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LIBERALIZZAZIONE

Farmaci da banco nei supermercati. Una scelta opinabile

lunedì 3 luglio 2006 di Mauro Diana
Farmaci da banco nei supermercati. Una scelta opinabile.
Il centrosinistra sembra finalmente uscito da quel torpore che gli ronzava intorno dopo la vittoria al cardiopalma delle scorse politiche. Con un provvedimento firmato dal ministro Bersani, il governo Prodi ha dato il via libera ad una serie di liberalizzazioni che riguardano tutti i singoli cittadini: dalle licenze dei taxi, agli onorari dei liberi professionisti sino alla tanto discussa abolizione dell’ICI che la Chiesa non pagava (...)

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> Ragazzi datevi una calmata

mercoledì 17 gennaio 2007

Gentile Amico,

nel constatare il suo continuo interesse verso questo articolo, il che denota che l’argomento è tutt’ora attuale, pur non rientrando più nell’Olimpo della cronaca, trovo di estremo interesse la riflessione da lei proposta. Concordo con lei su alcuni punti, ma non mi trova d’accordo sul discorso di venire dopo i medici. Non sono un farmacista (ma un...umanista), però credo che il ruolo del farmacista non si debba limitare al discorso di prendere i farmaci prescritti dal medico da dietro il bancone, e consegnarli nella mano del cliente solo dopo aver incassato la somma richiesta. Infatti, il farmacista non ha l’autorità, ma nemmeno le competenze, per dichiare di sostituire un determinato farmaco con un altro, a prescindere che sia da banco o meno. Per esempio, ci sono farmaci di una data marca che vengono prescritti dal medico ma che hanno lo stesso principio attivo di farmaci di altre marche. E allora, che vogliamo dire, che i medici vengono SOLO dopo gli ISF? Io penso di no. Penso che se il medico prescriva un dato farmaco piuttosto che un altro ha le competenze giuste per ritenere più utile per la mia persona "quel" farmaco. A prescindere che l’abbia consigliato l’ISF oppure la guida dei farmaci.

Il farmacista, però, in caso abbia bisogno del tanto citato AULIN, può e DOVREBBE consigliarmi che esiste anche il farmaco generico, con lo stesso principio attivo. In questo il ruolo del farmacista non è secondario, non viene dopo quello del medico, ma è suo, esclusivo. Dovrebbe dirmi che se l’Aulin costa, che so, 5 euro e la Nimesulide ne costa 3, allora posso prendermi anche quest’ultima. Non lo dice, ovviamente, come lei fa notare, per il suo tornaconto. Ci guadagna di più. In questo, però, sta anche la cultura delle persone: chiedere al medico curante se esiste un generico, un’alternativa, per il medicinale prescritto e se questo sortisce gli stessi effetti. Se il medico non lo sa, o non lo vuole dire, demandando al farmacista, allora è quest’ultimo che dovrebbe consigliare. Per questo io non vedo come il farmacista possa avere un ruolo "secondario" rispetto al medico. Allora il medico ha un ruolo secondario rispetto all’ISF, e questi verso le grandi industrie farmaceutiche che, guarda caso, hanno un ruolo secondario rispetto ai malati che, necessitando di cure, richiedono alle case medicine adeguate da immettere sul mercato.

Cordialmente,

Mauro Diana.


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