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TERRA!!! TERRA!!! PIANETA TERRA: FILOLOGIA E ’DENDROLOGIA’ (gr.: "déndron" - albero e "lògos" - studio/scienza). L’ALBERO DELLA VITA ...

RIPENSARE L’EUROPA!!! CHE COSA SIGNIFICA ESSERE "EU-ROPEUO". Per la rinascita dell’EUROPA, e dell’ITALIA. La buona-esortazione del BRASILE (2005). Una "memoria" - di Federico La Sala.

(...) il “nuovo mondo” che abbiamo costruito dimostra quanto presto abbiamo dimenticato la ‘lezione’ delle foreste, dei mari, dei deserti, e dei fiumi e delle montagne!!!
giovedì 25 aprile 2024
Secondo quanto suggerisce Vitruvio (De architectura, 2,1,3) la struttura del tempio greco trasse la sua origine da primitivi edifici in argilla e travi di legno (Wikipedia)
IL SEGRETO DI ULISSE: "[...] v’è un grande segreto /nel letto lavorato con arte; lo costruii io stesso, non altri./ Nel recinto cresceva un ulivo dalle foglie sottili,/rigoglioso, fiorente: come una colonna era grosso./Intorno ad esso feci il mio talamo [...]"
(Odissea, Libro XXIII, vv. 188-192).
EUROPA. PER IL (...)

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> RIPENSARE L’ EUROPA!!! --- Svegliamoci! È l’ora di fare davvero l’unione politica dell’Europa (di Roberto Castaldi - Il mondo brucia e i governi nazionali dormono. È l’ora di fare l’Europa!)

martedì 30 giugno 2015

Il mondo brucia e i governi nazionali dormono. È l’ora di fare l’Europa!

di Roberto Castaldi (l’Espresso, 29.06.2015)

La realtà fatica ad impossessarsi delle nostre coscienze e a produrre effetti politici in Europa. Così assistiamo attoniti allo spettacolo - difficile definirlo diversamente visto che ci comportiamo come se fossimo meri spettatori e non parte della vicenda - di un mondo che brucia intorno a noi, della nostra stessa casa che brucia (sebbene in modo diverso), e delle leadership politiche nazionali che si riuniscono inutilmente senza prendere alcuna decisione risolutiva. Come gli struzzi mettono la testa sotto lo sabbia e rimandano. Sono solo capaci di usare il potere di interdizione che gli è rimasto per impedire di fare quei timidi passi in avanti verso soluzioni europee che le istituzioni sovranazionali dell’Unione cercano invano di proporre.

Così, la crisi greca precipita senza che venga raggiunto un accordo, lasciando un retrogusto insieme di tragedia e di farsa, di fronte a un popolo in ginocchio e chiamato a decidere in un drammatico referendum fuori tempo massimo del suo destino e del nostro, perché i leader politici greci e quelli europei non sono stati capaci di prendere alcuna decisione. Tutto ciò è il risultato di un’Europa priva degli strumenti minimi essenziali - un bilancio federale fondato su risorse proprie - per risolvere un problema piccolo come il 2% del suo Pil. Così la palla passa ai governi nazionali che devono decidere insieme, ognuno attento solo alla propria opinione pubblica, invece che a trovare una soluzione.

Si rischia così la Grexit, che i greci non vogliono e che non è prevista dai trattati, che sanciscono che l’Unione monetaria è irreversibile. D’altronde, anche alcuni Stati americani in passato hanno fatto default, ma non hanno smesso di usare il Dollaro. Ma lì c’è un governo federale. Viviamo una crisi figlia dell’asimmetria dell’Unione monetaria, la cui cura doveva venire da un Rapporto sulla riforma dell’Eurozona presentato questa settimana. Peccato che proponga di realizzarne un assetto stabile e definitivo nel 2025 (avete letto bene!), attraverso le unioni finanziaria, di bilancio, economica e politica che il precedente Rapporto del 2012 fissava per il 2019. Gli euroscettici possono rallegrarsi, potranno continuare ad attaccare l’Unione per altri 10 anni almeno, in attesa che questa disponga dei poteri necessari a rilanciare l’economia europea. Nel frattempo l’intero fardello di tenere in piedi l’Euro, l’economia europea e la Grecia rimarrà sulle spalle della nostra unica istituzione economica federale, la Banca centrale europea, ma nel quadro dei limiti e dei vincoli giuridici posti dal suo Statuto e dai Trattati. Da mesi ricorda la necessità di istituzioni e politiche comuni, che la politica monetaria può comprare tempo, ma da sola non risolve i problemi e non scioglie i nodi politici e istituzionali che attanagliano l’Eurozona.

