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TERRA!!! TERRA!!! PIANETA TERRA: FILOLOGIA E ’DENDROLOGIA’ (gr.: "déndron" - albero e "lògos" - studio/scienza). L’ALBERO DELLA VITA ...

RIPENSARE L’EUROPA!!! CHE COSA SIGNIFICA ESSERE "EU-ROPEUO". Per la rinascita dell’EUROPA, e dell’ITALIA. La buona-esortazione del BRASILE (2005). Una "memoria" - di Federico La Sala.

(...) il “nuovo mondo” che abbiamo costruito dimostra quanto presto abbiamo dimenticato la ‘lezione’ delle foreste, dei mari, dei deserti, e dei fiumi e delle montagne!!!
giovedì 25 aprile 2024
Secondo quanto suggerisce Vitruvio (De architectura, 2,1,3) la struttura del tempio greco trasse la sua origine da primitivi edifici in argilla e travi di legno (Wikipedia)
IL SEGRETO DI ULISSE: "[...] v’è un grande segreto /nel letto lavorato con arte; lo costruii io stesso, non altri./ Nel recinto cresceva un ulivo dalle foglie sottili,/rigoglioso, fiorente: come una colonna era grosso./Intorno ad esso feci il mio talamo [...]"
(Odissea, Libro XXIII, vv. 188-192).
EUROPA. PER IL (...)

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> RIPENSARE L’ EUROPA!!! CHE COSA SIGNIFICA ESSERE "EU-ROPEUO". ---- Se l’Islam fa paura agli ignoranti (di Tahar Ben Jelloun)

martedì 1 dicembre 2009

Se l’Islam fa paura agli ignoranti

di Tahar Ben Jelloun (la Repubblica, 1.12.09)

La democrazia diretta, praticata nella Confederazione elvetica, è a volte fonte di aberrazioni. È accaduto domenica: il referendum contro i minareti ha ottenuto più del 57 per cento dei sì. Che cosa vuol dire? Che si accolgono volentieri i musulmani in territorio svizzero, purché si rendano invisibili, discreti fino a scomparire dal paesaggio. E rinuncino a erigere qualsiasi segno o simbolo che ostenti la loro presenza. Vuol dire che l’islam continua a far paura. E che questa diffidenza, questa fobia è basata sull’ignoranza. I manifesti diffusi dai fautori della campagna referendaria sono abbastanza eloquenti: raffigurano minareti neri a forma di missili, piantati su una bandiera svizzera accanto a una donna in burqa. Per quanto si sia detto e ripetuto che il burqa - usanza di certe tribù afgane o pachistane - non ha nulla a che vedere con l’islam e non è mai menzionato nei suoi testi, c’è sempre chi continua a confonderlo con una religione.

Quel manifesto è al limite del razzismo: suggerisce idee e minacce che il buon cittadino percepisce come un avvertimento. Quanto al voto, non risolverà nulla, ma al contrario non farà che accentuare i contrasti tra la comunità musulmana, diversa e simile, e gli elvetici.

Sopprimere i minareti vuol dire attaccare un simbolo che è il segno di una presenza, e non ha in sé nulla di aggressivo, né di politico. E in nessun caso incide sui «diritti fondamentali in Svizzera», secondo quanto afferma il partito della destra populista.

Come ha detto alla televisione francese una giovane musulmana: ieri il velo, oggi il burqa, ed ecco anche il minareto! È vero che il disagio esiste: l’islam, anche quello pacifico - peraltro maggioritario - continua a dar fastidio. Meglio allora riprendere i testi e non ascoltare i falsificatori, i provocatori che utilizzano il dogma per istigare all’odio tra i popoli.

Con quest’attacco ai minareti, la Svizzera prende di mira il simbolo di una religione che vorrebbe far scomparire dal proprio contesto. Ma il referendum, lungi dal raggiungere il suo scopo, non fa che esacerbare le passioni, anche al di là dei confini elvetici. In Francia, il Fronte nazionale ha applaudito all’esito del voto e si augura di poter esercitare un giorno questa forma di democrazia diretta e popolare per esprimere il rifiuto dell’islam in Francia.

Dello stesso ordine è il dibattito italiano sul crocifisso nelle scuole: un simbolo che non fa male a nessuno, ma nel momento in cui si vuole caricarlo di altri messaggi tutto si complica e si politicizza. Come nel caso del dibattito francese sull’«identità nazionale», che arriverà anche in Italia. Questa questione dell’identità si pone dal momento in cui si avverte un cambiamento nei colori e nelle componenti del paesaggio umano di un dato Paese. È una questione che riguarda tutta l’Europa, perché dovunque l’immigrazione è una realtà, e i figli degli immigrati sono europei, talora musulmani ma anche animisti o senza religione. Bisogna pure accettarla, questa realtà. Non serve a nulla organizzare votazioni per eliminarla dal paesaggio o correggerla. Evidentemente, la convivenza è qualcosa che si impara. E questo è possibile solo nel rispetto reciproco, che è anche rispetto delle leggi e del diritto.

Infine, un ultimo punto: gli immigrati e i loro figli non se ne andranno. Fanno parte della storia europea. Sono persone che hanno bisogno della propria cultura, del proprio culto, come qualunque cittadino di accertate origini europee. Traduzione di Elisabetta Horvat


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