apparato militare-industriale potrebbero essere un buon inizio per dar vita a un altro tipo di mondo.
Come si fa a promuovere lo sviluppo di una società che conferisca dignità alla vita garantendo ad ogni persona il diritto al cibo, alla casa, a un lavoro decoroso che consenta di guadagnarsi da vivere? Possiamo creare una società in cui qualsiasi atto di violenza sia visto come un’infamia? Quando abbracceremo quel tipo di nonviolenza che abbia come fine la promozione della vita? Possono le nostre comunità aiutare un bambino che assume un comportamento violento a capire che tale comportamento non è mai accettabile perché ogni persona ha il suo valore e la sua dignità?
Le vittime delle recenti violenze in Colorado e Wisconsin non sono purtroppo le uniche vittime, ma non riusciremo a cambiare nulla fino a quando non saremo disposti a prendere in considerazione tutte le forme di violenza e le loro cause.
LA TRATTA DELLE DONNE E DELLE GIOVANI
La tratta degli esseri umani - una moderna forma di schiavitù - è tra le industrie criminali più grandi e in più rapida crescita. Casi relativi a questa tratta, che esiste nel mondo sin dalla notte dei tempi, sono stati registrati in tutti i 50 Stati Usa.
Ne fanno parte realtà come il lavoro forzato, lo sfruttamento sessuale e la riduzione in schiavitù. Le vittime possono avere qualsiasi provenienza etnica o sociale. E le donne possono essere ricercate e sfruttate anche per il piacere sessuale degli appassionati del Super Bowl, del World Games Series e di altri eventi sportivi.
In questa guerra contro le donne, vengono negate le libertà fondamentali ad innumerevoli giovani e adolescenti. Siamo a conoscenza di abusi commessi in alcuni Paesi contro bambine di 8 anni, costrette ad un matrimonio combinato e a volte torturate in caso di rifiuto. O obbligate a prostituirsi e cedute al mercato del sesso se non consumano subito il matrimonio o non hanno figli. Approfittando della loro vulnerabilità, queste donne e queste adolescenti vengono comprate, vendute e malmenate per le più diverse ragioni.
La National Coalition of American Nuns si oppone a tutte le forme di tratta di esseri umani. E si congratula con la Leadership Conference of Women Religious per aver affrontato questo tema nel corso della sua assemblea nazionale, svoltasi dal 7 al 10 agosto 2012, attraverso un seminario sul tema “Traffico di esseri umani: persone rapite, speranza rapita” e una risoluzione che impegna a lottare per la sua abolizione.
La National Coalition of American Nuns supporta iniziative studentesche come il Red Thread Movement che fornisce sostegno finanziario per sottrarre le giovani ai trafficanti di sesso.
Articolo tratto da
ADISTA
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* Il Dialogo, Giovedì 20 Settembre,2012