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(...) il “nuovo mondo” che abbiamo costruito dimostra quanto presto abbiamo dimenticato la ‘lezione’ delle foreste, dei mari, dei deserti, e dei fiumi e delle montagne!!!
giovedì 25 aprile 2024
Secondo quanto suggerisce Vitruvio (De architectura, 2,1,3) la struttura del tempio greco trasse la sua origine da primitivi edifici in argilla e travi di legno (Wikipedia)
IL SEGRETO DI ULISSE: "[...] v’è un grande segreto /nel letto lavorato con arte; lo costruii io stesso, non altri./ Nel recinto cresceva un ulivo dalle foglie sottili,/rigoglioso, fiorente: come una colonna era grosso./Intorno ad esso feci il mio talamo [...]"
(Odissea, Libro XXIII, vv. 188-192).
EUROPA. PER IL (...)

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> RIPENSARE L’ EUROPA!!! - GIUBILEO. Parolin: "L’Anno Santo sarà aperto ai musulmani". I fatti di Parigi non cambiano l’agenda del Papa

lunedì 16 novembre 2015

Giubileo, Parolin: "L’Anno Santo sarà aperto ai musulmani"

Il segretario di Stato Vaticano ribadisce che non ci sarà nessun passo indietro: "Lanciamo l’offensiva della misericordia. I fatti di Parigi non cambiano l’agenda del Papa". Bagnasco: "Non rispondiamo a violenza con altra violenza" *

CITTA’ DEL VATICANO - Rispondere alla violenza con la misericordia e l’accoglienza. Il segretario di Stato Vaticano Pietro Parolin ribadisce che il Giubileo (dall’8 dicembre 2015 al 20 novembre 2016) si farà, come aveva detto già il portavoce della Santa Sede Padre Lombardi, e che, anzi, accoglierà anche i musulmani: "Nel mondo lacerato dalla violenza, è il momento giusto per lanciare l’offensiva della misericordia" ha detto il cardinale in un’intervista al giornale cattolico francese La Croix. "Si può capire che dopo gli attentati ci sono sentimenti di vendetta ma bisogna davvero combatterli. Il Papa vuole che il Giubileo serva alle persone per incontrarsi, comprendersi e superare l’odio", spiega il segretario di Stato Vaticano. Dopo gli attentati, questa finalità esce rafforzata. Riceviamo la misericordia di dio per adottare questo atteggiamento verso gli altri. La misericordia è anche il più bel nome di dio per i musulmani, che possono essere coinvolti in questo Anno Santo, come l’ha voluto il Papa".

Gli attentati in Francia mostrano che "nessuno può considerarsi escluso dal terrorismo. Il Vaticano può essere un bersaglio per il suo significato religioso. Siamo in grado di aumentare il livello delle misure di sicurezza in Vaticano e nei dintorni. Ma non ci lasciamo paralizzare dalla paura" prosegue Parolin. "Questi fatti non cambiano niente nell’agenda del Papa".

Il cardinale è fermo nella condanna della violenza: "Non è possibile tollerare la violenza indiscriminata" e dunque, come ha detto il Papa lo scorso anno, è possibile fermare l’aggressore ingiusto. Parolin cita al proposito il Catechismo della Chiesa Cattolica, spiegando che per uno Stato è giusto difendersi, proteggere i suoi cittadini e respingere i terroristi. Ma "nel caso di un intervento dall’esterno, occorre cercare la legittimazione attraverso le organizzazioni che la comunità internazionale si è data".

Per rispondere a quanto è accaduto a Parigi "abbiamo bisogno di una mobilitazione generale in Francia, in Europa e in tutto il mondo. Una mobilitazione di tutti i mezzi di sicurezza, della polizia e delle forze di intelligence per sradicare il male del terrorismo. Ma anche una mobilitazione che dispieghi tutte le risorse spirituali per dare una risposta positiva al male. Ciò richiede l’educazione al rifiuto dell’odio, per dare risposte ai giovani che scelgono la jihad. Dobbiamo convocare tutti gli attori, politici e religiosi, nazionali e internazionali. Dobbiamo davvero fare uno sforzo per lottare e combattere insieme. Senza questa unità, questa battaglia, molto dura, non sarà vinta. Ed è necessario coinvolgere gli attori musulmani. Devono essere parte della soluzione".

I fatti di Parigi non devono spaventare e non devono fare reagire con violenza. L’arcivescovo di Genova e presidente della Cei Angelo Bagnasco invoca una maggiore vigilanza sì ma non una chiusura: "La strage di Parigi è un altro fatto dolorosissimo che mette inquietudine, ma che non deve spaventare l’Europa, né tanto meno la Francia a cui esprimo, come presidente dei vescovi italiani, tutta la mia solidarietà e la mia vicinanza. Reagire alla violenza con altra violenza non risolverebbe nulla, ma moltiplicherebbe soltanto l’odio. La reazione deve essere quella di una maggiore vigilanza, che ritengo sia possibile in un senso di compattezza del popolo, non per rinchiudersi ma per continuare a vivere con fiducia".

* la Repubblica, 16 novembre 2015


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