Alle origini del nome Europa
di Bruno Bongiovanni (l’Unità, 01.07.2012)
Da dove viene? Il toponimo arriva dal greco «Europe», che significa qualcosa di simile ad Occidente, tanto è vero che, pur non riferendosi sempre allo stesso spazio quando ne discorrevano, sin dall’inizio i geografi hanno considerato l’Europa, più che un continente autonomo, la penisola occidentale dello sconfinato Oriente asiatico. Tale penisola si protende dagli Urali per arrivare sino all’Atlantico. Dal che si deduce che questo eurospazio non è stato un’invenzione di De Gaulle.
L’Europa è stata, del resto, anche una figura della mitologia greca. Zeus la rapì. Ebbero tre figli, tra cui Minosse, che diede vita alla civiltà cretese. Il nome Europa, da quel momento, indicò le terre poste a nord del Mediterraneo. Già gli Assiri, comunque, avevano definito Ereb (Europa?) ciò che per loro era l’Occidente. E Asu (Asia ?) i paesi del Sol Levante.
Il termine compare poi anche in latino e per Plinio è la parte del mondo che si protende dall’Ellesponto sino all’Atlantico. Né manca l’Euro, che non è solo la (quasi) comune moneta dell’Unione, in circolazione dal gennaio 2002, ma anche il vento che spira da sud-est, tanto da essere sinonimo di Levante (la parte dell’orizzonte dove si leva il Sole). Esiste inoltre, onde cogliere il legame tra le due realtà, il termine Eurasia. Non è stato d’altra parte precoce l’uso moderno e politico del termine Europa. La quale, in particolare dopo l’invasione dei Balcani da parte dei turchi, era il mondo cristiano in contrasto con l’Islam.
L’autonomizzazione del termine politico-diplomatico-pluristatale Europa, rispetto al termine geo-religioso-civilizzatore cristianità, si ebbe nel ‘700. Fu questo il periodo del rafforzarsi degli Stati, dell’inizio della globalizzazione contemporanea. Non a caso l’aggettivo europeo comparve nello stesso ‘700. Per la sua semantizzazione unitaria si è iniziato nel 1992 dall’economia. Ma è la politica il fine.