Intanto, i terroristi attaccano in diversi Paesi in Europa, Africa e Medio Oriente, ricordandoci che il mondo è interdipendente. E spingendo le persone a fuggire da tutto ciò e dalle guerre civili ormai quasi endemiche in tali aree. Una massa di migranti che gli Stati europei non sanno come gestire, non avendo voluto dare all’Unione adeguati poteri per farlo, e non riuscendo però a mettersi d’accordo tra di loro a livello intergovernativo. Anche in questo caso è stata la Commissione, l’embrione di un governo europeo, a portare avanti proposte fondate sull’interesse e la solidarietà europea, sia rispetto all’accoglienza, che al contrasto dei trafficanti.

In aggiunta si profila una nuova corsa agli armamenti in Europa tra Usa e Russia, che continua a destabilizzare l’Ucraina e risulta sempre più minacciosa per tutti i Paesi confinanti, inclusi i membri dell’UE - ma anche in Italia c’è chi mette la testa sotto la sabbia e guarda solo ai, pur limitati, effetti economici negativi delle sanzioni. Se la Gran Bretagna avesse considerato solo gli effetti economici negativi della guerra e non avesse resistito da sola, Hitler avrebbe vinto.

Ma oggi quel Regno Unito non esiste più, ha perso il suo ruolo nel mondo e il suo senso di responsabilità. Così contribuisce al caos, minacciando di uscire dall’Unione se non verranno concessi ulteriori privilegi che lo rendano ancora “più uguale degli altri”. Il tutto per ragioni di politica interna e contro i suoi stessi interessi politici ed economici.

Dovunque ci giriamo il mondo brucia, i nostri valori e i nostri interessi come europei vengono calpestati. Le nostre istituzioni sovranazionali cercano di proporre soluzioni, ma sono ancora troppo deboli e non hanno le competenze e i poteri necessari per affermarle e portarle avanti. I governi nazionali sono ancora più impotenti, reclamano il sostegno e la solidarietà europea, ma vorrebbero mantenere il loro potere di veto che paralizza l’Unione. Difendono una sovranità nazionale che era già prima “polvere senza sostanza” come osservava Einaudi, ma che oggi è un danno per i cittadini, che hanno bisogno di recuperare sovranità a livello europeo.

Secondo il grande storico inglese Toynbee gli europei sono come i greci delle polis di fronte all’ascesa dell’impero romano e come gli Staterelli della penisola italiana nel Rinascimento di fronte al consolidamento dei primi Stati moderni europei: hanno di fronte la semplice scelta tra unirsi e perire. Due grandi civiltà europee hanno perso questa sfida e sono morte. Sta a noi decidere se salvare la civiltà europea moderna o se lasciarla morire nel nome del mito della sovranità nazionale.

Abbiamo un disperato bisogno di un governo federale, almeno dell’Eurozona, con una politica economica ed un bilancio in grado di rilanciare investimenti e crescita - anche e soprattutto in Grecia! - ed una vera politica estera, di sicurezza, di difesa, e delle migrazioni. Cos’altro deve succedere perché si proceda verso una vera unità politica ed economica? Se il mondo brucia, per noi non ci sarà riparo. Svegliamoci! È l’ora di fare davvero l’unione politica dell’Europa.


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