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TERRA!!! TERRA!!! PIANETA TERRA: FILOLOGIA E ’DENDROLOGIA’ (gr.: "déndron" - albero e "lògos" - studio/scienza). L’ALBERO DELLA VITA ...

RIPENSARE L’EUROPA!!! CHE COSA SIGNIFICA ESSERE "EU-ROPEUO". Per la rinascita dell’EUROPA, e dell’ITALIA. La buona-esortazione del BRASILE (2005). Una "memoria" - di Federico La Sala.

(...) il “nuovo mondo” che abbiamo costruito dimostra quanto presto abbiamo dimenticato la ‘lezione’ delle foreste, dei mari, dei deserti, e dei fiumi e delle montagne!!!
giovedì 25 aprile 2024
Secondo quanto suggerisce Vitruvio (De architectura, 2,1,3) la struttura del tempio greco trasse la sua origine da primitivi edifici in argilla e travi di legno (Wikipedia)
IL SEGRETO DI ULISSE: "[...] v’è un grande segreto /nel letto lavorato con arte; lo costruii io stesso, non altri./ Nel recinto cresceva un ulivo dalle foglie sottili,/rigoglioso, fiorente: come una colonna era grosso./Intorno ad esso feci il mio talamo [...]"
(Odissea, Libro XXIII, vv. 188-192).
EUROPA. PER IL (...)

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> RIPENSARE L’ EUROPA!!! CHE COSA SIGNIFICA ESSERE "EU - ROPEUO". --- Trattato di Lisbona, Irlanda al voto. Primi risultati... I "no" alla ratifica del Trattato di Lisbona sono in testa. Lo hanno riferito alcuni scrutatori all’agenzia Reuters: in cinque circoscrizioni della capitale Dublino, che conta un quarto dell’elettorato,

venerdì 13 giugno 2008

Secondo stime non ufficiali avrebbe votato solo il 40% degli aventi diritto Preoccupati gli osservatori internazionali. Il documento è stato già ratificato da 18 paesi

-  Trattato di Lisbona, Irlanda al voto
-  Primi risultati, in vantaggio i "no"

Stando ai primi dati gli irlandesi sarebbero contrari a ratificare il documento Le conseguenze sull’economia: l’euro tocca sul dollaro il minimo mensile a 1,5307

DUBLINO - I "no" alla ratifica del Trattato di Lisbona sono in testa. Lo hanno riferito alcuni scrutatori all’agenzia Reuters: in cinque circoscrizioni della capitale Dublino, che conta un quarto dell’elettorato, il fronte del "sì" resta indietro; in tre si registra un sostanziale pareggio e soltanto in una sono in vantaggio i favorevoli al Trattato. Anche nelle altre regioni del paese gli iralndesi si sono espressi negativamente. Secondo l’emittente pubblica Rte i distretti operai hanno votato massicciamente contro il documento. Il vantaggio dei voti contrari è forte nei distretti di Mayo, Limerick, Galway, Sligo e Louth. A Donegal, nel nord-est, dove sono state scrutinate il 10% delle urne, in nessun caso ha vinto il "sì". La pagina web del quotidiano "Irish Time" conferma che in tutte le circoscrizioni della capitale i "no" prevalgono con una media di 60 contro 40 dei "sì", con picchi di 70 contro 30 nella circoscrizione sudorientale.

Sono questi i primi dati sulla consultazione per la ratifica del Trattato di Lisbona in Irlanda. Risultati che hanno avuto già avuto conseguenze sull’economia. L’euro ha toccato nei confronti del dollaro Usa il minimo mensile a 1,5307 dopo le notizie diffuse.

"Il sì sembra forte in alcune delle aree di classe media ma onestamente non credo che sia sufficiente a battere il no", ha commentato Joan Burton, deputata della capitale per il Labour, terzo partito dell’Eire. Dello stesso parere è Dick Roche, ministro irlandese per gli Affari europei, che da Wicklow ammette: "Le cose non si mettono bene per il sì. Qui si parla di un testa a testa e a quanto mi risulta siamo nel collegio più favorevole al sì. Ma le cose altrove stanno andando diversamente. Continuo a tenere le dita incrociate. La situazione potrebbe capovolgersi durante la giornata".

No comment dell’Unione europea sulle prime proiezioni. Durante il quotidiano briefing coi giornalisti il portavoce della Commissione ha detto che l’esecutivo europeo ’’ha fatto tutto quel che poteva e doveva. Ora è il momento di aspettare la fine dello spoglio e la proclamazione del risultato’’.

Occhi puntati dunque sull’Irlanda. Nel pomeriggio dovrebbero conoscersi i dati ufficiali sui 43 distretti elettorali. Intanto un dato preoccupa gli osservatori internazionali: stime non ufficiali riferiscono di una bassa affluenza alle urne, pari a circa il 40%, che potrebbe favorire gli antieuropeisti. Secondo il quotidiano "Irish Times" avrebbe votato il 50% dei 3,1 milioni di aventi diritto.

Dei ventisette paesi dell’Unione, l’Irlanda è l’unico che ha affidato ratifica del documento a una consultazione popolare, ma i sondaggi parlano di un’opinione pubblica spaccata e di un’alta percentuale di indecisi. La scarsa partecipazione alle cunsultazioni, però, sembrerebbe favorire il fronte del "no".

Già nel 2001 gli elettori irlandesi respinsero con un referendum il trattato di Nizza, approvandolo poi in una nuova consultazione l’anno successivo. La vittoria del "no" potrebbe creare degli attriti all’interno dell’Unione Europea, dove il trattato è già stato ratificato dai parlamenti di 18 paesi. Non è escluso che l’Ue decida di applicare comunque il patto di Lisbona, ma non è chiaro come l’Irlanda potrebbe rapportarsi agli altri stati membri.

Se i cittadini irlandesi bocciassero il documento ’’ci troveremmo in una situazione di crisi senza precedenti per le istituzioni europee’’, ha commentato il presidente della Camera, Gianfranco Fini. L’ipotesi di un risultato negativo piace invece a Roberto Calderoli, ministro per la Semplificazione normativa e coordinatore delle segreterie nazionali della Lega Nord.

"Un grazie agli irlandesi per il loro voto. Tutte le volte in cui i popoli sono stati chiamati a votare hanno bocciato clamorosamente un modello di Europa che viene vista lontana dai popoli stessi, dimostrando di avere maggiore saggezza rispetto a governi e parlamenti", ha dichiarato il ministro ancor prima dei risultati. La vittoria del "no" sarebbe in linea con "la posizione tenuta da sempre dalla Lega Nord - ha aggiunto Calderoli - ovvero che la sovranità appartiene ai popoli e che, come sostenuto anche dal presidente emerito Cossiga e dal professor Guarino, l’approvazione di questo trattato da parte del solo Parlamento avrebbe rappresentato un atto incostituzionale per gli articoli 1 e 11 della Costituzione, perché avrebbe affidato i nostri destini nelle mani dei burocrati e non degli eletti dal popolo".

* la Repubblica, 13 giugno 2008.


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