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TERRA!!! TERRA!!! PIANETA TERRA: FILOLOGIA E ’DENDROLOGIA’ (gr.: "déndron" - albero e "lògos" - studio/scienza). L’ALBERO DELLA VITA ...

RIPENSARE L’EUROPA!!! CHE COSA SIGNIFICA ESSERE "EU-ROPEUO". Per la rinascita dell’EUROPA, e dell’ITALIA. La buona-esortazione del BRASILE (2005). Una "memoria" - di Federico La Sala.

(...) il “nuovo mondo” che abbiamo costruito dimostra quanto presto abbiamo dimenticato la ‘lezione’ delle foreste, dei mari, dei deserti, e dei fiumi e delle montagne!!!
giovedì 25 aprile 2024
Secondo quanto suggerisce Vitruvio (De architectura, 2,1,3) la struttura del tempio greco trasse la sua origine da primitivi edifici in argilla e travi di legno (Wikipedia)
IL SEGRETO DI ULISSE: "[...] v’è un grande segreto /nel letto lavorato con arte; lo costruii io stesso, non altri./ Nel recinto cresceva un ulivo dalle foglie sottili,/rigoglioso, fiorente: come una colonna era grosso./Intorno ad esso feci il mio talamo [...]"
(Odissea, Libro XXIII, vv. 188-192).
EUROPA. PER IL (...)

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> RIPENSARE L’ EUROPA!!! --- Il continente selvaggio. L’Europa alla fine della Seconda guerra mondiale. L’Europa in un abisso di sangue e vendetta.

domenica 12 gennaio 2014

-  Secondo dopoguerra
-  L’Europa in un abisso di sangue e vendetta

-  di Vittorio Emanuele Parsi (Il Sole 24 Ore/Domenica, 12.01.2014)

      • Keith Lowe, Il continente selvaggio. L’Europa alla fine della Seconda guerra mondiale, Laterza, Roma-Bari, pagg. 518, € 25,00

«L’immediato dopoguerra è uno dei periodi più importanti della nostra storia recente. Se la Seconda guerra mondiale distrusse il vecchio continente, il primo dopoguerra fu il caos proteiforme da cui si formò la nuova Europa». È dedicato esattamente allo studio di «questo tempo violento e vendicativo» nel quale «molte delle nostre speranze, aspirazioni, pregiudizi e risentimenti presero forma», il volume di Keith Lowe, che assai tempestivamente esce in edizione italiana, Il continente selvaggio. L’Europa alla fine della Seconda guerra mondiale. È un colossale, impressionante affresco delle condizioni europee tra il 1944 e il 1949, gli anni in cui per diversi Paesi europei si concluse la II guerra mondiale, senza che però si esaurissero le tante guerre locali (civili, di classe ed etniche) che ne intrecciarono il corso, alimentandola ed essendone a loro volta alimentate.

Il libro, magistralmente scritto da Keith Lowe, uno storico non accademico che dimostra tutte le qualità di scrupoloso ricercatore e di suggestivo narratore di Niall Ferguson, è diviso in quattro parti. La prima, dedicata all’eredità della guerra con il suo carico di distruzione fisica e morale, descrive con lucidità il paesaggio di un continente devastato dalla scomparsa di popoli interi, caratterizzato da una fame che sarebbe oggi inconcepibile associare all’Europa, da spostamenti forzosi e violenti di milioni di persone in uno scenario di caos totale, in cui città rase al suolo e infrastrutture devastate hanno riportato la condizione umana ai tempi più bui del Medioevo.

L’Europa tutta era un continente senza legge né ordine, in cui il sangue sarebbe cessato di scorrere solo mesi e talvolta anni dopo l’8 maggio del 1945, data della capitolazione tedesca. La sete di sangue rinfocolata o scatenata dalla brutalità senza precedenti con cui venne condotta la guerra, provocò una volontà di vendetta che attraversò l’intera Europa. Ed è proprio alle forme della vendetta che è dedicata la seconda parte del libro, e ne fa il primo studio generale sul ruolo che la vendetta giocò all’indomani della guerra, colmando un vero e proprio vuoto storiografico, finora prevalentemente oggetto di pamphlet partigiani e superficiali.

Dalla questione della sorte dei prigionieri di guerra germanici allo sfruttamento schiavistico delle minoranze tedesche in Polonia, Cecoslovacchia, a quello delle epurazioni nei confronti dei collaborazionisti: ogni singolo aspetto della vendetta sui vinti è preso in considerazione e indagato con scrupoloso rigore, compresi i temi scomodi delle violenze degli ex internati ebrei e dei deportati nei confronti dei propri carcerieri e della popolazione tedesca più in generale, oltre a quello, particolarmente odioso, della vendetta su donne colpevoli di avere "fraternizzato" con gli occupanti e sui bambini frutto di quelle unioni.

La terza parte considera la gigantesca questione della pulizia etnica che, iniziata da Hitler nei confronti degli ebrei, venne poi proseguita da polacchi, cechi, magiari, romeni trasformando l’Europa centro-orientale in qualcosa di radicalmente diverso da quel caleidoscopio etnico e religioso che era sempre stata.

L’ultima parte, infine, è dedicata alla lotta per fare dell’esito della II guerra mondiale la piattaforma per la diffusione della rivoluzione in tutta Europa, contrassegnata dalle scelte democratico-parlamentari delle dirigenze comuniste in Italia e Francia, dalla tremenda guerra civile greca, dall’assoggettamento al potere comunista di tutti i Paesi occupati dall’Armata Rossa e dall’eroica resistenza opposta per oltre un lustro dalle forze partigiane in Ucraina e nei Paesi Baltici.

Quello di Lowe è un libro mai banale e sempre documentatissimo, che ha riscosso un grande successo di pubblico e di critica, e che, soprattutto, ci aiuta a ricordare in quale abisso d’orrore era scivolata la "civilissima" Europa così da poter meglio apprezzare la grandiosità politica e morale della sua attuale unificazione politica.


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